3) Piacere di conoscerti

769 57 0
                                    

«Sei nervoso?» Louis si era voltato verso Elaja, che era sistemato in modo fin troppo composto sul sedile posteriore. Harry, invece, gli aveva lanciato solo un'occhiata veloce dallo specchietto retrovisore.
Elaja scosse la testa.
«Sembra che hai un palo nel culo. Dovresti rilassarti.» si era intromesso Nick, che era seduto accanto al più giovane.
Elaja si mise a ridere nervosamente, ma non ribatté in alcun modo. Adorava Nick. Era perfino più diretto di Niall.
«Non accadrà niente di così orribile. Niall adorava le feste di apertura.» aggiunse Harry, prestando attenzione alla strada. Andava ad una velocità minima e quello stava agitando maggiormente il pilota. Forse avrebbe dovuto guidare lui, portare il suo piccolo catorcetto e lasciare il suo ingegnere e il suo meccanico sui sedili posteriori. Lo avrebbe fatto sentire meglio. Perché nonostante avesse appena detto a Louis di non essere nervoso, in realtà l'ansia lo stava uccidendo dall'interno. Stava indossando un completo blu che lo faceva sentire a disagio, nonostante le sue sorelle gli avessero detto che stava da dio. Neanche per il ballo di fine anno della scuola, in cui aveva partecipato l'anno prima, era stato così elegante. Elaja aveva sempre preferito jeans comodi e felponi, piuttosto.
Per di più, quella sera chiunque avrebbe voluto parlare con lui. E a lui non piaceva per niente parlare con gli estranei. Lo faceva solo se era strettamente necessario e per quel motivo a primo impatto lo definivano sempre il ragazzo silenzioso e un po' asociale. Quindi era normale che si sentisse in quel modo.
«Solo perché le feste della Syco erano fatte per Niall. Lui era la star.» rispose Elaja. 
«E tu cosa sei, scusa?» chiese Nick, pensando che il rosso stesse dicendo una stronzata.
«Veramente Niall le adorava solo perché poteva bere gratis fino a vomitare, prima che la stagione iniziasse effettivamente.» se ne uscì Harry.
Erano quasi arrivati all'hotel in cui la McLaren aveva organizzato la festa.
Elaja ignorò il suo ingegnere e rispose al meccanico: «La star della serata sarà Wislow. È lui quello importante lì.»
Nick fece un sorrisino. «Io non ne sarei così sicuro. Scommettiamo che daranno più attenzione a te che a lui?»
No, santo cielo. Sperava di no.
Harry aveva appena detto al parcheggiatore che ci avrebbe pensato lui alla sua macchina ed Elaja guardò fuori dal finestrino, fissando l'edificio lussuoso che si ergeva davanti a loro. Fece una smorfia. Beh, come sarebbe andata quella sera, non gli restava che scoprirlo a brevissimo.

*

Confusione. Era ciò che sentiva Elaja dal momento in cui era entrato nella sala addobbata per la festa. Il direttore della McLaren, Zak Brown, lo aveva accolto abbracciandolo come se fosse suo figlio ed effettivamente era comprensibile, visto quanti soldi stava puntando su quel ragazzino. Ogni persona presente aspettava il suo turno per salutarlo e conoscerlo, facendogli sempre le stesse domande. L'ansia era scemata visto che la confusione lo aveva assalito più di ogni altra cosa. Lanciava sguardi al suo team, che adesso stava seduto ad uno dei tavoli, beveva e chiacchierava con persone che lui non aveva mai visto. Erano tranquilli e sembravano al loro posto. Perfino Nick, che era stato un semplice meccanico da quando era un ragazzino. Gli bastava parlare di auto per ammaliare tutti quanti. Harry e Louis, invece, erano abituati a quella vita e tutti chiedevano loro come mai fossero tornati in pista proprio in quel momento. La verità era che da quando Niall aveva smesso di gareggiare, il suo team al completo aveva deciso di ritirarsi e si era sfaldato.
Liam si era sposato con Cheryl, si era creato una famiglia e si era aperto una concessionaria di macchine sportive. Sicuramente, quel lavoro gli fruttava abbastanza ed era un sostituto accettabile a quello del meccanico di Formula 1. Dopotutto, lavorava ugualmente a contatto con il mondo delle auto, ma era diventato decisamente più sedentario.
Harry e Louis erano spariti per quattro anni. Avevano comprato una casa in qualche isola sperduta delle Americhe e tornavano a Londra solo per le vacanze. Quando Elaja aveva iniziato ad avvicinarsi effettivamente alla Formula 1, era stato Niall a richiamarli indietro. Elaja pensava che li avesse minacciati in qualche modo, facendoli rinunciare alla loro vita da sogno. Ma in realtà, Louis in particolare, non aspettava altro. Per loro, affiancare Elaja in quella nuova avventura, era davvero perfetto. 
E la McLaren aveva accettato senza problemi che Elaja si creasse da solo il team. Ciò che volevano davvero era il pilota.
L'unico fuori posto a quella festa, quindi, si sentiva proprio Elaja, che aveva perfino ricevuto occhiate stranite quando aveva rifiutato da bere. Ma non era colpa sua se era astemio!
Nelle sue categorie minori non aveva mai affrontato tutto quello. Adesso si sentiva ancora più piccolo di quanto fosse già. Faceva sorrisi tirati e rispondeva alle domande senza aggiungere più di quanto bastava.
In ogni caso, se lui sapeva di essere perfettamente teso, gli altri sembravano non accorgersene.
Ogni volta che incrociava lo sguardo con Nick, questo gli faceva l'occhiolino, ma solo perché voleva fargli capire che pensava di star vincendo la scommessa. Il che non era affatto vero visto che di Jonah Wislow, anche dopo un'ora, non c'era ancora la minima traccia. Elaja non sapeva se quel particolare lo rassicurasse o gli mettesse più ansia.
«Zak, Wislow è arrivato.» uno dei collaboratori aveva annunciato al presidente, mentre Elaja parlava con uno dei tanti di cui non ricordava neanche il nome. E glielo aveva detto circa cinque minuti prima. Nonostante stesse parlando, non si lasciò sfuggire quella frase e si irrigidì di colpo, mentre il direttore sollevava gli occhi al cielo e borbottava: «Era ora.»
Elaja aveva solo dovuto girare la testa per vederlo. E si era morso il labbro con forza, fregandosene del fatto che sentisse il sapore del sangue sulla lingua. Jonah Wislow, in tutto il suo splendore, era appena entrato in sala. Indossava un completo color crema con i risvoltini sia alle braccia che alle caviglie. La camicia bianca era sbottonata per buona parte, lasciando il petto muscoloso scoperto, e intorno al collo aveva un fulard che Elaja scommetteva valesse più di lui stesso. I capelli scuri e ondulati che di solito gli arrivavano alle spalle erano legati per bene, formando un codino fin troppo affascinante. Quel sorriso malizioso che gli aleggiava sulle labbra, gli illuminava gli occhi scurissimi. Elaja si rese conto che stava trattenendo il respiro e tornò a respirare, cercando di non farsi notare da nessuno. Beh, era pure facile visto che l'attenzione di tutti i presenti si era spostata sull'altro pilota, scordandosi completamente del più piccolo. Elaja ne approfittò per sgattaiolare via e raggiungere i suoi amici. Si sedette tra Louis e Nick e tra i denti disse a quest'ultimo: «Credo di aver vinto la scommessa. Cosa avevamo messo in palio?»
«Beh, almeno con questo immenso ritardo ha dato il tempo a te di fare la star per un po'.» quella non era una risposta. Ed Elaja non pensava proprio che il motivo del ritardo di Wislow fosse quello. «Hai un problema nei pantaloni, rosso.» aggiunse Nick. No, quello non era vero. «E immagino anche il perché.» terminò il meccanico, con un ghigno che non poteva nascondere in nessun modo.
Elaja sapeva che Nick aveva ragione. Anche se continuava a ripetersi che non era vero, lui il problema ce lo aveva eccome.
«Uh, Nick ha ragione.» certo, ci mancava soltanto che ci si mettesse anche Louis.
«È troppo grande per te.» Harry ovviamente sembrava sua sorella. E se stava cercando di aiutarlo, lo stava facendo veramente male. Perché quella singola frase, aveva soltanto peggiorato la situazione.
Jonah si era appena seduto su uno dei divanetti e aveva afferrato due bicchieri contemporaneamente. Un ragazzo dai capelli cortissimi gli si era seduto accanto e il pilota lo aveva circondato con il braccio. Quello sì che migliorò la situazione di Elaja. Jonah Wislow aveva praticamente ignorato tutti a parte Zak Brown, il suo capo, e si stava facendo i fatti suoi in quell'angolo della sala. Non si guardava neanche intorno, dava solo attenzione al ragazzo che era con lui, sussurrandogli cose all'orecchio e attirandolo a sé. E forse era per quel motivo che nessuno si avvicinava a lui.
«Devo andare in bagno.» borbottò Elaja, alzandosi in piedi.
«Non risolvere manualmente, fa schifo.» gli consigliò Nick, scuotendo la testa. E il rosso sbuffò, sollevando gli occhi al cielo. Aveva solo intenzione di allontanarsi da lì per qualche minuto. Non voleva fare altro. Si incamminò tra la folla, spostandosi con una mano vicino ai pantaloni, cercando di farla sembrare casuale, ma con lo scopo di coprire ciò che poteva essere considerato sbagliato. Non è che aveva una cotta per Jonah Wislow o qualcosa del genere. Lui lo riteneva oggettivamente sexy, sì. Dannatamente bello. E lo ammirava come pilota, visti i suoi risultati, ma quello non significava che tutti potevano permettersi di fare allusioni assurde. Beh, se il suo amico fosse rimasto a bada, sarebbe stato maggiormente d'aiuto. Ma che diavolo, in ogni caso dovevano lasciarlo in pace. Wislow era tanto bello e forte sulla pista, quanto testa di cazzo nella vita. Lo sapeva perfettamente. Jonah era un tipo che era meglio tenere lontani.
Elaja era quasi arrivato al bagno, quando qualcuno lo afferrò per il braccio. Era Zak. «Elaja, eccoti, vieni con me. Ti voglio presentare Wislow.»
Gli occhi di Elaja si spalancarono. Proprio in quel momento? Oh, andiamo...
Si sforzò di sorridere e si lasciò trascinare verso il divanetto di cui il pilota si era impossessato. Deglutì a vuoto un paio di volte e quando si trovarono davanti a lui, cercò di non abbassare lo sguardo. Dire che si sentiva a disagio e in imbarazzo, era dir poco. Soprattutto quando Jonah Wislow li stava ignorando e continuava ad amoreggiare con il suo ragazzo. Quest'ultimo cercava di mettergli del cibo in bocca, ma il pilota non glielo permetteva, usando le sue mani per portarsi le tartine alla bocca.
«Jonah.» lo chiamò Zak, attirando finalmente la sua attenzione.
Il pilota sorrise al suo capo. «Cosa posso fare per te, Zakie?» chiese, senza lanciare neanche uno sguardo al ragazzo rosso.
«Voglio presentarti il nostro secondo pilota della stagione. Lui è Elaja Valery.»
Quando finalmente gli occhi scuri di Jonah Wislow si posarono su di lui, Elaja si sentì come ustionato. Il sorriso del pilota più grande era sparito e adesso lo stava squadrando dal basso verso l'alto, soffermandosi su ogni suo particolare. E forse si era soffermato troppo su quel punto che Elaja fino a poco prima stava cercando di nascondere. Il suo sopracciglio si era perfino alzato. Si allontanò dal ragazzo che aveva seduto accanto, che ne approfittò per alzarsi e scappare da qualche parte. Jonah poggiò la tartina che teneva in mano sul tavolino e al posto di usare un tovagliolo si leccò la dita fin troppo eccessivamente. E poi gli porse quella stessa mano. «Che piacere.» disse con molta ironia.
Elaja continuava a fissare quella mano con una smorfia di disgusto sul viso. E continuò a tenere le sue di mani affondate nelle tasche. Col cavolo che gliela avrebbe stretta, dopo che ci aveva lasciato sopra quantità imprecisata di saliva.
«Anche per me.» disse con voce affilata.
Il sorriso riaffiorò sul viso di Jonah, che si asciugò la mano sul pantalone e si alzò in piedi, proprio accanto ad Elaja.
Diavolo, Jonah lo sovrastava di almeno dieci centimetri e questo gli metteva ancora più soggezione.
«Lui è il marmocchio di Horan, giusto?» chiese, rivolgendosi direttamente al loro capo.
Elaja fu più veloce a rispondere, colto dalla rabbia e dal fastidio. «Io non sono di nessuno. E se quello che vuoi intendere è che io sto qui solo perché mio cognato era il campione del mondo prima che arrivassi tu, ti stai sbagliando di grosso.»
«Sono così curioso di capire che cos'hai di tanto speciale, Valery. Sai? Di solito, i nuovi arrivati in Formula 1 su cui tutti hanno elevate aspettative, si rivelano i peggiori sul campo.»
Elaja serrò la mascella. Non che pensava di meritarselo, ma si aspettava quel comportamento nei suoi confronti. Jonah Wislow si sentiva superiore a chiunque e non aveva paura di dirti in faccia le cose che pensava. E di solito pensava soltanto cose da stronzo.
Zak Brown sbuffò. «Jonah, te l'ho presentato perché mi piacerebbe che voi due andaste d'accordo.»
«E perché mai? Siamo comunque rivali, nonostante indosseremo la stessa tuta.»
«Com'è che si dice? Talvolta i nemici è meglio tenerseli vicini. Dovresti stare attento, Jonah. Potrebbe rivelarsi un'annata pericolosa per te.»
Elaja guardò i due aggrottando le sopracciglia. C'era qualcosa che non andava: quei due si stavano fissando in modo assassino. Poi Jonah sorrise, voltandosi verso il più piccolo. Era tornato a guardarlo come se volesse mangiarlo. «Sarà divertente.» disse, passandosi il pollice sulle labbra.
Ed Elaja divenne rosso tanto quanto i suoi capelli. Adesso aveva di nuovo un problema nei pantaloni. Ancora maggiore di quanto non lo fosse prima. Dannazione!

My Dream Is You (Spinoff Ad Alta Velocità)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora