15.

162 14 9
                                    

Quella notte non chiusi occhio, le ombre delle macchine con i loro fari abbaglianti, il rumore del lavandino che perdeva, la finestra della stanza accanto che batteva a causa del vento tutto questo mi faceva saltare letteralmente giù dal letto, chissà cosa sarebbe successo se Wes non fosse arrivato in tempo...già Wes , quel ragazzo era davvero così complicato. Quella notte non ero riuscita a smettere neanche una volta di pensare alle parole del dottore, di quanto fosse grave la situazione per Wes e scoprire che a lui non importava niente della sua vita.
Mi alzai dal letto e attraversai il corridoio per sbirciare nelle altre due camere, Selena e Demi stavano dormendo tranquille nei loro letti perciò cercai di fare il più piano possibile per cercare di non svegliarle. Avevo bisogno di aria e in quella stanza improvvisamente così piccola non c'è ne era abbastanza, perciò infilai il giubbotto pesante e con la tuta del pigiama uscii dalla stanza, a quell'ora non si sentiva un rumore nel corridoio, tutti dormivano beati nei loro letti, chissà che sensazione si prova a dormire tranquilla, sotto le lenzuola calde, nella propria stanza...io beh quella sensazione l'avevo dimenticata da tempo ormai. 
Scesi le scale diretta all'atrio, era vuoto completamente diverso dalla mattina quando è affollato di studenti e sembra così piccolo da non poterli contenere tutti, c'erano soltanto due luci lì che illuminavano l'entrata poi il resto era buio totale mi avvicinai alle porte e ne spinsi una per uscire fuori, l'aria fredda e pungente mi colpì il viso come un onda quando risali a galla, faceva davvero freddo quella notte ma avevo bisogno di sgranchirmi le gambe, di camminare per poi sentirmi davvero stanca e tornare in camera a dormire.
Il cortile dell'università era tenuto in buone condizioni, le aiuole erano ben curate e i fiori erano stupendi e davano quel tocco di colore che mancava all'intera struttura che a prima vista sembrava un carcere, a causa di quel colore grigio che aveva, l'erba era tagliata uguale in tutti i punti e gli alberi erano robusti con foglie verdi si vedeva che c'era un giardiniere che era esperto nel suo lavoro. Avanzai per il sentiero di ciottoli che circondava l'intera università e li seduto sulla panchina che osservava le macchine passare c'era Wes, aveva l'aria stanca e turbata.
Mi avvicinai a lui che intanto continuava a guardare dritto la strada,immerso nei suoi pensieri così tanto da non accorgersi di me, sembrava scosso, occhi grandi e... spaventati.
"Wes" dissi sedendomi accanto a lui, neanche allora si rese conto di me, solo quando lo vidi che incominciava a tremare capii che Wes Non stava davvero bene e per ciò gli strinsi la mano.
Lui sembrò ritornare in se, aveva il fiato corto ed era praticamente tutto sudato, la maglia era bagnata e conoscevo benissimo quella sensazione: incubi.
"Stai bene?" Dissi tenendo la sua mano tra le mie.
"Si...avevo bisogno di prendere una boccata d'aria fresca...e"
"Wes...non ce bisogno che inventi scuse so come ti senti...sono.."
"Terrificanti"
"Già" dissi distogliendo lo sguardo da lui,quegli incubi erano molto più che terrificanti.
"Mi dispiace Luce" disse mettendo la sua mano sulla mia, era calda e cosi talmente rovinata, riuscivo a sentire ogni ferita e callo che aveva.
"Di che cosa parlano i tuoi?" Era davvero strano che un ragazzo come Wes avesse certi incubi che gli toglievano il sonno.
"Sono ricordi che non sono riuscito s cancellare ancora del tutto e che mi tormentano ogni notte, non ce alcun modo di poterli rimuovere, sono andato da decine di strizzacervelli nessuno è stato capace di aiutarmi, soldi spesi inutilmente."
"Ti capisco...gli strizzacervelli sono inutili quando l'alcool e il fumo"
Riuscii a strappargli un sorriso.
"Colpo basso" disse stringendomi ancora di più le mani.
"Ce sempre un modo per dimenticare Wes, basta che pensi a qualcosa che ti abbia cambiato la vita , a qualcosa che ti faccia stare bene e scompaiono lentamente"
" tu ci sei riuscita?" Chiese incuriosito.
"Solo per un breve periodo, quando tornai a casa dopo l'incidente mio padre dormì con me tutta la notte e mi strinse fra le sue braccia, quella notte non ebbi nessun incubo perché il pensiero di quelle braccia che mi stringevano mi faceva sentire al sicuro.
Forse è così che dovremmo fare riuscire ad appenderci a qualcosa di bello e rimanerci attaccati fino a quando è possibile."
"Io non ho nulla di cosi bello nella mia vita a cui possa appendermi" disse Wes con aria sconfitta.
"Beh ...allora createne una, inizia a pensare a qualcosa di bello che ti piacerebbe fare, che ti renderebbe davvero felice e vedrai che forse riuscirai a dormire " i suoi occhi erano cosi chiari e belli alla luce della luna, non sembravano cosi tristi e spenti come lo sembravano di solito.
"I tuoi come sono?" Chiese all'improvviso dopo qualche minuto di silenzio dove le nostre mani si stringevano ancora.
Sentivo così tanto il calore del corpo di Wes vicino al mio, il profumo di menta vicino al collo, l'odore del gel tra i capelli fermi e dritti sulla testa.
"Arrivano ogni volta che sto dormendo seneramente, appaiono come ombre nella notte, ombre che assumono il viso di..." se continuavo gli avrei raccontato la verità.
"Luce...non ce bisogno se non vuoi...e difficile per entrambi a quanto pare"
"Entrambi abbiamo segreti che vogliamo nascondere Wes ma non potremmo mai nasconderli per sempre"
"Ok...allora quando sarai pronta io ti ascolterò" disse sorridendomi in una maniera impressionante, quella notte il suo sorriso era più luminoso della luna, era davvero difficile distogliere lo sguardo.
Il vento si alzò prepotente e gli alberi iniziarono a muoversi facendo cadere le foglie malate e morte, i miei capelli si muovetterono insieme al vento quasi stessero danzando e la pelle iniziò a farsi fredda.
"Fa freddo" disse Wes"forse è meglio se..." e indico i dormitori.
"Si si forse è meglio" cercai di alzarmi e allontanarmi ma le nostre mani sembravano cosi belle insieme, incastrate l'una all'altra e nessuno dei due voleva mollare la presa.
Lui scoppiò a ridere guardando le nostre mani e io feci lo stesso, era così strano la sensazione che provavo quando ero con lui c'erano dei momenti in cui avrei voluto ucciderlo con le mie stesse mani e altri in cui volevo che le sue mani mi stringessero a lui e che mi sfiorassero la pelle e non sapevo quale delle due dovesse prevalere.
"Ci vediamo domani" disse infine Wes ritraendo le mani.
"Domani?" Chiesi confusa io e Wes non.ci davamo mai appuntamento per nulla tranne forse per le sue sedute.
"Abbiamo una punizione da scontare se ricordi" gia la gelatina tra i capelli a causa sia i miei capelli si erano rovinati il prima possibile avrei dovuto tagliarli almeno un Po.
"Beh...allora a domani" lui mi fece un cenno con la mano e la mise nella tasca della tuta nera che indossava.
Wes aveva delle spalle enormi e mentre camminava si vedevano i muscoli contrarsi e rilassarsi mi sarebbe piaciuta fare una lezione di anatomia su quei muscoli pensai tra me e me ridendo.
Rientrai in camera, regnava un gran silenzio ed era cosi calda e accogliente , mi accascia vicino alla porta poggiando la testa sul liscio legno. Chissà se un giorno questa casa potrà diventare davvero mia, ci vivevo da quasi un mese ed era ancora estranea per me, mi facevano paura i suoi piccoli spazi che rimanevano al buio e le sue finestre dalle quali immaginavo sempre un volto. A pensarci bene mai in nessun posto mi sono sentita al sicuro neanche nella mia stanza, quella porta bianca che si addiceva ai mobili sembrava potersi aprire da un momento all'altro e allora come fanno i bambini quando sono spaventati mi rifugiavo sotto le coperte prima di chiamare a mio padre.
Mi rialzai da terra cercando di distogliere quei pensieri dalla testa e mi diressi verso la mia camera, controllai di nuovo le ragazze ed entrambe dormivano profondamente,lo prometto un giorno molto lontano ci riuscirò anche io.
Tolsi il giubbino e lo gettai dove capitava, mi infilai sotto le calde coperte e provato a chiudere gli occhi...non fu una cosa facile.
Quella mattina come tutte le altre fu traumatica, e per giunta avevo un raffreddore tremendo, il freddo della notte precedente non mi aveva fatto bene. Mi alzai barcollando verso il bagno per lavarmi il viso, fu solo quando le mie mani toccarono la faccia che sentii quell'odore forte alla menta, l'odore di Wes .
E pensare che quel giorno avrei dovuto passare l'intera giornata con lui in una palestra.
Indossai un jeans a vita alta e una maglioncino bianco con lo scollo a v. 
Andai in cucina dove Selena e Demi stavano preparando la colazione, aprii la porta e le vidi bisbigliare qualcosa tra di loro quando però si accorsero di me smisero subito e mi guardarono con fare sospetto, uno sguardo che moriva dalla voglia di chiedere qualcosa ma non poteva.
"Buongiorno" dissi prendendo una tazza e versandomi del latte caldo, loro due avevano gli occhi fissi su di me e non li scollavano neanche per mangiare aspettavano che confessassi ma in realtà non c'era nulla da confessare vero? Ero uscita a prendere una boccata d'aria e lì ho incontrato Wes... con cui ho semplicemente parlato giusto? Allora perché mi sento così in colpa?
"Avanti" dissi stanca dei loro sguardi " sputate il rospo" entrambe si guardarono ma poi come era prevedibile Selena iniziò a parlare.
"Dove sei stata ieri sera? Non eri nel tuo letto e non c'era neanche il giubbotto" Selena mangiò i suoi cereali alla velocità della luce pronta a fare una seconda domanda.
"Ero andata a fare quattro passi per il campus" dissi tranquilla mentre mangiavo anche io i cereali prima di passare una giornata intera a lavorare in palestra.
"E sei andata da sola?" chiese Selena, se le erano studiate sicuramente le domande ci mancava che trovassi il bigliettino su cui le avevano scritte.
"e a voi cosa importa? Sentite sono stanca di questo interrogatorio, sto facendo tardi ci vediamo sta sera, buona giornata" mi alzai dalla sedia, presi la borsa a tracolla e uscii  sbattendo la porta.
Non c'era motivo di essere così sospettosi, ero uscita  e lì avevo incontrato Wes...Wes che centrava sempre in qualunque cosa, non avevo neanche sentito Back. 
Lui mi aveva detto tutte quelle cose dolci quella notte prima di partire e io...ero rimasta lì come un pupazzo e non ero stata capace di dirgli nulla perciò gli mandai un messaggio meritava che gli dessi delle scuse.
"Ciao Back...appena puoi ti prego chiamami dobbiamo parlare" premetti invio e lo gettai nella borsa. 
Quella sera avrei parlato con Back e avrei messo  a posto un problema, però ce ne era un altro, un altro che quella giornata avrei dovuto incontrare e con cui ci avrei dovuto passare insieme tutto il tempo almeno finché tutta la palestra non verrà messa in ordine.
Quando entrai l'aria calda e pesante della palestra mi colpì in viso e lì al centro della stanza c'erano Wes che indossava un pantalone di una tuta nero con due strisce bianche sul davanti e una maglietta bianca che metteva in mostra il suo fisico, qualunque cosa indossasse Wes i suoi muscoli facevano la sua parte.  Con le braccia incrociate al petto sembrava ancora più imponente di quanto fosse in realtà, era accanto alla prof Melensi che stava spiegando chissà che cosa.
"Buongiorno" dissi avvicinandomi ad entrambi, la prof non fece quasi caso a me ma continuò ancora a parlare mentre Wes non faceva altro che fissarmi. Già avere il suo sguardo su di me mi faceva battere forte il cuore, lo odiavo per questo perché... era la prima volta che un ragazzo mi faceva sentire così vulnerabile come se riuscisse con un solo sguardo ad abbattere tutte le mie barriere e mi faceva sentire scoperta.
"...e tutto chiaro?" concluse la professoressa, in realtà la prof per tutto quel tempo aveva parlato da sola come facevo ormai anche io da un paio di giorni a questa parte, mi porgevo domande a cui non riuscivo a trovare una risposta concreta. 
"Voglio che tutto questo sudiciume scompaia e che la palestra risplendi, devo specchiarmi su questo pavimento e chiaro?" entrambi annuimmo e lei se ne andò dicendo che sarebbe venuta a controllarci più tardi. Quella donna era davvero strana, non so neanche se sia questo il termine adatto per una persona come lei, a partire dal suo modo di vestire con tutti quegli abiti con fantasie strane che mettevano l'ansia soltanto a guardarle, al modo di parlare e di spiegare le cose.
"stai bene?" chiese Wes appena la porta della palestra si chiuse, stai bene?Una domanda a cui pur troppo avevo la risposta e non era bella, dopo l'incidente così tante persone mi chiedevano se stessi bene e ormai ero diventata come una macchina nel rispondere. A volte riuscivi a vedere dal suono della loro voce se quella domanda che ti porgevano era vera oppure lo facevano tanto per sentirsi... come dire puliti. La risposta era la stessa per tutti, tre semplici parole che facevano dissolvere le persone in un attimo " sono stata meglio".
"Sei sicura? Sei entrata da quella porta come se fossi..." non lo lasciai finire la frase perché ero stanca e volevo iniziare a lavorare il prima possibile.
"...arrabbiata? Non lo sono, ho solo avuto una piccola discussione con Selena e Demi ma nulla di che, ora iniziamo a lavorare" per quella giornata non volevo più sentire domande,volevo finire questa punizione, tornare in camera, fare una bella doccia calda e poi parlare con il mio ragazzo...già il mio ragazzo... cosa gli avrei detto a telefono quella sera? Basta...basta. 
Andai verso lo sgabuzzino per prendere il carrello della signora delle pulizie dove c'erano detersivi, stracci e scope per spazzare e lavare a terra; la palestra era un totale disastro.
C'era da mettere a posto tutti i bilancieri, i vari pesi e altri attrezzi, c'era da mettere a lavare le uniformi delle cheerleader e quelle della squadra di football e infine tutto il pavimento era da lavare, tutti gli angoli da spolverare, una palestra perfetta doveva diventare e io ero talmente stanca, non ero riuscita neanche per qualche secondo a chiudere occhio.
Wes iniziò mettendo a posto i pesi che spolverava in un modo del tutto strano che mi fece scoppiare a ridere e lui se ne accorse.
"Che c'è cosa sto sbagliando?" disse mentre guardava scoppiato lo straccio che reggeva in mano.
"Nulla, solo che mi fa strano vederti pulire" dissi prendendo tutte le uniformi che erano completamente zuppe di sudore e metterle in un sacco. 
"Ti stupiresti nel sapere quante cose sono bravo a fare" avevo le sue mani che mi cingevano la vita e le sue labbra sfiorarono il mio orecchio, tutto quel contatto non faceva bene ne a me ne a lui ma sopratutto era una mancanza di rispetto nei confronti di Back. 
"Già" dissi spostandomi e dirigendomi verso la lavanderia, perché gli atleti non si erano occupati delle loro uniformi se avevano così tante lavatrici a loro disposizione? 
Separai i vestiti e li misi a lavare, il suono della chiusura dell'oblò mi ricordò così tanto casa...

Sei  Solo MiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora