28

8.4K 488 773
                                    

«Non è la prima volta che qualcuno mi porta in un posto sperduto senza neanche dirmi dove siamo diretti» risi, togliendomi una ciocca di capelli davanti al viso. Avevamo le mani intrecciate mentre lui, più avanti rispetto a me, mi guidava da qualche parte al di fuori dell'hotel. «Non vorrei che ci facessi l'abitudine.» scherzai, beccandomi una sua occhiata sorpresa e divertita.

«Sia mai.» replicò con tono scherzoso, ciondolando la testa. «Chi ti ha trascinato prima di me?»

Si era fatto sera, il sole stava tramontando in uno splendido mare azzurro e nonostante la temperatura fosse calata, la mano calda di Harry riusciva a scaldarmi l'intero corpo, mandandomi brividi ovunque. Amavo come il suo copro a contatto con il mio facesse scintille, rendendomi un ghiacciolo al sole. Per tutta la cena Harry non aveva fatto altro che cercare un contatto, che fosse tra le nostre mani o una carezza con le gambe non importava, avevo notato come avesse bisogno di questo, e io mi ero goduto ogni gesto, ogni brivido, ogni carezza. Era come se il resto non ci fosse più, solo noi due, il mondo silenzioso e le nostre chiacchiere a renderlo pieno.

«Quando Liam mi portò alla cascata.» risposi, dopo un po', mentre cercavo di non inciampare in qualche radice o scalino nel percorso. «Non mi disse dove eravamo diretti.»

Lui ridacchiò silenziosamente, girando la testa verso di me. Con gli occhi più luminosi del cielo, mentre mi osservava, riusciva a farmi sentire bene. Quando corrugò le sopracciglia, capì che stesse pensando. «Ti invitò perché Ben era andato via?»

Annuii. «Si.» Mi ero quasi dimenticato che lui non lo aveva saputo fin da subito. «Non ero stato in vena di uscire per tutto il giorno.»

Lui sospirò. «Mi dispiace, so che in parte è colpa mia.»

Scoppiai a ridere mentre lui si dipingeva un fantastico e baciabile broncio sul viso. «In parte?»

Trattenne un sorriso, borbottando qualcosa sottovoce.

Troppo preso ad osservarlo, non mi accorsi di essere arrivato in spiaggia fino a quando non sentii sprofondare i piedi sulla sabbia fredda.

«Siamo al falò?» domandai retorico, confuso. 

Lui tentennò. «Si» sussurrò, d'un tratto timido. «Stasera voglio portarti in giro per un po', tutto per me»

Si avvicinò cauto al tronco poggiato orizzontalmente e mi fece segno di raggiungerlo con la mano. Proprio di fronte vi era un piccolo fuoco che illuminava il suo volto di un arancione scintillante, rendendo le sue guance rosse e gli occhi lucidi.

Quando lo vidi sedersi, mi avvicinai. «Come mai?» chiesi, stranamente con un tono di voce più sottile come impaurito di poter spezzare quell'atmosfera.

Mi guardai attorno, osservando la spiaggia buia e senza la presenza di persone a poter interroperci. Mi ricordò uno dei nostri primi incontri, proprio su questa spiaggia a guardare un tramonto mozzafiato e i suoi bellissimo occhi verdi a trapassarmi da parte a parte. L'atmosfera era la stessa: c'era calma, calore, piccoli tocchi, incomprensioni non ancora risolte, la sua espressione rilassata e il mio cuore che non smetteva di battere furiosamente. Ciò che era cambiato da quel giorno, era la conferma dei miei sentimenti per lui.

«Oggi sarebbe il giorno in cui ci conoscemmo davvero.» tentennò, non abbandonando mai lo sguardo sulle fiamme ondeggianti e poggiando una mano sulle sue gambe.

Vidi la difficoltà che ebbe per rispondermi, e solo qualche altro secondo realizzai cosa avesse appena detto. Quel giorno, di cinque anni fa, ci eravamo incontrati per la prima volta. Se ne era ricordato e voleva portarmi a fare un giro proprio oggi.

Non riuscì ad impedire ad una risatina divertita di uscire dalle mie labbra. «Stai scherzando? È il nostro anniversario?»

Lui mi filò occhiatina nervosa da sotto le lunghe ciglia. «Non prendermi in giro» borbottò, spintonandomi leggermente da una spalla.

A Wedding And A Half // L.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora