Old memories

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Parte 2

"che hai da guardare?"
Gli chiedo accigliata.

"anche tu mi stai guardando"
Ridacchia.
Continuo a guardare il suo viso, i suoi zigomi spigolosi e le sue labbra carnose, solo alcuni istanti ancora. Ha ragione.

"Notte Hood"
Mi giro dall'altra parte della tenda, dandogli le spalle.

"sei sicura di star bene dopo quello che è successo prima?"

"eh? Ah sì, è normale"

"perché ti ha detto quelle cose?"
Chiede ancora.
Sento il suo sguardo fisso sulla mia schiena.

"beh, io e Olivia non abbiamo mai avuto un bel rapporto, diciamo così...una volta, ad esempio, eravamo piccole e come al solito avevamo bisticciato, lei sapeva che avevo ragione ma non lo voleva ammettere, così l'ho fatta talmente arrabbiare, che è andata a prendere un paio di forbici e di nascosto mi ha tagliato i capelli. Da i mie capelli lunghi, sono passata ad un caschetto orribile, sembravo un fungo"

"oddio, sul serio?" comincia a ridere.

"i miei poveri capelli erano sparsi per il corridoio, lasciando la scia" mi unisco a lui.

"e tu? Non ti sei fatta valere?"

"anche io ero parecchio stronza, mi ricordo che un giorno, Olivia, aveva alzato al massimo il volume della radio, ed era salita su una sedia. Stava lì a ballare ed ad atteggiarsi, seguendo il ritmo della musica"

"e tu?" mi chiede curioso.

"semplice, sono andata lì, l'ho spinta e l'ho fatta cadere. Le ore dopo le ha passate in ospedale a farsi ingessare un braccio, quindi sì, ci sono abituata..."

"e tuo padre? Che c'entrava prima?"

Domanda sbagliata Cal, domanda sbagliata. Chiudo gli occhi per una manciata di secondi e poi mi giro verso di lui. Il mio sguardo finisce sulle mie mani, che si stanno torturando dall'agitazione.

"ehm...non voglio parlare di lui, scusa"

Mette un dito sotto al mio viso e mi spinge a guardarlo.

"è okay, tranquilla"

"grazie"

Mi avvicino e appoggio la testa sul suo petto e come al solito, lui inizia a passare le sue mani tra i mie capelli.

Basta. Non riesco a dormire per colpa dei mille pensieri che mi passano per la testa, vorrei non pensarci, eliminarli, ma è impossibile. In più Cal non è molto d'aiuto, anche se ormai, in tre mesi, ci ho fatto l'abitudine, il suo russare continuo peggiora le cose.

Prima di uscire dalla tenda, afferro la coperta e me l'avvolgo intorno, fa freddo ed io, sto morendo congelata.
Cammino per un po' e per poco non inciampo sul orlo della coperta troppo lunga, la stendo sul prato e mi ci sdraio sopra.

Chiudo gli occhi e punto il dito a caso sul cielo stellato, li riapro e dico il nome della costellazione che ho indicato. Proprio come facevo da piccola.

"Andromeda" sorrido.

Sento dei passi avvicinarsi ma non ci faccio molto caso. Continuo a fissare l'interminabile distesa di stelle sulla mia testa.

"Non riesci a dormire?"
Si siede vicino a me e stende un'altra coperta.

"no...tu? Perché ti sei alzato?"

"ti ho vista andare via, che hai? Nora, sai che puoi dirmelo"

Mi giro e incontro il suo sguardo preoccupato, poi rialzo la testa.

Jindabyne ~ C.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora