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La Sirena si era appena sdraiata fra l'organza quando uno spostamento dell'acqua la fece trasalire. La corrente sottomarina lambì le colonne del baldacchino e le fece vibrare. Puntandosi sui gomiti, tirando a sé la coda, la Sirena si sedette con il busto eretto.

Dal muro di oscurità verdastra comparve una figura sopra un enorme cavallo d'acqua, il possente braccio in avanzamento che reggeva il tridente. Il Dio del mare, Nettuno, si eresse in tutta la prestanza di uomo – il torace ampio senza peluria, il viso volitivo, la barba e i capelli ricciuti, e di pesce – la grande coda avvolta di scaglie, robusta, attorcigliata, simile a quella di un drago.

Aveva lasciato il suo palazzo di corallo e gemme per visitare la seconda delle quattro figlie, una delle più indocili, la sirena che abitava il Mar dei Caraibi.

Il cavallo s'arrestò con un tiro delle redini di spuma. Fissò la creatura che stava immobile sopra il letto con occhi vuoti del colore delle genziane.

Nettuno smontò, e la dimora della Sirena parve rimpicciolire. Volse lo sguardo agli averi della figlia senza provare particolare letizia.

«Voglio sperare che ciò che ho udito non sia vero e che tu veda in quell'uomo uno schiavo in più.»

«Vi devo contraddire, padre.»

«Il solo fatto che tu ti sia innamorata di un uomo è una disgrazia, ma chiamare il Vento affinché portasse il fiore del sacrificio, esigendo un tributo inutile alla popolazione che dovresti vegliare e amministrare, va contro ogni logica.»

«La vostra logica, padre, non la mia.»

«Non sei certo la figlia meno insolente.»

«Dimenticate mia sorella che vive nelle acque di Bass.»

«Avresti dovuto prendere il suo posto. La tua indole implacabile ben si sposa alle acque antistanti e sempre turbate della Van Diemen's Land.»

«È un onore che è toccato alla più malvagia tra le mie sorelle.»

«Mentre ho affidato questo mare alla più vendicativa, una creatura che desidera una sola cosa da quando è nata e contraddice ogni legge che ho proclamato nei secoli. Ripetimi il tuo desiderio, figlia inclemente, perché io non dimentichi lo sdegno che mi provochi ogni volta.»

«Le gambe» rispose la Sirena.

All'inizio del periodo Triassico, Nettuno fece la sua comparsa come progenitore delle sirene e dei tritoni, creature dal doppio aspetto e dalla doppia personalità. Figlio degli dèi Crono e Rea, fu posto a custodia della Panthalassa, l'unico e gigantesco oceano presente sulla Terra che circondava il supercontinente Pangea. Sovraintendeva allo sviluppo della vita nell'acqua e all'evoluzione delle specie marine, e quando i continenti si posizionarono come il genere umano li avrebbe conosciuti affidò i sette mari formatisi ad altrettanti figli che aveva generato. Ciascuna sirena e ciascun tritone ebbe il suo regno. Alla Sirena del Mar dei Caraibi toccò l'isola degli uragani in virtù del suo carattere difficile. Non fu un vero confino, ma aveva il sapore di una punizione.

«Intendete punirmi di nuovo? Non potete intralciare le mie decisioni, padre, tenetelo a mente. Il mare affidatomi risponde a me sola.»

«Figlia, credi che eliminando quella donna lui sarà tuo? Non possiedi gambe, non puoi vivere per molto sulla terraferma. Non hai organi che possono offrire piacere agli umani. Non esistono streghe del mare che ti doneranno ciò che chiedi né dèi minori con i quali potresti fare il patto della vita. Dopo la morte di lei, lui ne troverà un'altra. Otterrai di far disprezzare al tuo capitano questo luogo e non vi farà più ritorno quando verrà meno l'interesse. Forse, in cuor tuo, non ti stai disperando abbastanza per contemplare le conseguenze: eppure abiti il mare da molte epoche, hai visto imperi ergersi e crollare, uomini sopravanzarne altri, e guerre, carestie, comete, dolori insondabili e gioie senza nome. Un uomo ha un tempo limitato a sua disposizione, cent'anni se il suo corpo è buono e la sua fortuna altrettanto. Anche i pesci che allevi conoscono il mistero della morte e tu te ne duoli ogni volta. Quando accade, lo sento nel riverbero delle onde. Guardami. Non puoi concedere l'immortalità. Quel capitano perirà e tu non potrai conservare nulla di lui, stringerai i suoi abiti, forse li salverai portandoli sulla terraferma e nascondendoli, almeno finché non si disfaranno. Forse ti spingerai a chiedere aiuto a tuo fratello del mare artico perché lo renda una mummia nel ghiaccio, brutto e vecchio come il tempo lo renderà.» Dopo che ebbe indagato il viso della figlia, puntualizzò: «Voglio sperare che tu non lo uccida nel fiore degli anni per mantenere integra la sua attuale bellezza.»

«Non potete credermi capace di una tale azione» s'indignò la Sirena. «Vi ho dimostrato quanto posso essere magnanima.»

«Ti conosco, mossa dal tuo cuore in tumulto potresti far rivivere a queste isole gli anni funesti fra il Millesettecentosettantacinque e il Millesettecentoottantacinque. Sei volubile come questo mare. Quando resterai sola sposterai la tua attenzione su qualcun altro, e lo priverai del mortale che si è scelto, in una spirale senza fine. È il destino che ti spetterà, ora e innanzi, se intendi proseguire nel tuo intento. Hai un'unica scelta, figlia: dimenticare l'origine di questo sentimento e tornare a sedare il tuo cuore come ci viene richiesto dal compito. O cederlo intero al tritone che sceglierai per dovere.»

«Dovere» sillabò la Sirena, serrando i denti. Si innalzò sulla coda in un impeto di furia.

«Il sentimento che provi è uno dei peccati imperdonabili. Si chiama "gelosia". È un istinto violento e doloroso, intriso di desiderio. Non ti accorgi di star perdendo la tua libertà. La gelosia ti renderà debole e schiava, ti priverà dell'arbitrio. A quel punto sarai corrotta; tutto ciò che era non sarà più. Continuerai a vivere come una creatura senza senno, privata della bussola, simile a una barca senza timone.»

Lo sguardo di Nettuno scese sulla mano che la figlia teneva lungo il fianco, dove l'anello d'oro le cingeva l'anulare. «Quello è il simbolo della sposa.»

La Sirena, in un gesto aggressivo, sfilò l'anello gettandolo sul fondale. Sfidò il padre con gli occhi che lanciavano invettive.

«Povera figlia scapestrata» chiuse lui, scuotendo la testa.

Il Blues della Sirena (Un paio di gambe)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora