Quella frase rimase nella sua mente per tutto il resto del viaggio di ritorno : " posso solo sperare che le persone dicano la verità" , cos'era successo a Wes,chi lo aveva ferito così tanto a tal punto da costringerlo a crearsi quella corazza dove neanche lei riusciva ad entrare nonostante ci stesse provando e provando; le aveva mostrato il suo posto preferito , era già un passo in avanti dopo tutto no?
Non mi ero resa neanche conto che la strada di ritorno non fosse quella giusta, ero così distratta e allo stesso tempo tranquilla in quella strana posizione, sul sellino della moto era scomodo tenere le gambe costantemente piegate ma una cosa rendeva quella posizione perfetta potevo reggermi a Wes, sentite i muscoli tesi mentre guidava deciso...un tantino ad alta velocità ma non dissi nulla, lasciai che lui mi portasse con sé, sapevo che dentro di me non mi sarei mai opposta nonostante fosse una cosa pericolosa purché potessi stare con lui....conoscerlo...Luce non puoi pensare davvero queste cose...questa è soltanto una scusa e sappiamo entrambe che ben presto ti scontrerai con la dura e crudele realtà, c'era sempre quella piccola voce sulla mia spalla che non riusciva a lasciarmi in pace.
" Luce...ma mi stai ascoltando almeno?" Wes era dinanzi a me, era sceso dalla moto, indossava il suo giubbotto di pelle nero e il casco stretto in una mano, mi stava fissando quasi fossi una pazza...speravamo con tutta me stessa che non avessi pensato ad alta voce come mi capitava di fare di solito durante qualche lezione noiosa o quando dormivo; mio padre ci aveva provato una volta, aveva provato ad estorcermi nel bel mezzo della notte, accovacciato contro il mio letto : " Si scusa, stavo solo...che cosa hai detto?" lui accennò a un piccolo sorriso e si diresse verso quello che sembrava a tutti gli effetti un pub a luci rosse, la favolosa insegna con la donna nuda confermava a pieno la sua teoria ma dopotutto cosa poteva aspettarsi da Wes...andiamo...discesi dalla moto e lo seguii fino all'entrata, lì dove mi stava aspettando con la porta aperta, giusto per farsi spacciare da perfetto gentiluomo qual'era. Nonostante fosse pieno pomeriggio e non ancora tarda sera quel posto era già pieno di vecchi ubriaconi che bevevano, mangiavano e gettavano via i loro soldi per ammirare muoversi dinanzi a loro i culi cadenti di donne prive di ogni dignità possibile...diciamo che il mio concetto e abbastanza chiaro, non c'era neanche bisogno di commentare il posto, era totalmente unto di frittura e quei tavolini sui quali non c'era la minima decenza all'idea della parola "igiene"; sentivo gli occhi di Wes su di me forse si aspettava che io dicessi qualcosa o che commentassi con una di quelle mie solite frasi ma in realtà avevo perso le parole non appena avevo varcato la porta di quel locale disgustoso, il locale era pieno di gente, le finestre erano coperte per evitare che la luce del sole entrasse mentre le luci del palcoscenico di un colore rosa e uno verde illuminavano le pareti del pub dando al luogo un ambiente accogliente nel quale uomini disperati potevano dirigersi, era una trappola perfetta: tette, culi, birra e uno strano cibo a forma di hamburger...non voleva neanche immaginare quale carne ci fosse dentro quel panino o quante mani l'avessero toccato...sembravo davvero una pazza in quel momento, un po' germofobica, il termine corretto; un uomo grasso, con la pancia che spuntava da sotto la maglietta bianca troppo corta per contenere tutta quella massa corporea e soprattutto troppo sporca di maionese e altre salse, le si gettò addosso: " Hey...bellissima, riempimene un altro po', forza muoviti" mi diede tra le mani un enorme brocca, non riuscivo a credere alle mie orecchie, quell'uomo aveva osato scambiarmi per una di quelle insulse cameriere che servivano ai tavoli vestite da conigliette e voglio specificare che davvero indossavano coda e orecchie : " No senta io..." non ebbi il tempo di rispondere che la musica si alzò alta e improvvisamente il palco si svuotò di tutte quelle signorine che potevano avere la sua età se non di meno, il silenzio regnava in quella piccola stanza, un musica sensuale, dolce e morbida si diffuse e fu allora che sul palco comparve lei; mi sembrava come di essere in quel film Burlesque con la mitica Cher e Christina Aguilera, riuscivo a rendermene conto solo adesso di quanto ci fosse molto di più di tette e culi su quel palco, il modo in cui quella donna si muoveva, in cui mostrava la sua sensualità a tutti gli uomini presenti in quella stanza che improvvisamente sembravano delle statue dalle bocche aperte anche l'uomo che mi aveva porto la sua brocca era rimasto incantato e se dovevo dirla tutta lo ero anche io : " Ma che stai facendo? Forza andiamo ha quasi finito" Wes la prese per il polso e spingendola per la stanza le strappò dalle mani quell'enorme brocca che lanciò ad una graziosa coniglietta che passava da quelle parti, ovviamente non poteva mancare la guardata di culo che probabilmente il suo amico aveva già fatto a quasi tutte le donne presenti lì dentro, si vedeva dal modo in cui attraversava la stanza, il modo in cui aveva aperto quella porta ormai rotta e cigolante, il modo deciso con il quale si dirigeva dietro le quinte di quel piccolo spettacolo e salutava tutte le 'ballerine' se così potevano essere chiamate, che era già stato lì, tante e tante volte fino a fare completamente parte di quell'assurda e gigantesca...: " Ramona!" Wes alzò una mano per catturare l'attenzione di quella donna che prima non aveva lasciato spazio a nessuna di quelle ragazze di condividere il palco,che aveva esibito con grande naturalezza il suo corpo e la sua voce, la donna stava discendendo le scale ricoperta da un enorme e lungo coprispalle adornato con piume nere e brillanti di ogni genere mentre reggeva tra le mani penso un centinaio? Non so dirvi con certezza quanti fossero ma erano decisamente abbastanza e abbastanza soldi; quest'ultima appena udì la sua voce sorrise e gli corse incontro nonostante i tacchi alti con i quali non avrei neanche saputo camminarci sopra : " Il mio piccolo Wes, è da un sacco che non ti presenti più qui... cos'è vieni soltanto quando si tratta di affari" lo abbracciò forte e gli accarezzò quel ciuffo arruffato di capelli castani : " No, ero semplicemente da queste parti e sono venuto a fare un salto...volevo prese..." ma prima che potesse finire la frase fu interrotto da una voce femminile che era decisamente così entusiasta di vederlo che bloccò quasi tutte le ragazze che erano intente a prepararsi per gli spettacoli che spettavano loro : " Wes...sei proprio tu" sembrava una bambina troppo cresciuta che saltellava da una parte all'altra con quelle piccole treccine che spuntavano da entrambi i lati della testa compreso tacchi alti e calze a rete che aiutavano tanto l'immaginazione, gli si gettò tra le braccia e in quel momento vidi quanto Wes fosse felice mentre la stringeva in quell'abbraccio affettuoso dove non c'era fortunatamente nessuna malizia, non appena si distaccarono gli occhi della donna e della ragazza si posarono su di me, rimasi lì ferma e imbambolata...non sapevo cosa dire: " Ramona lei è Luce ed è..." vide la donna squadrarla da testa a piede, le si avvicinò girandole intorno come uno squalo intorno alla sua preda : "Minuta, magra...immagino che sotto quest'enorme felpa nasconda un fisico mozzafiato e..." le diede improvvisamente uno schiaffo sul sedere: " ...si è abbastanza sodo, qual è la sua specialità?" Non stavo ancora capendo il senso di tutta quella perquisizione o di quelle parole fino a che : " Oh no no" fece Wes muovendo le mani e scuotendo la testa: " Lei non è qui per lavorare come..." indicò il palco, era così buffo, neanche lui sapeva come definire il lavoro di quella gentildonne : "...performer direi che è il termine adatto" rispose la ragazza che lasciò scorrere lo sguardo dal ragazzo a Ramona che sembrava completamente perplessa : " Oh e allora chi è? Non sei venuto qui per affari" il ragazzo scosse la testa, non volevo neanche pensare a quali affari sporchi Wes avesse con quelle persone : " È semplicemente una mia amica" la donna sembrava ancora tanto perplessa ma allo stesso tempo sorpresa : " Piacere, io sono Ramona" allungò una mano esile e dalla pelle così morbida verso di lei che la strinse : " Piacere, io sono Luce" eppure nonostante la dichiarazione di Wes Ramona non era ancora convinta o meglio era letteralmente senza parole : " Posso parlarti in privato?" prese sotto braccio il ragazzo che si allontanò lentamente da lei, entrambi si diressero in un angolo appartato mentre io rimasi lì, ferma, con il giubbino e il casco tra le mani che guardavo le ragazze indossare i loro completini minuti, calze a rete, rossetti dagli svariati colori : " Io sono Tes...sono anche io un amica di Wes" strano che non avesse mai parlato di lei oppure che non l'avesse vista scorrazzare nuda nella sua stanza alla ricerca di vestiti, la ragazza bionda le stava tendendo la mano e io la strinsi sorridendo a mia volta : " Allora sei la sua ragazza?" improvvisamente tutte le ragazze li presenti si bloccarono di nuovo e aspettavano con ansia che lei rispondesse : " Cosa? No! Siamo soltanto amici ...come ha detto lui" tutte le 'performer' come le aveva chiamate Ramona si scambiarono sguardi strani, titubanti, di sorpresa : " Scusa che c'è di male...anche tu sei una sua amica" Tes le sorrise e la prese in disparte: " Ma non in quel senso, ceh,..." mi spiegò tutto per filo e per segno, entrando nei minimi dettagli e soprattutto gesticolando per tutto il tempo : " Wes mi ha postato qui sperando di allontanarmi da quel mondo di droga di cui ormai ero entrata a far parte, ha chiesto a Ramona di affidarmi un lavoro e...non ho tempo di drogarmi o stare per strada a cercare qualcuno che mi dia una dose, la mia vita è cambiata" la guardavo strabialiata, era stato così semplice per lei? : " Aiuta gli altri e non aiuta se stesso" lo dissi quasi sottovoce, come un sospiro, in modo che la ragazza di fronte a lei non sentisse.
" Allora...accomodatevi, mangiate uno dei nostri panini e godetevi lo spettacolo" Ramona ritornò con Wes che mi spinse letteralmente via da dietro le quinte riportandola in quella piccola stanza che stava diventando sempre più affollata, sempre più puzzolente, un aria pesante che sapeva soprattutto di fumo e sudore : " Dai vieni" mi prese la mano e mi condusse tra la folla verso un piccolo tavolino traballante che si trovava fortunatamente vicino alla finestra,l'aria fresca fortunatamente le dava un po di sollievo, sentiva il suo sguardo su di sé mentre si sedeva e mi fissava mentre mi guardavo intorno e cercavo di distogliere lo sguardo da lui : " Che c'è, troppa carne da fuori da sopportare?" Mi prendeva sempre in giro riguardo quell'argomento, insomma io non ero una puritana, anche io avevo fatto qualche cosina eppure ogni volta che mi trovavo dinanzi a lui senza maglietta o davanti a qualche sua conquista mezza nuda andavo sempre in panico e non voglio neanche pensare alla mia faccia e al colore che assumeva ogni volta; mi accarezzai il collo, spostando i capelli su di un lato, faceva così tanto caldo li dentro e la mia enorme massa di capelli ricci non aiutavano di certo ma ciò che mi scaldava così tanto erano quei suoi occhi, occhi scuri che devo ammetterlo mi mettevano così in soggezione: " E così...tu...vieni qui spesso?" Chiesi in modo da cambiare argomento, lui sorrise, sorseggiando la sua coca cola che la cameriera ci aveva appena portato : " Si, ho scoperto questo posto durante una notte, ero completamente ubriaco e non potevo guidare percio mi sono fermato qui, le ragazze compresa Ramona mi hanno aiutato a farmi riprendere...sono una grande famiglia anche se stramba, ma sono gente per bene" mentre parlava non riuscivo a smettere di pensare a quella ragazza dietro le quinte di quel piccolo palco, non riuscivo a smettere di pensare alle parole di Tes : " E quella ragazza li, quella con le treccine bionde, la conosci da tanto?" Volevo capire la sua versione, volevo vedere se riusciva a dirmi la verità almeno per una volta, sorseggiai anche io la mia coca cola attendendo con ansia la sua risposta che però: " Quanto tempo ci mettono a portare due semplici hamburger e patatine" sviò l'argomento, non riusciva ancora a fidarsi di me nonostante mi avesse portato nel suo luogo speciale, nonostante le parole che ci eravamo scambiati : " Wes..." dissi allungando una mano per incrociare la sua, lui si bloccò appena sentì il contatto tra le nostre mani ma subito si calmò cercando di non dare a vedere nulla : " Con me puoi parlare lo sai vero?" Lui distolse la mano e lo sguardo cercando per la sala qualcosa o meglio qualcuno : " Io non ho bisogno di questo Luce, non ho bisogno di una psicologa che mi stia costantemente con il fiato sul collo, ne ho già uno e a quanto puoi vedere non aiuta per niente" ricordava l'incontro con il dottore, le medicine che gli prescriveva e che lui prendeva una volta ogni tanto quando se ne ricordava : "Certo che non funziona, tu dovresti andare agli incontri ogni volta durante la settimana, invece chissà quante volte non ci sei andato, il percorso dallo psicologo deve essere una cosa continua" lui corrugò la fronte, io potevo confermarlo visto che ero stata tanto tempo in terapia : " Vedi non riesci mai a divertirti, a staccare la spina dai problemi, non ti ho portato qui perché mi analizzassi o mi facessi l'interrogatorio...volevo provare... uhm...lascia stare" prese il casco e il suo giubbotto e attraverso la folla di corsa diretto alla porta di uscita, per qualche secondo rimasi immobile non avevo capito ancora le dinamiche di quell'azione ma ben presto mi alzai e lo rincorsi : " Wes!Wes, fermati!" Dovetti afferrarlo per il braccio altrimenti sarebbe stato capace di salire sulla moto e andarsene lasciandomi lì, era arrabbiato, si arrabbiava continuamente per delle semplici parole che uscivano dalla mia bocca : " Anche io ci sono andata dallo psicologo Wes, anche io so quanto sia scocciante e difficile parlare con una persona estranea probabilmente non può neanche immaginare cosa abbiamo passato ma ricorda che quella persona può aiutarti, può aiutarti a scaricare tutta questa rabbia che hai dentro, può aiutarti a farti sentire più libero..." scosse di nuovo la testa sorridendo, chissà quante persone gli avevano detto la stessa identica cosa ma io ero l'unica che davvero potevo capirlo : " Quando sono andata la prima volta sono rimasta seduta e muta a fissare quell'uomo dietro la scrivania che mi faceva domande e domande,senza mai arrendersi nonostante le lacrime che scendevano sulle mie guance, Wes lo odiavo, odiavo ogni singola parola che usciva dalla sua bocca ma con il tempo, con il dolore che aumentava e non mi dava pace mi sono arresa.
La prima volta risposi ad un unica e semplice domanda e poi il resto venne da se" lui la guardava senza dire nulla, la guardava con odio, con il fiato affannato e senza che lei potesse aspettarselo, Wes raccolse da terra una bottiglia di vetro e la gettò a frantumarsi contro il muro: " Basta, sta zitta!" gli ringhiò praticamente contro, rimasi senza parole, le mani strette a pugno lungo i fianchi, quel gesto mi aveva completamente paralizzata; Wes de ne accorse dal mio viso spaventato infatti subito disse : " Scusa, io..." avevo gli occhi bassi non avevo voglia di guardarlo ne di vederlo : "...voglio tornare a casa" dissi, ritornai dentro a prendere il casco e uscii in fretta e furia non dando peso alle parole di Wes che cercava in tutti i modi di giustificarsi, avevo voglia soltanto di tornare a casa, di gettarmi sul letto e dimenticare la sua voce che mi urlava contro.
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Sei Solo Mia
RomanceLuce appare come una ragazza bella, simpatica, divertente,felice ma nasconde dietro di se un passato oscuro che la perseguita dovunque va...fino a quando incontra Wes. Wesley, detto Wes, é il classico ragazzo sexy e famoso della scuola che tutte le...