La testa mi scoppiava eppure c'era sempre una voce nella mia testa, quella di mio padre, mi diceva di svegliarmi, di alzarmi ma perché me lo diceva se dovevo vivere così? Perché svegliarmi se alla fine ogni giorno era una tragedia per me.
C'era sempre lei nella mia testa, dicevo agli altri che era morta, che non avevo una madre eppure anche se per gli altri era morta, anche se dicevo così è mi convincevo che lo fosse nella mia testa lei era sempre viva, un fantasma costante che mi tormentava con i suoi trucchi, con i suoi inganni.
"Luce stai bene?" Quando aprii gli occhi Selena era lì, accanto a me che mi teneva la mano mentre Demi era seduta accanto a me sul letto mettendomi una borsa d'acqua sulla testa e tenendo un bicchiere, presumibilmente con acqua e zucchero, nell'altra.
Non riuscivo a parlare la gola era completamente a fuoco, avevo la voce bassa e rauca quando risposi a Selena.
"Si, ho avuto solo un giramento di testa ma sto bene..." provai ad alzarmi ma l'intero corpo diceva di rimanere stesi ancora per un po'.
Quando una voce interruppe quel silenzio che si era creato, entrambe le mie amiche mi stavano guardando in silenzio e a volte si scambiavano degli sguardi come se fossero preoccupate per qualcosa.
"Chi c'è di la?" Appena girai la testa me lo vidi davanti, mio padre stava sulla soglia, il suo abito da lavoro, quello classico con pantaloni blu, scarpe lucide, camicia bianca e cravatta del medesimo colore dei pantaloni era tutto rovinato.
Le scarpe erano sporche di fango e terra, i pantaloni stropicciati come se qualcuno li avesse tenuti stretti tra le mani, la cravatta slacciata e poggiata sul collo e la camicia interamente sporca di sangue.
Immediatamente pensai che fosse ferito, che si fosse fatto male venendo in auto fino a qui, ma appena gli vidi il viso, quegli occhi pieni di lacrime capii che lui non era ferito, continuava a guardare un punto fisso verso di me, un punto vicino alla testa.
"Vi lasciamo da soli" disse Demi alzandosi e guardando Selena che non voleva lasciarmi da sola, fece un po' di fatica a staccare la sua mano dalla mia ma poi si allontanò e chiuse la porta alle sue spalle.
"Che è successo papà , non ricordò quasi niente soltanto di aver parlato con te e poi... niente come se avessi dormito non lo so"
"Sei svenuta Luce, ti ho sentito dal telefono mentre parlavo con la tua amica gridare, hai gridato così forte e poi sei svenuta."
"E tutto quel sangue? Di chi è?"
"E tuo, hai sbattuto la testa sul water, le tue amiche si sono fatte aiutare da un ragazzo e ti hanno portato sul letto, hanno chiamato l'ambulanza ma io... io non ti ho fatta spostare non volevo tornare lì luce, non volevo tornare in quell'ospedale e vederti lì distesa incosciente" stava piangendo, le lacrime scendevano lungo le guance, formando dei solchi e cadevano sulla sua camicia già sporca formando delle chiazze che si andavano sempre più allargando lacrima dopo lacrima.
Cadde in ginocchio accanto al mio letto e mi baciò la mano.
"Mi dispiace Luce, mi dispiace di non essere il padre perfetto che credevi c'era sempre una frase che mi dicevi prima di andare a dormire ogni sera, ogni sera quando eri piccola quando io ti mettevo a letto." Rimase in silenzio mentre cercava di calmarsi.
Ricordavo quella frase ogni volta gliela dicevo prima di addormentarmi, perché lo faceva felice perché io adoro vedere mio padre felice.
"Sei il mio eroe papà" i suoi occhi si illuminarono, e nonostante si stesse cercando di controllare non ci riuscì piangemmo entrambi ricordando in silenzio quei bei momenti,qui bei momenti in cui tutto sembrava perfetto, quando mio padre non litigava con la mamma, quando mio padre non se ne andava di casa, quando mio padre non scompariva così improvvisamente quando io avevo ancora una famiglia.
Passai tre giorni a letto, e mio padre non se ne andò mai, ormai dormiva sul divano e appena sentiva un mio piccolo lamento scattava a sedere quasi avesse i radar. A volte si addormentava sul pavimento stringendomi la mano.
E se provavo a toglierla, lui la stringeva più forte non voleva allontanarsi da me neanche un singolo secondo.
Demi e Selena, mi portavano in camera i compiti e gli appunti presi a lezione, volevo iniziare il mio primo anno di università come persona normale, ma invece io sapevo che nonostante avessi cambiato città, nonostante avessi iniziato una vita nuova lei non mi avrebbe mai abbandonato.
Mary chiamava ogni giorno per sapere come stavo, nonostante fosse una donna incinta che da un momento all'altro poteva partorire lei era tranquilla non litigava mai con mio padre, sopratutto in questa circostanza dove mio padre gli sarebbe dovuto rimanere accanto.
"Papà davvero puoi tornare a casa, mi sono ripresa alla grande e poi domani incomincerò i corsi tu rimarresti da solo qui a perdere tempo. Quando in realtà sai che c'è un ufficio, una moglie e tuo figlio che hanno bisogno di te"
"Sei mia figlia anche tu Luce, e anche tu hai bisogno di me nonostante cerchi di non dimostrarlo, di non farmi preoccupare so che hai bisogno di me, so che stai male"
"Papà questo è il mio prezzo da pagare, sono stata per un intero anno in terapia niente è cambiato.
Nessuno può aiutarmi, questo sarà sempre un mio fardello nessuno potrà mai salvarmi da lei."
Rimase in silenzio fissando il vuoto della stanza, poche ore dopo ributtò nella sua borsa con cui andava a fare palestra, i vestiti che aveva indossato in questi tre giorni e mi salutò.
"Ci sentiamo appena torno a casa e mi raccomando..." disse indicando il cellulare "non voglio che lo spegni più Luce, ti ho regalato un iPhone 6 il natale scorso e voglio che lo usi non che lo tieni spento."
Aveva ragione la maggior parte delle volte il mio cellulare rimaneva spento, erano molti gli attacchi che avevo non sapevo cosa li scaturiva ma sapevo la soluzione. Era come un attacco d'asma, forse peggio, quando hai un attacco di panico il respiro comincia a mancarti ti senti i polmoni oppressi da qualcosa ,la testa che inizia a girare ,la vista appannarsi, le forze abbandonarti ma il mio era peggiore.
Secondo voi è mai possibile catapultarsi nei ricordi completamente? Come se all'improvviso non ti trovassi più in classe o al bar ma in quella casa, in quel salone con tutta quella gente che continua a ridere di te quasi fossi un pagliaccio da circo, un attrazione messa in mostra .
Il mio corpo reagiva esattamente come quel giorno, il corpo immobile quasi fosse un tronco, i muscoli tesi fino a sentire il calore e il dolore propagarsi in tutto il corpo, il respiro che inizia a mancarti fino a sentire i polmoni che stanno come per esplodere, il corpo che trema, trema fino a quando qualcuno non mi riporta alla realtà, fino a quando non mi sveglio da quell'incubo.
Ma tornare alla realtà forse è più difficile che vivere nell'incubo.
Tutte le persone intorno a te non fanno altro che guardarti, c'è chi mi ha dato della pazza chi appena mi vedeva si allontanava, e poi c'è chi si preoccupa per te come le mie amiche, come mio padre, come Mary ma loro non potranno mai capire, anche se glielo spiegassi non capirebbero quello che mi ha fatto passare mia madre quella notte.Era mia madre, ogni bambina piccola sogna un giorno di diventare come sua madre beh io non voglio proprio che accada una cosa del genere, se il sentimento che provo adesso dentro di me tutta questa rabbia che mi ribolle dentro si chiama odio allora si io odio mia madre per avermi rovinato la mia vita, per avermi reso una pazza in tutti i sensi.
Mio padre se ne andò, ma prima di andarsene mi fece promettere che sarei stata bene, che mi sarei divertita è uscita con le mie amiche, ma che sopratutto mi sarei impegnata a scuola, nello studio per realizzare il mio sogno.
Lo rassicurai su tutto e chiusi la porta, mi ci accasciai contro non potevo render un inferno la vita, la nuova vita di mio padre lui ci era riuscito ad andare avanti e anche io dovevo farlo.
"Hey Luce noi scendiamo, vuoi venire a farti un giro con noi..."
"No!" Le interruppi subito non avevo voglia di uscire e poi ero rimasta indietro con le lezioni perciò dovevo recuperare tutto.
"No, davvero devo studiare penso che me andrò in biblioteca ma grazie comunque del pensiero"
"Ok" Selena guardò Demi negli occhi che scosse la testa, non so come ma Demi riusciva a capirmi, riusciva a capire quando una persona doveva e non doveva insistere con me in quel caso meglio lasciarmi a casa.
Mi salutarono ed uscirono entrambe, lasciando un lugubre silenzio in quella stanza.
Non potevo rimanere lì, dovevo andarmene il prima possibile e uscire all'aria aperta.
Infilai la prima cosa che presi dall'armadio, ovvero jeans stretti e maglia a maniche corte.
Presi lo zaino con i libri e tutto il necessario e aprii la porta, mi ritrovai davanti il ragazzo più sexy della scuola con una maglietta bianca che gli stava alla perfezione e lasciava intravedere i muscoli sotto, i pantaloncini corti e i capelli tutti sudati tirati dietro.
"Hey Luce, come stai?" Back era davanti a me e mi stava chiedendo come stavo, con quei suoi due occhi azzurri mi stava guardando in modo dolce e premuroso, come se fosse preoccupato.
Ma aspetta lui come faceva a saperlo?
"E tu come fai a sapere che io non sono stata bene?"
"Beh..."disse mettendosi una mano dietro la nuca e cercando di trovare una scusa plausibile.
"...frequentiamo lo stesso corso di letteratura inglese....ah no...aspett..."
"Fammi indovinare sono state Selena e Demi?"
"Aaah... si ma promettimi che non gli dirai niente altrimenti mi uccidono quelle due" era così dolce , così bello da togliere il fiato mentre fantasticava su quello che le mie due coinquiline gli avrebbero fatto se solo avessero saputo la verità.
"Non preoccuparti non dirò niente"ridemmo entrambi, due risate silenziose.
"Allora come stai?"
"Sono stata meglio" dico stringendomi i libri di testo al petto.
"Vuoi parlarne? So che non ci conosciamo da molto ma per qualunque cosa io sono qui..."
Lo interruppi "ti ringrazio Back, ma preferisco andare a studiare adesso è non pensarci"
"Capisco, beh vuoi che ti accompagni?"
Gli avevo detto già una volta no, già l'avevo rifiutato una volta sarei stata pazza a farlo di nuovo perciò accettai.
Back cercava di distrarmi in ogni modo, di farmi ridere e di tenere lontano i miei mostri per un po'.
La biblioteca si affacciava sul giardino dell'Università, perciò dalle grandi finestre si vedeva un paesaggio stupendo, pieno di verde, un prato curato alla perfezione, i fiori rigogliosi e colorati, il giardiniere che rastrellava le foglie cadute non so se era la perfezione ma l'immagine di quel cortile così ben curato si avvicinava parecchio.
"Biologia eh?"disse all'improvviso Back interrompendo quella magnifica visione.
"Si, sono rimasta indietro a causa del mio incidente perciò devo mettermi sotto"
"Se vuoi posso darti una mano"
Back era davvero fantastico, come faceva un ragazzo così a non essere ancora fidanzato?
Spiega benissimo, la biologia quel giorno sembrava molto più semplice rispetto alle altre volte.
Le formule, gli argomenti, i nomi le pronunciava in un modo impeccabile, e vogliamo parlare del movimento di quelle labbra?
Un paradiso, forse per questo le ricordo così bene.
Rimanemmo lì per tutto il pomeriggio, Back non si allontanò quasi mai neanche per andare in bagno. Rimanemmo li finché il mio cervello di informazioni non ne ebbe abbastanza.
Erano le sette quando accessi il cellulare e controllai le chiamate e i messaggi dj mio padre.
"Penso che per oggi basti così" dissi chiudendo i libri uno alla volta e infilandoli in borsa.
Ero parecchio stanca dopo la giornata di studio: la chimica, la biologia e la fisica non posso essere studiate tutte insieme credetemi.
"Già anche perché tengo la gola molto secca" scoppiammo a ridere entrambi.
"Mi dispiace" dissi dandogli un colpetto con la spalla.
"Ti andrebbe di andare a prendere qualcosa al bar?"
La biblioteca era quasi vuota a quell'ora, gli ultimi stavano ripetendo a memoria le ultime cose e poi se ne sarebbero andati.
"Si va bene" sul viso di lui apparve un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
"Perfetto ti vengo a prendere tra poco, nelle tua stanza devo andarmi assolutamente a fare una doccia" disse mettendosi il mio zaino sulla spalla.
"Anche io" affermai prendendo la maglietta sudata tra le mani.
Back era un tipo sveglio, intelligente, divertente non mi aveva mai fatto sentire a disagio per tutta la giornata.
Mi sorrideva in continuazione, i suoi occhi, il suo sguardo erano puntati solo e soltanto su di me nonostante le altre cercassero di attirare la sua attenzione.
"Ci vediamo tra poco" disse porgendomi lo zaino e toccandomi una guancia. Scomparve nel lungo corridoio e io rimasi lì immobile a guardare quello splendore che si allontanava.
Quando all'improvviso la porta di fronte la mia stanza si aprì, ne uscì un ragazzo con i pantaloni sbottonati, che mettevano in mostra dei boxer neri. Era senza maglietta nel dormitorio delle ragazze e si comportava come se niente fosse, una sola persona poteva essere: Wes.
" ci vediamo dopo dolcezza" disse alla ragazza dandogli un bacio con la lingua, non se la stava baciando se la stava letteralmente mangiando.
Cercai di distogliere lo sguardo da quell'orrore, e mi voltai per cercare di entrare dentro la stanza il prima possibile, prima che lui...
"Hey cornacchia..."disse avvicinandosi, troppo tardi.
Mi voltai, Wes era ancora mezzo nudo e si comportava in modo naturale.
"Che cosa vuoi Wes?" Dissi cercando di guardarlo solo e soltanto negli occhi.
"Come stai?" Fui sorpresa di quella domanda, infatti non risposi subito.
"Bene...gra..." non finii neanche la risposta che subito mi interruppe.
"Bene, perché la prof Melensi ci ha assegnato un progetto e indovina chi starà in coppia insieme?"
"No stai scherzando ver?"non poteva essere vero.
"Mi dispiace bambolina ma è così" disse allungando una mano e mettendomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Domani chiederò alla prof di cambiarmi compagno" dissi decisa.
"Ci ho già provato io e ha rifiutato"
"Oh non è possibile" stavo quasi per mettermi a piangere ve lo giuro, non poteva essere vero. Io e Wes fare un progetto insieme? Avrebbe passato il pomeriggio a punzecchiarmi e a farmi arrabbiare ne ero assolutamente sicura.
"Credimi bambolina neanche io voglio stare con te, preferirei centomila volte una ragazza carina con cui fare il progetto è subito dopo in altra cosa molto più interessante" disse guardandomi con occhi vogliosi.
"Senti Wes..." dissi arrabbiata non lo sopportavo, non sopportavo il modo in cui mi parlava, era solo un ragazzo troppo cresciuto che pensava soltanto ai suoi ormoni impazziti.
"No senti tu Luce" disse avvicinandosi il suo corpo ora toccava il mio, sentivo i muscoli tesi contro la mia maglietta. La schiena era bloccata contro la parete fredda.
"Tu non mi stai simpatica, e ti giuro che non sopporto l'idea di fare coppia con te in questo progetto quindi se riuscirai a far cambiare idea alla prof bene altrimenti faremo questo progetto insieme non voglio di certo prendermi un brutto voto con la media che ho, capito? E un altra cosa, sta lontana da Back è chiaro?"disse allontanandosi di colpo.
Questo ragazzo è davvero lunatico.
"Perché dovrei stare lontana da Back" dissi, nonostante mi avesse detto tutte quelle cose l'unica su cui mi soffermai era questa.
"Perché tu non lo conosci, io si"
"Non conosco neanche te"dissi mentre vedevo che lui si allontanava.
Quando senti quella frase si bloccò lo vidi stringere la maglietta che teneva in mano.
"Forse è meglio così"
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Sei Solo Mia
RomanceLuce appare come una ragazza bella, simpatica, divertente,felice ma nasconde dietro di se un passato oscuro che la perseguita dovunque va...fino a quando incontra Wes. Wesley, detto Wes, é il classico ragazzo sexy e famoso della scuola che tutte le...