Capitolo 27

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Sentì un tocco gentile tra i capelli e immediatamente aprì gli occhi, pesando solo ad una cosa: Harry.
Stava già per sospirare di sollievo, pensando che tutto ciò ch'era successo fosse stato un sogno. Ma si ritrovò a sospirare sconfitto quando si accorse della mano inerme e fredda di Harry racchiusa nella sua e di Mark che gli sorrideva tristemente.
"Tesoro" lo richiamò l'uomo e Louis si mise dritto sulla sedia.
Aveva passato due notti su quella sedia, aveva dormito piegato, con la mano di Harry nella sua. Ma nulla. E ormai aveva perso le speranze. Harry non sarebbe più tornato da lui. Johanna avrebbe vissuto senza papà Haz. Solo con papà Louis.
"Sono arrivati, devono portarlo via"
Louis si morse il labbro. Lo avrebbero messo in una bara e lo avrebbero portato in chiesa per celebrare il funerale e lui no, non voleva. Ma cos'altro c'era da fare?
"Posso rimanere due minuti con lui? Lo prometto, faccio presto" implorò, guardando suo padre con gli occhi iniettati di tristezza e Mark gli accarezzò nuovamente i capelli "Certo tesoro, ma fa presto"
Louis annuì e seguì la figura di Mark fin quando non uscì dalla porta, poi si girò verso Harry e sospirò.
Guardò per l'ultima volta quei capelli non più ricci, quella pelle troppo pallida, quelle labbra screpolate. Avrebbe voluto rivedere anche i suoi occhi verdi per l'ultima volta, avrebbe voluto abbracciarlo ed essere abbracciato per l'ultima volta, avrebbe voluto che la sua stretta di mano fosse ricambiata, avrebbe voluto fare l'amore con lui per l'ultima volta. Avrebbe voluto...
"Mi dispiace tanto per tutto ciò ch'è successo" disse con voce roca e le lacrime agli occhi prima di alzarsi dalla sedia. Trattenne un gemito di dolore, la sua schiena era a pezzi.
Si abbassò e accarezzò la guancia fredda del suo ragazzo prima di baciargli la fronte e sussurrare "I love you".
Non glielo aveva mai detto di amarlo, non gli aveva mai detto che con lui si sentiva giusto. E forse era per questo che Harry non era mai tornato da lui. Non perché non si sentisse amato perché Louis glielo aveva sempre dimostrato, in tutti i modi. Ma Harry aveva bisogno di sicurezze, poteva anche essere una sua sensazione quella di sentirsi amato, ma se non era così? Forse un "I love you" lo avrebbe fatto restare.
Si allontanò e diede le spalle a quel corpo inerme, abbassò la testa e iniziò a piangere mentre si avviava verso la porta.
Un bruciore lancinante gli colpì il polso, precisamente dove si trovava il tatuaggio.
Istintivamente allacciò una mano attorno al polso e strizzò gli occhi per il dolore. Si stava giusto chiedendo cosa stesse succedendo quando, con la cosa dell'occhio, intravide una luce bianca alle sue spalle.
Si girò confuso e socchiuse le labbra sorpreso quando vide il corpo di Harry illuminato da una aura di luce quasi accecante.
Si avvicinò cauto e quello che vide fu qualcosa si straordinario. Non poteva credere ai suoi occhi.
Lo smoking bianco ora gli calzava a pennello. La sua pelle riprese colore, le sue guance si arrossarono. Le sue labbra divennero nuovamente carnose, rosse e lucide come due ciliege mature e i suoi capelli si allungarono e si arricciarono.
Poi fu come un'esplosione di luce. Louis si ritrovò con le spalle al muro, intontito, confuso. Cosa diavolo stava succedendo?
Guardò nuovamente verso il lettino, ma il corpo di Harry non era più lì, era davanti a lui, sospeso in aria. Il riccio aveva la testa gettata all'indietro, delle ali bianche e maestose aperte dietro la sua schiena. Erano talmente candide che quasi non si riusciva a distinguere una piuma dall'altra.
Harry abbassò la testa, le sue labbra si schiusero e da esse fuoriuscì un sospiro pesante, come se avesse trattenuto il respiro fino a quel momento.
Un altro sospiro, il suono di un battito cardiaco che si espandeva nella stanza.
Poi la luce si spense e Harry toccò terra con i piedi, la testa china e le ali ancora spalancate. Nessun respiro, nessun battito cardiaco.
Louis respirò affannosamente, spaventato, confuso. Il signore lo stava forse prendendo in giro? Non poteva essere reale ciò che aveva visto, ciò che stava vedendo.
Harry alzò la testa e aprì gli occhi e Louis credette di poter morire sul posto. Aveva il cuore che gli batteva talmente forte che a momenti potevano sentirlo fuori dalla stanza. D'altronde, gli occhi di Harry gli avevano fatto sempre quell'effetto.
"Louis" sussurrò il riccio, il respiro corto per l'emozione, la sua voce angelica accompagnata dalle sue adorabili fossette sulle guance a causa di un'enorme sorriso.
Louis continuò a respirare pesantemente mentre si pizzicava un braccio senza farsi vedere. Sentì dolore al braccio, non era un sogno.
Harry. Harry. Era lì, Harry era veramente lì, davanti a lui, com'era prima di Johanna. Harry era lì.
"Haz" sussurrò ancora incredulo "Sei qui"
Harry ridacchiò prima di gettarsi a capofitto sul suo ragazzo, lo strinse con tutte le sue forze e si accoccolò al suo petto.
Louis ricambiò la stretta e nascose il viso nei ricci del più piccolo mentre le lacrime iniziavano a bagnare il suo viso.
"Non ci posso credere"
"Sono qui, sono qui Louis, sono qui" Harry strinse in un pugno la camicia di suo padre e chiuse gli occhi, godendosi quell'abbraccio che attendeva da ormai quattro mesi. Si beò del suo profumo, del suo respiro sul collo e delle carezze ai capelli che il suo ragazzo gli stava regalando. Sorrise sentendo il suo cuore battere all'impazzata, perché niente era cambiato.
Louis iniziò a singhiozzare, Harry era davvero lì, non era un sogno.
Gli prese il viso tra le mani e lo guardò negli occhi. Aveva una strana luce in essi che non aveva mai visto. Erano così verdi, così splendenti, così belli.
Con uno scatto quasi nervoso fece combaciare le loro labbra in un bacio a stampo, poi gliene diede un altro, un altro e un altro ancora, mormorando un "Amore mio" tra le lacrime prima di abbracciarlo nuovamente.
"Com'è possibile?" chiese più a se stesso che ad altri. Stava davvero stringendo Harry tra le sue braccia, Harry stava davvero ricambiando l'abbraccio.
"Ho promesso di non andare mai via e tu sai che sono di parola" disse il riccio, cercando di spiegare nel miglior modo possibile la situazione.
"Hai fatto spaventare tutti" Louis lo guardò "Nonno Mark e le zie sono distrutti. Sono venuti anche Niall e Liam e..." non riuscì a finire a causa di un singhiozzo "E io stavo così... così male! Mi sento così in colpa perché tutto questo è colpa m-"
"Eh no Louis, non ripeterlo ancora! Non hai fatto altro in questi giorni e non immagini quanto sono arrabbiato! Smettila, non è colpa tua" lo rimproverò Harry mentre gli asciugava le lacrime. Le sue mani erano calde, delicate.
"Io ti ho già perdonato" sussurrò e Louis sorrise, sorrise davvero.
"Non farmi più spaventare in questo modo" lo implorò il liscio e Harry sorrise "No, mai più" prima di lasciargli un bacio a fior di labbra.
"Louis quei due scassa coglioni hanno chiesto di- ma cosa cazzo?" Mark entrò nella stanza, bestemmiando contro quei due giovani che fuori dalla porta erano già pronti con una bara ma sgranò gli occhi quando vide Harry e Louis abbracciati per metà che sorridevano.
"Nonno Mark!" Harry urlò e corse verso di lui prima di saltargli addosso. L'uomo lo strinse immediatamente a sé mentre iniziava a piangere, sussurrando dei "Non ci credo, non ci credo!" ma quando sentì Louis ridere, riuscì a sentire cosa significasse felicità e amore.
"Cosa sta succedendo qui?" Deisy e Phoebe, attratte dalle urla, entrarono nella stanza e quando videro il riccio, guardarono Louis che con un alzata di spalle rise ancora più forte.
Le due gemelle urlarono prima di tirare Harry lontano da loro padre e abbracciarlo stretto.
Louis si affacciò fuori e si guardò intorno, poi "Niall, Liam! Venite a vedere!" incitò i due ragazzi.
Liam e Niall si guardarono confusi prima di alzarsi dalle seggiole. Avevano sentito baccano ma non si erano avvicinati per educazione.
Quando anche loro entrarono in camera, rimasero pietrificati.
Harry si staccò dalle sue due zie piangenti e guardò i suoi migliori amici. Non li vedeva da mesi e gli mancavano così tanto.
Si avvicinò cauto prima di stringere possessivamente entrambi in un abbraccio.
"Harry" sussurrò Liam "Ma com'è possibile?"
"Sono qui ragazzi, mi dispiace per non averne parlato con voi" sussurrò il riccio.
"Brutto stronzo! Mi hai fatto morire!" quasi urlò Niall prima di scoppiare a piangere e stringere il suo amico fra le braccia.
Louis sorrise intenerito e si affacciò nuovamente fuori dalla porta dove i due ragazzi in smoking cercavano di capire cos'era tutto quel baccano.
Alzò una mano e la agitò con un sorriso strafottente in volto "Fottetevi! Il mio ragazzo è fottutamente vivo! Dormiteci voi la dentro!" indicò la bara prima di urlare euforico e gettarsi su Harry, baciandolo con passione e trasporto. Non gli importava se tutti li stavano guardando, non gli importava nulla. Il mondo intorno a loro non esisteva più.

La voce si sparse per tutta la struttura e quando Katy, Julie, Diana e Rose vennero a saperlo, corsero ad abbracciare Harry e a riempirlo di baci e pizzicotti sulle guance.
Quando le acque si furono calmate, Louis prese per mano Harry e sorrise nel sentire la sua stretta venire ricambiata mentre camminava per i corridoi della pediatria.
"Dove stiamo andando?" chiese Harry, guardandosi intorno.
"Non dirmi che ti sei dimenticato di nostra figlia!" scherzò Louis prima di tirarlo nella stanzetta delle culle.
Quando Harry vide Johanna, il suo cuore quasi si fermò.
La pelle chiara come la sua, la boccuccia rossa e carnosa, la tutina che aveva comprato lui, quella con su scritto "I miei papà sono i migliori", il nasino all'insù di Louis e gli occhi aperti. La piccola squittì e agitò manine e piedini.
Harry si morse un labbro e la prese in braccio. Stava tremando e aveva paura di farla cadere in terra. Ma aveva bisogno di prenderla.
La guardò intensamente e sorrise "C-ciao piccola"
Louis sorrise e gli posò una mano sulla schiena "Mi sembrava giusto fartela conoscere per bene" precisò.
"Guarda questo nasino" Harry ridacchiò e accarezzò il piccolo nasino alla francese della bambina "Hai il nasino di papà Lou"
Louis sorrise ancora e si avvicinò di più.
"Louis, guarda i suoi occhi"
Louis aggrottò la fronte e si sporse per vedere. Non era ancora riuscito a vedere di che colore fossero perché la bambina dormiva sempre quando lui andava a trovarla.
Le iridi di Johanna non erano azzurre come quelle di Louis, ne verdi come quelle di Harry. Erano verde acqua.
"Ha i nostri occhi" sussurrò estasiato il riccio prima di baciarle la fronte e cullarla.
"Non abbiamo ancora trovato nessuna anomalia, è sana come un pesce" iniziò Louis "È un miracolo e anche tu lo sei"
Harry sorrise prima di mettere la bambina nella culla e girarsi verso il suo ragazzo "Sai che noi due dobbiamo parlare?"
Louis scosse la testa sorridendo e gli circondò i fianchi con le braccia.

I love you [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora