Non si seppe mai bene come ce la fece, e con il tempo e le chiacchiere divenne una leggenda al pari del mito della Sirena e delle migliori storie marinare, ma andò in questo modo.
Avery frugò nel pelo del gatto attraverso le sbarre, un gatto placido e affamato, sforzandosi di muovere il braccio destro e tagliandosi le dita nel lacerare il filo da pesca. Impossessatosi della chiave, baciò l'animale sulla testa e lo lasciò andare.
Attese che la guardia si spostasse per la ronda, oramai aveva chiaro che gli uomini di Lennox erano soldati intiepiditi dalla mancanza di azione, dediti a controlli blandi e a perpetrare un'usanza indigena in cui credevano in modo cieco e, a suo dire, irragionevole.
Infilò la chiave nella toppa, che dapprima faticò un poco a farsi strada. Ma lui riuscì a rigirarla con entrambe le mani, vincendo l'estenuazione del dolore, e fece scattare la serratura. Era libero.
Corse nel corridoio con un'andatura sbilenca e zoppicante, e badò a sostare nei pressi delle svolte. Dopo il secondo, angolo vide la guardia che fissava da una feritoia il mare antistante in una pausa dell'uragano, sbadigliando per un turno che non finiva mai.
Raccolte le forze rimaste, con il muscolo in parte lesionato che sentiva gonfio e palpitante, Avery prese la sedia su cui il soldato era solito riposare, gli si gettò contro e lo colpì da dietro, schiantandolo al suolo senza un fiato. Lo liberò del moschetto e raggiunse le scale. Cadde malamente per la fretta di muoversi, ruzzolando per diversi gradini. Si procurò uno sdrucio sullo stinco che non lo rallentò: al momento l'adrenalina gli impediva di sentire dolore.
Raggiunse l'uscita senza incontrare resistenza, aprì il portone, attraversò la soglia e si diresse verso il cancello nelle mura. Girò il catenaccio con le imprecazioni fra i denti per i cigolii che lo costringevano a sfilarlo dagli anelli con lentezza. Aprì il cancello usando il peso del corpo.
Quando la sentinella vide l'anta spalancarsi, spiò nell'interstizio e ricevette un cazzotto tale da ammutolirla. Mentre il soldato si teneva il naso pulsante, MacMourrog lo disarmò, lo legò e lo costrinse al silenzio con un bavaglio.
«Ah, ci siete» disse Avery.
Si era deciso che il primo ufficiale sarebbe rimasto fuori dalle mura tutte le notti, pronto a intervenire, finché il capitano non avesse trovato modo di evadere.
Avery era fuori nell'oscurità ventosa ma, invece di seguire il primo ufficiale, Abel e i due marinai mandati a prelevarlo, prese la direzione opposta alla strada per il mare.
«Signore, vi state sbagliando!» urlò MacMourrog prima di soffocare la voce.
«Avvisate il signor Kozlov che intendo recarmi dal Governatore. Che porti la fregata al largo se ci riesce.»
Con pochi lunghi passi, il primo ufficiale si affiancò al capitano. Si guardarono negli occhi.
«Signore, è impossibile. Non sapete nemmeno dove abita.»
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Il Blues della Sirena (Un paio di gambe)
AvventuraUn capitano ambizioso. Una sirena vendicativa. Una vittima innocente. Nello scenario dell'isola di Grand Cayman, famosa per trovarsi sulla rotta degli uragani stagionali dell'Atlantico, si consuma uno dei vizi più antichi del mondo: la gelosia. Il c...