28) Perso

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Sei gare. Elaja si era soffermato giusto quella mattina sul fatto che mancassero ancora poche corse alla fine del campionato.
Era secondo in classifica ma con buone probabilità di divenire primo.
Sei gare e sarebbe finito tutto. La fine dell'inizio del suo sogno.
Quella mattina Elaja si era svegliato male, con il letto vuoto e freddo. Jonah non era tornato la sera prima?
Il rosso si sentiva stanco e adesso aveva perfino lo stomaco in subbuglio. Forse sarebbe stato meglio non fare colazione, ma aveva bisogno di energie per la gara. Sciupavano troppi liquidi su quelle auto per permettersi di fare l'incosciente.
La prima cosa che aveva chiesto quando aveva incontrato il suo team era se sapessero dove si trovava Jonah.
«È già andato in pista, El. Stamattina molto presto.» lo aveva informato Harry.
«Oh. Okay.» era stato il suo commento deluso.
Davvero, il rosso sperava che una volta che lo avesse avuto davanti, avrebbero chiarito. Sì, erano una coppia e sarebbe stato così. Non potevano restare in freddo sostanzialmente per nulla.
Beh, ovviamente non stava andando proprio come Elaja aveva sperato, con tanto di bacio passionale e scuse strappalacrime.
No.
Jonah lo stava ignorando completamente. Gli stava lontano ed Elaja si stancò di questo particolare decisamente presto.
Il più grande stava davanti alla sua auto ancora dentro al box quando il rosso lo aveva raggiunto.
«Jo.» lo chiamò, afferrandolo per il polso e facendolo voltare. Il più grande lo guardava con i suoi occhi scuri senza dire una parola. «Va tutto bene?»
Fu con quella domanda, che lo sguardo di Jonah si sciolse, addolcendosi.
Probabilmente sarebbe stato più giusto se Elaja gli avesse urlato contro, ma il più piccolo stava usando quell'approccio diverso.
Elaja fu stupito quando sentì le braccia di Jonah avvolgersi intorno al suo corpo. La sensazione di calore e protezione che cercava dalla sera prima, lo investì per bene. Affondò il viso nel collo dell'altro, che gli poggiò un bacio sui capelli rossi.
«Va tutto bene, El. In bocca al lupo per la corsa.»
Sì, ma lì qualcosa continuava a non andare. Tutto quello... risultava alquanto strano.
«Scusa, mi vogliono per l'intervista.» e poi il più grande si era allontanato di nuovo.
Non dovette aspettare molto per capire quale fosse effettivamente il problema.
Harry stava leggendo un giornale interamente sulla Formula 1, che non era riuscito a nascondere agli occhi del suo giovane pilota.
«Cos'è?» gli chiese tremante, indicando l'immagine in prima pagina.
Beh, erano foto. Foto di Jonah della sera prima, seduto ad un tavolo di un pub con la ragazza perfetta, la sua vecchia amica. Foto in cui si tenevano per mano, foto in cui si abbracciavano, foto in cui si baciavano. Sulle labbra. Sotto queste, più piccolina, la foto di Jonah ed Elaja per strada in un mezzo abbraccio.
Il titolo: "Smentiti i rumors di Valery e Wislow come coppia. Wislow torna etero".
Stronzate. Quelle erano solo stronzate. Elaja sentì la bile salirgli lungo la gola. Arrivò in bagno appena in tempo per espellere ciò che aveva ingurgitato quella mattina. Addio energia della colazione.
«El.»
«Sto bene.»
Harry lo aveva seguito fino al bagno. Gli porgeva una bottiglietta d'acqua e una barretta energetica.
«Non ci pensare. Lascia perdere ogni cosa per ora.»
«Dobbiamo solo pensare alla gara.» sussurrò, mentre tornava ai box.
Peccato che la sua attenzione fu attirata di nuovo da qualcos'altro. Dall'intervista di Jonah sugli schermi e dalla frase esatta che stava pronunciando: «Quella in Brasile sarà la mia ultima gara. È arrivato il momento del mio ritiro.»
Tradimento. Confusione. Tristezza. Ansia. Delusione. Dolore. Sì, dolore sordo, proprio al centro del petto. Che cosa era successo in una singola notte? Che diavolo aveva in mente Jonah? Lui... lui non poteva. No, non poteva prendere scelte di quel tipo senza dirlo al suo ragazzo. Sempre se lo erano ancora. No, probabilmente non lo erano più.
«Va tutto bene, El.»
No, cazzo. Non andava bene.
«El, devi salire in auto.» lo avvisò Harry.
«Vinco.»
«Vinciamo?»
«Sì. Non mi importa nulla. Voglio vincere.» voce piatta e fredda, perfino affilata.
«Allora vinciamo.»
E fu proprio quello che fece. Elaja aveva gareggiato con le lacrime agli occhi che più volte gli avevano annebbiato la vista. Ma la sera prima aveva imparato a memoria quella pista in cui Niall aveva avuto l'infarto anni prima. Quindi non rischiava nemmeno di schiantarsi, avrebbe potuto percorrerla ad occhi chiusi. Harry lo aiutava e si chiedeva per qualche secondo di troppo se doveva commentare il singhiozzo che era uscito dalle labbra del pilota e che era arrivato chiaro alle orecchie dell'ingegnere.
«Non farti male.» gli disse soltanto, quando Elaja aveva sorpassato Jonah, sfiorando l'auto dell'altro. Era stato proprio il più grande a rallentare, temendo che Elaja volesse causare un incidente.
Il rosso era arrivato primo, aveva accelerato così tanto che Jonah non era più riuscito a raggiungerlo. E sì, ci aveva provato davvero. Era proprio come doveva essere. Jonah aveva perso. Lo stava perdendo. Anzi, lo aveva già perso.

My Dream Is You (Spinoff Ad Alta Velocità)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora