1) Solo l'inizio

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Benvenuto in squadra.
Elaja aveva continuato a sorridere per tutto il tragitto in macchina. Nella sua testa aveva soltanto l'immagine della sua stretta di mano con i pezzi grossi della McLaren, subito dopo aver firmato il suo contratto.
Aveva parcheggiato davanti casa e aveva poggiato le mani sul volante per un secondo. Non riusciva effettivamente a crederci. Dopo tutto quel tempo d'attesa e di categorie minori a causa del fatto che non fosse ancora maggiorenne, ci era finalmente riuscito. Quello era davvero l'inizio del suo sogno.
Gli veniva da piangere, ma aveva quel sorriso che non sarebbe sparito dal suo viso per giorni e giorni. Si morse il labbro e poggiò la fronte sulle mani, che stringevano ancora il volante.
Chiuse gli occhi per qualche secondo.
Era il giorno del suo compleanno e aveva ricevuto il regalo più bello che potesse desiderare. Era stato così soddisfacente il fatto che da almeno due mesi, diversi team lo contattavano per prenderselo, ora che stava finalmente per compiere i diciotto anni e l'inizio della stagione si avvicinava sempre di più. Aveva valutato ogni aspetto di tutte le proposte, decretando che quella della McLaren fosse decisamente la migliore. Forse perché il suo prestigio era schizzato alle stelle negli ultimi tempi, dopo aver vinto il campionato per quattro anni di fila.
Elaja pensava che quel regalo lo stesse quasi conducendo alla pace dei sensi. Ancora di più di quando il mese prima aveva comprato quella Berlina Daihatsu rossa che toccava a malapena i 160 chilometri orari. Niall lo aveva preso per il culo dall'inizio per quello, e lo avrebbe fatto fino a quando non sarebbe andato a rottamarla. Ma ad Elaja era sempre piaciuto salvare il salvabile. Era attratto dalle cose vecchie. Poteva sempre metterci mano e renderle migliori. Avrebbe di certo modificato il motore della sua Berlina più avanti. 
A quel punto, decise che era arrivato il momento di scendere dalla macchina ed entrare in casa. L'abitazione sembrava silenziosa. Ogni luce era spenta. Elaja si chiese che fine avessero fatto sia Kara che suo padre. Dopotutto, quando era andato via nel primo pomeriggio, loro erano lì. Okay, era stato lui a dire che non avrebbe voluto fare nulla per il suo compleanno e che avrebbe preferito festeggiarlo due giorni dopo in qualche pub tranquillo, visto che per allora sarebbe stato venerdì. Ma non si aspettava che lo lasciassero da solo. Sbuffò, cercando di non pensare a sua sorella che gli diceva: «Quanto sei noioso! Diciotto anni si fanno una volta sola nella vita.» e adesso probabilmente era con Jeremy a scopare da qualche parte.
Elaja aprì la porta di casa con le sue chiavi e le gettò nella ciotola all'ingresso. Il suo telefono vibrò nella tasca dei jeans, avvisandolo dell'arrivo di un messaggio, ma lo lasciò momentaneamente perdere. Si tolse la giacca e si diresse verso il salotto, senza neanche accendere la luce. Si fermò nel bel mezzo della stanza solo per capire chi fosse prima al telefono: era un messaggio di sua sorella Alexia. Non fece neanche in tempo ad aprirlo, che nella penombra si accorse di qualcosa di strano. Aveva quasi la sensazione di non essere solo. Non c'era poi così silenzio. E in effetti, ancor prima di poter accendere la torcia del suo cellulare, la luce si accese e un «Sorpresa!» proruppe nell'aria.
«Oh cazzo.» sussurrò, portandosi una mano sul petto. Lo avevano spaventato di brutto. Il primo a saltargli addosso fu Niall, aggrappandosi alle sue spalle e facendolo piegare in avanti sotto al suo peso. «Mi avete spaventato a morte, diavolo! Volevate farmi venire un infarto?» urlò sopra alle voci della sua famiglia, che continuava ad accerchiarlo e ad augurargli buon compleanno. 
«No, quella è solo la mia specialità.» ironizzò l'ex pilota.
Elaja guardò ad uno ad uno i visi delle persone che amava: suo padre Dan, sua sorella Kara con il ragazzo Jeremy, sua sorella Alexia e suo marito Niall, la sua migliore amica Bess. «Ragazzi, avevo detto che non volevo fare nulla oggi.» si lamentò, mentre si lasciava abbracciare da Alexia. Doveva stare attento a non dare fastidio al suo pancione di sette mesi, ma lei lo stava comunque stritolando.
«Il mio piccolino è diventato grande oggi. Non sono pronta.» disse commossa e il ragazzo dai capelli rossi emise uno sbuffo divertito.
«Ale, smettila. Lo fai imbarazzare.» ironizzò Kara.
«Adesso muovetevi. Tutti in cucina a mangiare la torta.» ordinò Dan, con la sua autorità da poliziotto.
Intanto Bess aveva assalito il suo migliore amico e lo aveva baciato sulle labbra. Il loro rapporto era sempre stato in quel modo. Bess era più grande di lui di due anni. Si erano conosciuti quando Elaja ne aveva quindici, alla fine di un torneo che lui aveva vinto. Il ragazzo aveva avuto più prime esperienze con lei che con qualsiasi altro. Ormai la ragazza lo riteneva come un fratello minore, il suo protetto. «Terry mi ha chiesto di farti gli auguri.» disse con un sorrisino malizioso, facendogli l'occhiolino.
E a quel punto sì che Elaja era arrossito. «Grazie.» borbottò, prima di allontanarla da sé. E la ragazza dai ricci scuri scoppiò a ridere. Terry era uno dei ragazzi del gruppo di Bess, che andavano tutti nello stesso college.
«Ha detto che sabato non vede l'ora di vederti. Soprattutto se indossi quei pantaloni stretti chiari che lo fanno impazzire.» continuò, dandogli uno schiaffetto sul sedere.
Ed Elaja sbuffò. «Che si fotta.»
La testa di suo cognato sbucò dalla cucina. «Vi muovete voi due?»
«Sì, sì. Arriviamo.» borbottò il festeggiato.
Si posizionò davanti alla torta, le candeline non ancora accese.
Niall teneva l'accendino in mano. «Prima devi dirci con che team hai firmato.»
Elaja, infatti, aveva scelto di tenere quell'informazione per sé fino alla fine. Voleva decidere da solo senza influenze il suo destino. E tutta la sua famiglia fremeva di sapere il verdetto.
«Intanto accendile.» lo incitò e Niall si mise ad accendere le diciotto candeline sulla torta. «D'accordo. Dopo una mia lunga riflessione... ho ritenuto che il contratto migliore fosse... beh, ho firmato con...»
«Elaja, andiamo! Smettila di girarci intorno.» lo rimproverò Dan.
Il rosso si mise a ridere. «Va bene, va bene. Ho firmato con la McLaren.»
«Cosa?» le voci avevano riempito la stanza, ognuno che voleva dire la sua.
«Cazzo!» era stata l'esclamazione di Niall. «Quanto ti hanno offerto? Sei sicuro che fosse effettivamente la scelta migliore?» si premurò di chiedere ovviamente, cercando di sovrastare le voci degli altri e farsi prestare attenzione.
Elaja annuì soltanto.
«Certo che lo è. Così può farsi Wislow molto più facilmente. Ci avrei scommesso qualsiasi cosa sul fatto che avesse fatto questa scelta.» se ne uscì Bess.
Gli occhi di Elaja si spalancarono, esattamente come la sua bocca. «Ma vaffanculo.» borbottò, alzando il medio verso la ragazza e sporgendosi verso le candeline, che iniziavano a sciogliersi e la cera a gocciare. Niall era scoppiato a ridere in modo troppo contagioso e quindi anche gli altri lo avevano seguito. 
«Esprimi un desiderio, almeno!» si era intromessa Alexia, mentre lui soffiava.
Ma era ovvio che Elaja lo avesse fatto. Lui voleva solo che quell'avventura si rivelasse eccitante e che andasse a buon fine. Beh, in realtà voleva vincere il campionato, ma era solo all'inizio. Ci sarebbe stato tempo per arrivare a quello scopo. Senza dubbio, un giorno lo avrebbe fatto.

My Dream Is You (Spinoff Ad Alta Velocità)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora