Il vigore del Vento faceva sbattere la bandiera umida, un rumore che si udiva da grande distanza. I venti uomini scelti arrancavano per la salita, comandati da Avery e seguiti da Kozlov e dal nocchiere.
La Sirena, invece, che aveva assistito allo sbarco, si spostava poco sotto le mura del Forte, nel mare sempre più agitato.
«Signore, il vento ci intralcia, ci spinge indietro» disse il timoniere. Portava con sé, tenendole fra le braccia, alcune cariche in un minuscolo barile coperto di tela cerata. Sarebbero servite ad aprirsi un varco nella porta di legno senza maniglia.
«Piegatevi, avanzate piegati, i più corpulenti coprano gli altri!»
Il Forte emergeva a ogni passo dei marinai come se fuoriuscisse dalla terra, stagliandosi nell'oscurità, con il cancello nelle mura in un'ombra centinata più chiara. Davanti, una macchia rossa irregolare simile a un mazzo di rose con i gambi bianchi.
Di solito, a parte un paio di sentinelle dislocate alle due estremità del cancello d'ingresso, non c'era nessun altro a presidiare il Forte. Invece, quel giorno, il primo ostacolo sbarrò d'improvviso l'avanzata dell'equipaggio della lancia.
La vicinanza mostrò ad Avery il plotone dell'artiglieria che indugiava davanti all'entrata con uno dei tre cannoni in dotazione da sei libbre, e la macchia rossa dapprima indistinta divenne gli uomini in uniforme scarlatta della fanteria con le loro brache bianche. La prima fila era accovacciata, la seconda in piedi, i soldati con i fucili puntati.
Avery se ne accorse prima che i marinai fossero a portata di vista e di tiro; con un gesto della mano li fermò. Con pochi cenni della testa li fece sparpagliare fra la vegetazione.
«Sembra che qualcuno abbia inviato un biglietto con cui avvisava della nostra incursione» disse, rivolgendosi a Kozlov.
«L'accusa che mi lanciate è infamante e senza fondamento. Sono rimasto tutto il tempo con voi a studiare il piano nel quadrato.»
«I vostri uomini potrebbero aver ricevuto un ritaglio da consegnare con solerzia ai nostri zelanti soldati.» Avery puntò lo sguardo sul nocchiere e sul timoniere.
«Erano con noi, signore. Non si sono mai allontanati dal vostro fianco e non hanno comunicato con alcuno.»
«Il mondo pullula di spie. Siete giovane, ma non abbastanza per ignorarlo.»
Kozlov rinsaldò la presa sulla pistola. Quando si era reso conto di non potersi sottrarre agli ordini, sotto la minaccia di essere portato davanti al Tribunale militare, aveva ceduto. Lo aveva fatto soprattutto per l'equipaggio, perché gli venisse risparmiata una sorte peggiore della sua. Gli altri ufficiali non l'avevano aiutato, sebbene MacMourrog, Bolton e il nostromo Blight fossero contrari all'idea dell'assalto. Semplicemente non avevano osato opporsi, e Kozlov non avrebbe mai obiettato contro motivi ragionevoli.
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Il Blues della Sirena (Un paio di gambe)
AdventureUn capitano ambizioso. Una sirena vendicativa. Una vittima innocente. Nello scenario dell'isola di Grand Cayman, famosa per trovarsi sulla rotta degli uragani stagionali dell'Atlantico, si consuma uno dei vizi più antichi del mondo: la gelosia. Il c...