17) Festa indimenticabile

474 39 0
                                    

Elaja non riusciva a scegliere che cosa indossare. Era davanti all'armadio in mutande e continuava a fissare gli indumenti come se potessero prendere iniziativa da un momento all'altro. Beh, in realtà ci sperava. Un po' come Mago Merlino che dava vita agli oggetti. O La Bella E La Bestia con l'armadio vivente. Sarebbe stato tutto più semplice.
«El, ma che stai facendo?»
Diamine, ma perché tutti dovevano fargli prendere certi infarti ultimamente? Kara si mise a ridere nel momento in cui si rese conto dello spavento preso dal fratello minore.
«Non so che mettermi. Non voglio indossare qualcosa di troppo provocante, ma nemmeno troppo sportivo.»
Kara fece un sorriso dolce e si avvicinò, attraversando la porta della camera davanti cui si era fermata. «Ti aiuto io.»
Elaja squittì vittorioso. Si lanciò sul suo letto, mentre sua sorella infilava la testa dentro al suo armadio.
«Per chi ci stiamo vestendo?» chiese con furbizia.
«Che significa?» il più piccolo rispose con un'altra domanda. Era meglio fingersi ingenuo.
«Per Bess? Per Terry? O per qualcun altro?»
Elaja gemette frustrato. «Sai una cosa? Credo che sia proprio Terry il problema di questa festa.»
«Quindi hai chiesto a Jonah di venire con te per usarlo come bodyguard. O come finto fidanzato così che lui ti stia alla larga.» non era nemmeno una domanda quella.
Il pilota arrossì e socchiuse la bocca sorpreso. «E tu come fai a sapere che viene Jonah?»
«Ti viene a prendere alla nove, ti ha scritto. Prima. Sì, lo so, ma è un vizio di famiglia lasciare i cellulari sbloccati ed è un altro bel vizio leggere i messaggi altrui che appaiono tranquillamente nello schermo. Troppo allettante... il modo migliore per farsi gli affari di un fratello che non dice nulla se non a suo cognato e quel cognato maledetto tiene la bocca chiusa seguendo il tuo volere. Decisamente molto frustrante, credo che abbia litigato perfino con Alexia per questo qualche volta.»
Elaja si mise le mani sul viso. «Siete due impiccione.» borbottò, ringraziando mentalmente Niall per essergli sempre così fedele. «Io e Jonah non abbiamo nessun tipo di relazione come voi immaginate e mai ce l'avremo.»
«Come mai lo hai invitato alla festa?»
«Perché... beh, perché...» si ritrovò a balbettare.
E poi stava avvenendo una reazione inspiegabile dentro ai suoi maledetti boxer, così all'improvviso. E non stava neanche pensando a niente di sconcio! Ma come era possibile? A diciotto anni non avere il pieno controllo del proprio corpo... Frustrante! Dio, si sentiva sempre troppo piccolo quando pensava a Jonah. Ecco, forse era proprio a lui che stava pensando poco prima. Reazioni involontarie non appena il viso del pilota più grande gli si formava davanti agli occhi. D'accordo...
Inutile comunque da dire, Jonah era ormai un uomo. Lui era ancora un ragazzino. Dannazione.
Si mise a sedere di scatto e andò alla ricerca dei pantaloncini che si era tolto precedentemente.
Kara si mise a ridere, ma non commentò in nessun modo. Evitò perfino di guardarlo, dando più attenzione al suo guardaroba. Ne uscì con le mani piene poco dopo. Un verso vittorioso fece capire al più piccolo che aveva trovato ciò che faceva al caso loro.
Elaja non fu contento quando si rese conto che aveva scelto proprio i pantaloni che Terry aveva sempre adorato. Glielo diceva chiaramente tutte le volte che li indossava. Gli lasciavano le caviglie scoperte e gli fasciavano perfettamente le gambe magre ma definite. Effettivamente gli stavano veramente bene, quindi perché non metterli?
«Camicia e bretelle o maglietta bianca e giacca blu?»
Elaja fece scorrere gli occhi su entrambe le proposte della sorella, ma alla fin fine non aveva nulla da decidere. «Mi rifiuto di andare ancora in giro con le bretelle.» esclamò.
«Perché? Ti stanno così bene.» disse sua sorella con un piccolo broncio deluso.
«Perché mi fanno sembrare uno studentello delle medie. E io sono un uomo.»
Kara si morse il labbro inferiore per non ridere. «Un ometto, piccolo.»
Dio, crescendo Kara era diventata più simile a sua sorella maggiore. Da quando si era fidanzata con quel nuovo ragazzo nerd quanto lei, l'acidità era svanita nel nulla, sostituita da quella strana dolcezza. Elaja ne era decisamente nauseato. Perché la vittima delle donne Valery era quasi sempre lui. O almeno, prima che arrivasse la piccola Hannabel.
Il rosso sbuffò e afferrò i vestiti che sua sorella teneva in mano. Era arrivato il momento di vestirsi. Non la ringraziò neanche, ma sua sorella non ci fece neppure caso. Fu decisamente soddisfatta quando lo vide scendere le scale con quella che lei definiva "immensa figaggine" stampata addosso.
«Va e rimorchiali tutti.» era stato il suo commento.
Elaja aveva semplicemente sbuffato ed era arrossito, borbottando poi parole incomprensibili, che avevano fatto ridere Kara.
«Posso farti una foto?»
Gli occhi verdi si erano spalancati. «Assolutamente no.» e quello era stato il pretesto per scappare via di casa e raggiungere Jonah all'esterno.
Jonah Wislow. In total black, appoggiato alla sua auto sportiva in attesa del più piccolo. Oh dio, pantaloni aderenti con cintura, canottiera nera dentro ai pantaloni e giacca di pelle. Ai piedi stivaletti neri e i capelli legati in modo disordinato.
Ad Elaja mancò il fiato. E si pentì quasi di averlo invitato.
«Non hai un'altra macchina con cui andare? Insomma, attirerà l'attenzione di tutti.» fu la prima cosa che riuscì a borbottare.
«Vuoi andare con la tua?» chiese Jonah con ironia.
«La mia Berlina non parte più.» continuò l'altro a voce bassa. E il pilota più grande si mise a ridere.
Dannazione, Elaja aveva fatto appena in tempo a parcheggiare davanti casa quella mattina, prima di sentire lo scoppio di qualcosa sotto all'auto. Quindi adesso era completamente fuori gioco.
«E poi l'attenzione si sposterà su di noi non appena scenderemo dall'auto. Possiamo andare ora, rosso?»
Beh, Jonah non aveva tutti i torti. Elaja annuì e si affrettò a salire in macchina.
Destinazione? Festa nella immensa villa di Terry. Cazzo.
Forse sua sorella aveva ragione. Forse era per quel motivo che si era portato Jonah. Per stargli incollato come stava facendo. E il più grande non si stava neanche lamentando. Elaja si chiese semplicemente se non ci stesse facendo caso o se comunque non lo ritenesse un problema. Lasciava che le loro braccia si sfiorassero mentre procedevano verso l'ingresso, con gli occhi di chiunque addosso.
«Elaja!»
Okay, iniziavano bene. I due piloti avevano appena messo piede in casa che due braccia si erano gettate al collo del più piccolo. L'odore dell'alcool gli fece fare una smorfia.
«Sei diventato una star, amico.»
Solo allora si rese conto che si trattava di Ted, il cugino di Bess.
Elaja sospirò. Si trovavano spesso a dover gestire quel ragazzo per la sua abitudine di alzare il gomito con troppa facilità. «Tua cugina sa che sei già ubriaco, Ted?»
«Non vedo mia cugina da quando sono arrivato.» riuscì a dire, prima di mettersi a ridere e scollarsi dal pilota, per poi sparire in mezzo alla folla, trascinato da qualcun'altro.
«Scusa.» disse Elaja a Jonah a quel punto e il più grande gli sorrise rassicurante, prima di sporgersi verso di lui per sovrastare la musica improvvisamente più alta.
Dopotutto, quella sembrava una normale festa universitaria in casa di uno studente ricco. Probabilmente Bess aveva solo dato aria alla bocca, con tutta la storia dell'organizzazione in suo onore. Beh, di certo quella era una cosa positiva, che lo tranquillizzava un po'.
«Andiamo a prendere da bere?» il respiro di Jonah vicino all'orecchio lo fece rabbrividire. Elaja annuì e lo afferrò per il braccio quasi involontariamente, per non perderlo in mezzo alla folla.
Jonah si costrinse a non guardare quella mano attaccata al suo braccio. Dio, perché doveva essere in quel modo? Nessun ragazzo etero lo avrebbe mai afferrato in quel modo. O gli sarebbe stato così vicino. Anche uno sensibile come Elaja. Il più grande aveva come la sensazione che lì qualcosa non quadrasse.
Sensazione che ovviamente veniva stroncata ogni volta che la ragazza riccia saltava fuori.
Jonah si rivolse di nuovo ad Elaja: «Vuoi qualcosa da bere?»
Ma dal più piccolo ottenne solo un cenno di diniego.
«Nemmeno analcolico?» aveva tentato ancora, ma a quanto pareva Elaja non era per nulla propenso a bere.
In quel momento, Bess era spuntata da chissà dove e aveva afferrato il suo migliore amico per le guance con una sola mano, per poterlo baciare in bocca.
Il rosso fece una smorfia di disgusto, perché le labbra della ragazza sapevano di birra. Poteva sopportare il sapore dei superalcolici dolci, ma quello della birra... proprio no, diamine.
«Bess, che schifo.» si lagnò, ma fu un borbottio sentito soltanto da sé stesso.
La ragazza si mise a ridere. Ed Elaja emise un ulteriore sospiro, perché quella era la risata di Bess da ubriaca.
«Finalmente sei arrivato! Insieme al secondo pilota più bello della Formula 1.» urlò la ragazza, aggrappandosi al collo del rosso e indicando Jonah, che adesso aveva un bicchiere in mano pieno di un liquido scuro.
Il più grande li stava fissando, e né Elaja né Bess erano in grado di comprendere il significato di quello sguardo.
«E chi è il primo?» chiese il rosso.
«Ma tu, sciocchino! Vieni, ti devo portare da...» non finì neanche la frase. Troppo complicato per le condizioni in cui si trovava. Ma perché erano tutti già così andati ad un orario così presto?
Elaja si voltò subito verso Jonah, che annuì comprensivo. Gli stava chiaramente dando il consenso di lasciarlo solo, anche se il più piccolo non voleva.
«Ci vediamo dopo.» aggiunse Jonah, appena prima di separarsi.
Il più grande non andava ad una festa di quel tipo da secoli. Nessuno faceva caso a lui, alla fine. Forse a causa della luce attenuata e dell'alcool in circolo. Jonah si guardò intorno, cercando di togliersi dalla testa il suo copilota. Diavolo, quella sera il rosso era più eccitante del solito. Non lo aveva mai visto vestito in modo simile e Jonah aveva faticato a mantenere il controllo.
Ad ogni modo, c'era quella Bess. Quindi Jonah doveva toglierselo dalla testa. E visto che un ragazzo continuava a fissarlo da pochi metri giocando con la cannuccia del suo drink in modo accattivante, decise che quello sarebbe potuto essere un buon modo per godersi la serata. Proprio come non faceva da parecchio.
Jonah fece appena in tempo a fare due falcate, quando le luci si accesero e la musica divenne solo un sottofondo. Qualcuno con il microfono attirò l'attenzione di tutti i presenti. Un tipo biondo, probabilmente il padrone di casa, aveva un sorriso accecante sul viso: «Ragazzi, come vi avevo promesso, la stella della serata è arrivata.»
Jonah si voltò verso il punto che il biondino stava indicando. Tutti stavano guardando Elaja, irrigiditosi sul posto accanto a Bess.
«E visto che Drew non credeva che sarebbe venuto davvero, sono onorato di averti qui. Benvenuto in casa mia, Elaja. E spero che prima che la serata finisca tu possa mostrarmi i premi che hai vinto in pista. Visto che il tuo premio migliore me lo hai già mostrato diverse volte... l'ho già assaggiato.» e si era messo a ridere di gusto.
Jonah sentì una rabbia quasi ingestibile montargli dentro. Perché non riusciva a staccare gli occhi da Elaja. Merda, il piccolo pilota aveva gli occhi spalancati. Bess accanto a lui non sembrava contenta. Sorpresa forse. Sconvolta. Arrabbiata.
Perché diamine quel ragazzo stava umiliando Elaja in quel modo? Stava insinuando davanti a tutti cose che...
Gli occhi verdi del pilota si erano riempiti di lacrime.
E Jonah si mosse immediatamente, nello stesso momento in cui il rosso si era voltato e si era fatto largo tra la folla. Doveva raggiungerlo. E doveva farlo in fretta.
Elaja intanto non riusciva a respirare. Non sapeva dove stava andando. Sentiva solo le parole di Terry rimbombargli nelle orecchie. Ecco a che cosa serviva la sua presenza lì quella sera. Proprio adesso che Elaja era diventato qualcuno, Terry aveva voluto vendicarsi per bene, probabilmente per l'affronto subito l'ultima volta che si erano visti, quel fatidico clamoroso rifiuto.
Ad Elaja veniva da piangere, voleva veramente versare quelle lacrime, ma in mezzo a tutta quella gente non ne aveva il coraggio. Si sentiva uno stupido. Stupido, stupido, stupido. Perché era venuto a quella maledetta festa?
Elaja non sapeva neanche come, ma adesso si trovava nel giardino sul retro. L'aria fresca sarebbe dovuta essere d'aiuto, ma...
Una mano lo afferrò per il polso e lui si voltò spaventato. «Non è stato carino scappare così, piccolo.»
Terry. Quell'aspetto da angelo che nascondeva un demone.
«Sei solo uno stronzo.» riuscì a sussurrare il più piccolo, cercando di liberarsi da quella presa. Ma la morsa si fece più stretta e in pochi istanti la sua schiena colpì il muro dell'edificio dietro di sé. Le sue braccia vennero bloccate sopra la sua testa e il corpo di Terry si spalmò contro di lui.
«So che lo vuoi anche tu. O non avresti indossato i pantaloni che mi piacciono tanto.»
La mano di Terry si infilò proprio dentro ai suoi pantaloni. Terry lo stava tastando. Ed Elaja non stava reagendo. L'unica cosa che riusciva a fare era far scendere finalmente quelle lacrime lungo le sue guance. Elaja non riusciva a capire più nulla, il suo cervello era come andato in tilt.
«Voglio farmi un'ultima volta il pilota d'oro. Adesso che hai tutta questa fama risulti ancora più succulento.»
Il fiato di Terry sul suo collo e brividi gelidi lungo la sua schiena.
Elaja chiuse gli occhi mentre l'universitario lo faceva voltare, per poi abbassargli con forza i pantaloni.
«Non urlare, piccolo. Tanto so che ti piace. Goditelo.»
Elaja non scopava da mesi. Sapeva che Terry non sarebbe stato gentile. E lui non avrebbe sopportato il dolore che gli avrebbe potuto causare. Ma allora perché non riusciva a reagire?
Un singhiozzo gli morì in gola, quando il membro di Terry si poggiò contro il suo fondoschiena.
Elaja serrò gli occhi, rassegnandosi a ciò che stava per accadere.
Ma ciò che temeva... non avvenne. Il corpo di Terry si allontanò improvvisamente da lui. Ed Elaja, non riuscì a reggersi in piedi. Cadde a terra e l'ultima cosa che sentì fu la voce di Jonah: «Gran figlio di puttana!»

My Dream Is You (Spinoff Ad Alta Velocità)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora