Una lacrima per una goccia d'acqua

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Si infilò nella sua tenda poco lontana dal retro del palcoscenico, il cuore batteva a mille nel petto; quando aveva detto al fratello di voler lasciare tutti a bocca aperta, in realtà, lei aveva desiderato stupire un solo uomo, l'unico che, sino ad allora, l'avesse scossa nel profondo: don Claude. Un sorriso raggiante le si dipinse sulle labbra nel ripensare a quel suo sguardo sorpreso nel vederla vestita a quel modo e quella timida rigidità che aveva mantenuto quando gli si era avvicinata; si domandò che cosa avesse pensato, la paura la travolse tutto d'un tratto. E se l'avesse creduta sciocca? E se l'avesse vista come un'incosciente? O peggio, come una sgualdrinella adatta solo ad un bordello? Si morse il labbro inferiore solamente a pensarci, e si pentì delle sue azioni, ma, al tempo stesso, in fondo, ne fu felice: quel sorriso che le aveva rivolto poco prima che se ne andasse era stato così dolce, così meraviglioso... un fremito la fece sussultare, mentre il tenero ricordo del braccio del prete attorno alla sua vita riemergeva e le scorreva veloce nelle vene. Di nuovo percepì dentro di lei quella strana sensazione di brivido, di formicolio ovunque in lei, e si sentì ancora sfiorare da quella mano, le guance si tinsero d'un rosso carmino a contrasto con la sua bella pelle ambrata, il cuore prese a correre veloce in lei e, per pochi istanti, ebbe un senso di vertigine ed il suo respiro, calmo e pacato, si fece inopinatamente affannoso, bloccato da un peculiare peso sullo sterno. L'entrata della tenda si socchiuse,la ragazza si voltò di scatto, imbarazzata nell'essere scoperta in una simile situazione: Clopin, con la sua barbetta folta tanto simile a quella di Djali sul mento, comparve all'ingresso, un sorriso tinto sulle labbra: <<Ah, sorellina!>> esclamò <<Sei stata divina! Divina!>>
<<G-grazie...>> balbettò Esmeralda prima di stringersi nelle spalle. Il fratello rise sonoramente: <<E che grande idea prenderti gioco dell'arcidiacono!>> gridò facendosi più vicino a lei; tutto d'un tratto, l'afferrò per un braccio, la costrinse a guardarlo in viso e, del tutto serio, sibilò: <<Non fare mai più una cosa simile, Esmeralda.>>
<<Perché?>> domandò ingenua lei <<Non ho fatto nulla di male...>>
Ed era vero! Peccato che anche Clopin ne fosse totalmente conscio, ma che, avendo notato le numerose frequentazioni della ragazza alla cattedrale, avesse ideato un piano per allontanarla.
<<Lo so.>> rispose il fratello afferrandole le mani <<Ma non sono le tue azioni a preoccuparmi. Ho paura di ciò che ora potrebbe fare quell'uomo.>>
La piccola gli rivolse uno sguardo tanto confuso quanto impaurito dalle sue parole; Clopin sospirò pesantemente, ed allungò una mano verso di lei per accarezzarle il viso: <<Mia piccola Esmeralda ...>> iniziò, senza in realtà avere idea da dove cominciare a seguire il suo piano senza farlo notare alla sorella <<Vedi ... non tutti gli uomini sono come coloro che vivono alla Corte con noi. Non tutti sono in grado di riuscire a dominare i loro istinti, soprattutto quando l'oggetto dei loro desi-ehm, pensieri sono belle ragazze come te. Forse già da un po' gli hai fatto qualcosa, Esmeralda ... non so se riesci a comprendere ... intendo dire che lui potrebbe volere ... il tuo amore. Il tuo corpo. Basta così poco ad accendere un piccolo fuoco in quegli uomini, sorellina ... e non voglio che qualcuno ti faccia del male forzandoti a ...>> fece roteare gli occhi, come a scacciare quel pensiero <<Mi prometti che starai attenta?>>
La fanciulla rimase immobile davanti al fratello, il cuore in gola, accompagnato da uno strano nodo robusto e da una peculiare oppressione sul petto; il suo animo ingenuo tremava nell'assorbire i velati avvertimenti e riferimenti che il re della Corte dei Miracoli le aveva appena rivolto, non riusciva nemmeno a batter ciglio. Le stava forse tentando di dire che don Claude avrebbe potuto approfittare di lei in qualsiasi momento da ora in poi? O che avrebbe già potuto sin dall'inizio?
Un'ondata di disgusto la investì, una strana consapevolezza la rivestì e tutta la dolcezza che aveva provato verso di lui sino ad allora si trasformò in ribrezzo, l'interesse in ritrosia, la voglia di stargli accanto in voglia di sparire dalla sua vita. Si sentì sporca nel ripensare a ciò che era avvenuto quattro giorni prima e a quello che aveva fatto da soli pochi minuti; raccolse l'abito che l'uomo le aveva regalato, lo appallottolò tra le braccia e rimase ad osservarlo per qualche istante, mentre tutto si faceva più chiaro. Se la poveretta non avesse amato così ciecamente il fratello da ascoltarlo alla lettera e fare tutto ciò che lui le diceva, si sarebbe data il tempo per riflettere e per rendersi conto che, sì, Frollo avrebbe potuto approfittare di lei, ma che mai, mai ci aveva anche lontanamente provato. Dentro di sé, Esmeralda sapeva che non avrebbe osato posare un dito su di lei senza il suo consenso.
Purtroppo, le parole della persona che più si ama al mondo possono confondere ed accecare; e fu esattamente ciò che accadde alla piccola.
<<Non lo rivedrò mai più.>> disse rivolta al fratello, sicura, ma con voce tremante <<Stanne certo.>>

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