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Arrivammo in chiesa con pochi minuti di ritardo. Erano appena le undici quando Ben aprì le porte della chiesa in cui avremmo celebrato il matrimonio, il mese prossimo.

La chiesa era ampia, costruita su una struttura a croce latina, le tre varcate che venivano divise da colonnati in ordine corinzio. Il soffitto altissimo era ornato con affreschi di putti e santi, lampadari dipinti d'oro e lanterne che illuminavano la cappella. All'altare era disposto un enorme organo che giocava in altezza, la cattedra e il microfono.

Potei vedere alcuni chierichetti che si nascondevano dietro la tunica bianca di Prete Giuliano al nostro arrivo.

Mi scappò un sorriso che non riuscii a sopprimere in tempo.

«Oh, cari figlioli. Ben tornati.» ci accolse il Prete a braccia aperte. «Come state?»

Ben rispose per conto di entrambi. «Molto bene, padre. Siamo eccitati all'idea di compiere questo passo. Non credevo che saremmo mai giunti fino a questi punto.»

Il mio cuore fece un balzo e non riuscii a non essere d'accordo con le sue parole. Non mi sarei mai immaginato fidanzato per ben tre anni con un uomo fisso. Se qualcuno fosse venuto a dirmi che in futuro mi sarei sposato a soli ventiquattro anni, sarei certo che gli avrei sputato in faccia per il brutto presagio che mi aveva detto.

Eppure, non sembrava poi così orribile avere quest'uomo accanto per il resto della mia vita.

Mi faceva felice, in ogni momento della giornata. Ed era quasi impossibile avere una litigata con lui, non che me ne lamentassi, andava benissimo così. Mi piaceva non avere una relazione dubbiosa o litigarella, non sarei riuscito a sopportarlo. Sembrava l'uomo perfetto nato sulla terra pronto per soddisfarmi. Me lo dovevo godere fino a quando ne avrei avuto la possibilità. Nel profondo, sperai che fosse per sempre.

Finché morte non ci separi, non è forse così?

«...e dovrei avere questi fogli proprio qui dietro, se volete seguirmi.»

Mi persi gran parte del discorso ma riuscii a comprendere l'ultima frase così che potessi capire di cosa stessero parlando.

I fogli. Giusto.

Ben mi prese per mano e mi mandò un'occhiata incuriosita, come se avesse capito che negli ultimi minuti mi fossi perso nei pensieri. Gli sorrisi e posai la testa sulla sua spalla, per rincuorarlo.

Senza farsi vedere mi lasciò un leggero bacio e mi scappò una risata quando lo vidi guardarsi in torno in cerca di qualcuno che avrebbe potuto fermarci. Eravamo in chiesa, dopotutto.

Raggiungemmo il Prete solo dopo qualche minuto. Lo vedemmo intento a cercare qualche foglio sparso in una libreria piena di documenti.

Conoscevo Prete Giuliano fin dalla nascita. Era stato lui a battezzarmi. A farmi la comunione e la cresima... ora avrebbe provveduto a sposarmi. Mia madre sarebbe stata contenta così: era una donna di chiesa e teneva a queste formalità. Padre Giuliano in quella piccola libreria aveva ogni mio attestato venuto in chiesa fino ai miei ventiquattro anni.

Sorrisi a Ben quando per l'eccitazione mi strinse di più la mano.

«Ci vorrà un po' prima che io riesca a trovare ogni tuo documento, Louis. Nel frattempo Ben, caro, tu hai portato i tuoi?» chiese il Prete, distogliendo un attimo lo sguardo dalla pila di fogli, così che si potesse rivolgere al mio uomo.

Infatti Ben poi gli porse la busta che aveva portato con se. «È tutto qui.»

«Perfetto.» esclamò l'uomo in una sprizzante vena di gioia. «Mentre cerco tra queste benedette pile, ditemi, avete già scritto le promesse?»

A Wedding And A Half // L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora