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«Siete tornati, finalmente. Avete risolto?» ci chiese il Prete quando tornammo nella piccola stanzetta.

Ben scosse la testa. «Non c'era niente da risolvere, padre, volevamo solo un momento per noi.»

«Per fortuna!» esclamò con voce un po' più alta, e con una gioia così vera che alzai un sopracciglio. «Non volevo che vi metteste a litigare proprio in questi tempi così vicini al matrimonio.» chiarì.

Presi parola. «Non vorremmo neanche anche noi, infatti cerchiamo di dirci tutto così che niente possa creare momenti spiacevoli tra di noi.»

Il Prete annuì d'accordo e Ben mi strinse più forte la mano, poi mi diede un bacio sulla fronte calorosamente. Il suo sguardo sembrava così fiero. Il mio cuore si riempì di gioia.

«Procediamo con i documenti. Come ben sapete, l'atto del clamoroso "sì" è solo per creare il matrimonio un momento speciale e rendere pubblico anche davanti a Dio che da quel giorno in poi sarete marito e marito finché morte non vi separi. Però, il matrimonio è anche un contratto legale che consente la parità dei beni, oppure la concessione di unione.» Era qualcosa che ci avevano già spigato, così che fossimo sicuri di voler procedere. Così annuì soltanto senza fare domande e lo stesso fece Ben, al mio fianco. «Ora mi servirebbero soltanto i vostri autografi qui, da parte di Ben.» rise per la battuta che fece da solo e poi passò un foglio al mio uomo, che con un sorriso prese la penna e firmò. «Peeeerfetto.» disse, con una gioia soprannaturale. Mi fece alzare gli occhi al cielo. «Ora tocca a... aspetta.» mormorò all'improvviso.

Io rimasi con la penna in mano a mezz'aria, una faccia stralunata e un sorriso forzato sul volto.

Che diamine gli stava prendendo?

Il Prete aveva preso a sfogliare dei fogli dietro quello che dovevo posizionare la mia firma. Mancava così poco e sarei stato sposato con Ben in modo legale. Così poco.

Ma qualcosa andò storto.

«Io non riesco a crederci.» balbettò il Prete. Stava leggendo quel foglio sotto mano già da qualche minuto.

A quella reazione mi girai verso Ben che aveva la mia stessa espressione confusa sul viso. Io feci una faccia buffa e gli feci intendere che stavo dando del pazzo al Prete, così che lui potesse ridacchiare sottovoce. Cercò di nascondere la risata in un paio di colpi di tosse. Sorrisi anche io a quella visione.

«Cosa c'è, Padre?» chiese dopo qualche istante, Ben.

Sembrava spazientito. Aveva ragione. Lo ero diventato anche io.

«Louis tu non mi avevi detto di essere già sposato!» esclamò, alzando lo sguardo verso di me. Aspetta, cosa?! «Questo cambia le cose, dovremmo cercare di prendere appuntamento per le carte del divorzio e farti firmare altri fogli.»

Ma le ultime parole non le sentii. C'era solo un gran rimbombo nella mia testa che ripeteva a gran voce le parole: già sposato. Con chi dovrei essere sposato? Non avevo sposato nessuno! Avrei dovuto ricordarmelo!

«Aspettate, Padre, credo ci sia un errore.» dalla mia bocca uscì una risata nervosa. «È la prima volta che mi sposo, e questa sarà con Ben. Perciò credo lei abbia sbagliato persona.»

«Mi dica che sta scherzando.» mormorò Ben. La sua faccia era un misto di espressioni che adesso non mi curai di leggere.

A Wedding And A Half // L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora