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Trovo Ben nella hall dell'albergo, ancora con il telefono vicino all'orecchio e un sopracciglio alzato, deve essersi spostato quando il temporale si è alzato.

Gli vado in contro e quando mi trovo di fronte a lui, il mio respiro è aumentato e non riesco a capire se fosse per la corsa appena fatta o per quel pezzo di ricordo che mi ha sfiorato la mente, lasciandomi senza fiato. So per certo che il mio viso deve essere trasformato in un'espressione disorientata e spaventata, come se avessi appena visto un fantasma, per questo, quando Ben alza lo sguardo su di me, la sua espressione si trasforma in accigliata e alza un sopracciglio, sorpreso. Mi sento subito meglio quando sento la sua mano sfiorarmi la guancia, accarezzandomi con le dita soffici.

Intanto, il mio cuore è un tornado di battiti e la mia testa ha iniziato una guerra per far smettere di riprodurre quell'immagine di ricordo che non riesce ad abbandonarmi.

In un attimo, mi abbandono tra le braccia del mio uomo e lo stringo in un'abbraccio stretto e indispensabile. Probabilmente capisce che è successo qualcosa che mi ha sconvolto e mi abbraccia di conseguenza, mentre continua a borbottare qualcosa al telefono. Non riesco a sentire cosa dice perché i miei occhi sono come puntati sul vuoto, e le orecchie piene di rumori simili a gemiti ed ansimi. I miei e quelli di Harry.

Ho bisogno di sentire quest'uomo più vicino. Ho bisogno che Ben faccia l'amore con me per togliermi quel momento dalla testa, per farmi ricordare di chi sono adesso e del perché sono qui.

So per certo che non riuscirò più a guardare in faccia Harry, ma sinceramente questo è l'ultimo dei miei problemi.

Quando mi ha fatto quel discorso, sulla spiaggia e davanti al tramonto, sapevo che avrei vissuto lo stesso senza sentirmi in colpa con Ben e con i suoi sentimenti verso di me. Ma ora... con quel ricordo di lui sul letto, gli occhi bramosi ed eccitati, la voce roca che mi chiama sposo, sapevo che non sarebbe più stato lo stesso.

Quando chiude la chiamata, lo trascino in camera. Lui non obbietta e mi prepara con tre dita lentamente. Solitamente il suo tocco aveva il magico potere di farmi dimenticare qualsiasi cosa fosse al di fuori di noi due, come se potesse creare una bolla insonorizzata e niente sarebbe potuto riuscire ad oltrepassare o bucare quel magnifico momento di noi due.

Ma nonostante mi stesse toccando, nonostante mi stesse baciando, facendo ansimare, godere, nonostante il suo tocco incendiato, nonostante mi stesse penetrando dolcemente e stesse spingendo dentro le mie carni, non mandò via quel ricordo. Era indelebile e piantato con un chiodo fisso nella mia testa.

Ansimai quando toccò la mia prostata. Vidi la sua bocca muoversi per dirmi qualcosa, ma non era la sua voce a riempirmi le orecchie.

«Spogliati per me, sii seducente.»

Grugnii e mi aggrappai saldamente alla schiena del mio uomo, con l'unica intenzione di aggrapparmi anche al presente e non ad un ricordo passato - che doveva rimanere tale. Volevo godermi quel momento con lui, mentre spingeva nelle mie carni rudemente, mentre prendeva di me ciò che voleva, mentre mi baciava il collo o mi mordeva un capezzolo. Volevo di lui tutto ciò che avesse voluto darmi.

«Mostra le tue curve al tuo sposo solo come tu sai fare.»

Ma non c'era comunque pace per la mia testa, perché la voce di Harry era l'unica che ronzava nelle mie orecchie ed erano i suoi gemiti che mi facevano eccitare.

Non era giusto. Non era giusto. Non era lui che mi faceva sentire così bene, era solo Ben. Era Ben.

Mi morsi un labbro ed inarcai la schiena, in cerca di un contatto maggiore.

Ben me lo diede, perché sprofondò più profondamente in me e mi fece vedere le stelle.

Sì. Sì. Sì, era Ben. Non Harry.

«Non dovresti essere così imbarazzato, Boo

Gridai, per la frustrazione di sentire ancora lui nella mia testa o forse per il colpo secco che ricevetti, ma non mi importò la risposta.

Dovevo restare fedele a Ben. Lui lo era con me, non guardava mai un altro uomo più del previsto e non mi faceva sentire geloso di nessuno.

Mi amava. Mi amava.

«Sono vicino.» sentii distintamente, ma nonostante questo non ci fosse nel ricordo che avevo, la sua voce risultò più roca, più eccitata, più grave. Come se non fosse la sua. La sua non era così.

No. Non era reale, non doveva diventarlo. Ma non riuscivo a farmelo uscire dalla testa. Era persistente e sembrava non volermi lasciare in pace fino a quando... fino a quando non avrei accettato che mi fosse piaciuto. Fino a quando non avrei accettato che quei momenti affiorassero nella mia testa per ricordare cosa fosse realmente successo da ubriaco, quel giorno di tanti anni fa, dal mio punto di vista.

Lo accettai.

E venni, con una voce bassa premuta nelle orecchie che mi diceva di come ero stato un bravo bambino.

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ANGOLO BLBL DI CHARLY

MI SONO COMPLETAMENTE DIMENTICATA DI AGGIORNARE. NON PENSAVO NEANCHE FOSSE GIÀ ARRIVATA LA DOMENICA COSÌ IN FRETTA.

Scusate :c

So che è un capitolo corto, ma abbiate pietà di me e accettate ciò che ho da darvi.

Ok, un po' è stato vergognoso scrivere queste scene, ma noN FATEMICI PENSARE O POTREI MODIFICARE IL CAPITOLO.

CMQ, cambiando telefono mi sono presa un mini infarto, pensando che tutti i capitoli si fossero cancellati, ma fortunatamente no... e.e

Alla prossima,
Charly xx

A Wedding And A Half // L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora