Capitolo 9

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La paura mi assale, chi mi può chiamare, e soprattutto chi conosce il mio nome? Mi giro lentamente con il cuore a mille. E poi lo vedo lí, seduto. Tom.
«Mi hai fatto prendere un colpo.»
«Dai bambola, siediti.»
«Ok, ma non mi chiamare cosí.»
«Sei davvero tornata presto, quindi abbiamo un pò di tempo per noi.»
Annuisco.
«Vieni, andiamo in spiaggia.»
Si alza e mi porge la mano.

Ci sediamo sulla sabbia. Stasera non ci sono le stelle, come la serata con Riccardo, solo nuvole.
«Ti ha trattata bene Nico?»
«Ovvio.»
«Mh bene... Senti, chi preferisci tra me e Riccardo?»
Ma è davvero serio, non posso rispondere conosco entrambi nello stesso modo, e tra amici non si fanno preferenze.
«In che senso?» provo ad azzardare.
«Di bellezza.»
«Entrambi.»
«E... Con chi vorresti andare a letto?»
Questa non me l'aspettavo. Che domande sono da fare ad un'amica. Io sono basita e in preda al panico su cosa rispondere.
«Beh mi dispia...»

In un nanosecondo e sopra di me, i miei capelli sono appoggiati sulla sabbia. E lui. Sopra di me. Che mi tiene le braccia ferme, con forza. Non riesco a muovermi. Vorrei urlare, ma è quasi notte e non voglio svegliare nessuno.

«Oh stronzo! Lasciala!» la voce di Riccardo. Riccardo è quí. È venuto a salvarmi. Ma Tom non mi molla. Allora cerco di fare qualcosa, le mie gambe sono libere, e indovinate. Gli tiro un calcio nelle sue adorate parti basse. E finalmete mi molla e si accascia a terra. Riccardo mi tira su, e mi porta in casa. Anzi, in una delle stanze da letto che non usiamo, e chiude la porta a chiave.

«Ecco almeno non entra.»
«Grazie mille.» dico ancora tremolante.
«Tutto bene?»
«Si...»
«Devi stare attenta.»
Tom forse stava giocando, o semplicemente mi voleva... Baciare, non lo so. Fatto sta che stare chiusa in una camera con Riccardo è strano.
«Perchè tu eri lí?» gli domando.
«Ho visto Tom uscire, e ho controllato dalla finestra, per fortuna.» guarda fuori dalla finestra e il suo viso è un pò illuminato. Io sto in silenzio. Resto quí sul letto ad osservarlo. Il suo sguardo è deluso,arrabbiato... Non capisco il motivo.
«Ma.. Forse voleva solo giocare.» rispondo a bassa voce.
Batte un pugno sul comodino di fianco a lui. Sussulto. Perchè questa reazione.
«Federica, dannazione. Devi stare attenta alle persone che conosci. Cerca di capire cosa vogliono davvero da te. Apri gli occhi, so che è difficile. Ma non tutti possono essere tuoi amici. Non ti illudere. Anch'io non ho amici. Ma capisco le persone, prova anche tu. Ti prego.»
Guarda il pavimento. E anch'io abbasso lo sguardo. Che stupida. L'ho fatto arrabbiare. Faccio schifo. Non merito nessuno. Neanche Nico. Ecco perchè mi ha parlato in quel modo. Me ne voglio andare da questa casa, maledetta adolescenza. Non ne posso piú.
Corro verso la porta, ma Riccardo mi blocca.
«Dove credi di andare? Tu non esci senza di me.»
Mi prende il viso tra le mani, sembra che abbia paura, paura di farmi del male, ma il suo tocco delicato, mi fa stare bene e i nostri occhi si incontrano. La stanza è buia, ma va bene cosí. Poi con i pollici raccoglie le lacrime sulle mie guance.
«Non piangere... - mi sussurra - scusa se ho parlato in quel modo.»
«Faccio schifo.»
«Non è vero... - pausa di alcuni secondi - in treno ti volevo dire che sei bellissima.»
Sento le guance andare a fuoco, mi ha fatto un complimento, la persona che odiavo cosí tanto.
Non riesco a dire niente. Voglio solamente uscire da questa stanza.
Il display del mio telefono si accende. Nico.

Domani sera andiamo a prendere un gelato? :)

Certo, a domani .

Nico allora non vuole perdermi. Almeno lui.
«Riccardo io vado.»
«Ti accompagno in camera.»

Vale dorme beata, e faccio tutto in silenzio. Senza svegliarla.

***

È stata una semplice mattinata. Vale e Miki non sanno cosa sia successo ieri sera. Non credo che Tom l'abbia raccontato a Miki. Cerchiamo di essere il piú normale possibili, senza far sospettare. Dopo colazione andiamo al mare, finalmente oggi ci possiamo fare il bagno, mi sentivo in colpa a far restare il gruppetto a casa, per una cosa mia. Io insistevo ogni giorno a farli andare, ma niente. Mi devo far vedere in costume, e questo mi imbarazza un pò. Il mio fisico non ha niente di male, ma è una cosa mia, stare sotto gli occhi di qualcuno, specialmente ragazzi, mi imbarazza.
I ragazzi si sono giá tolti la maglietta, ma non li ho guardati benissimo, perchè non voglio passare per guardona. Anche Valentina secondo me si imbarazza, allora la guardo appena i ragazzi sono distratti a cercare il pallone, e poi, ci togliamo i vestiti.
«Andiamo a giocare a pallavolo?»
Ci offre Miki, squadrando Vale e poi me, lo sapevo, e anche gli altri due ci guardano.
«Si, andiamo.» sono l'unica a rispondere, vado verso Miki e gli rubo il pallone.
Iniziamo a giocare a pallavolo, tutti insieme, come se ieri sera non fosse successo nulla. Nel frattempo riesco a squadrare meglio i ragazzi. Miki, essendo che va in palestra, ha un fisico da paura, mentre Riccardo e Tom sono a parimerito.
Tom mi fa qualche sorrisetto, non so come comportarmi, non so quale era il suo scopo, fatto sta che Riccardo mi guarda come per dire "ricorda cosa ti ho detto".

Ora ci facciamo un bagno, il mare è calmo e l'acqua è abbastanza calda. Io ho giá i piedi nell'acqua quando sento gridare Valentina.
«Attenta!» e inizia a ridere. Non faccio in tempo a girarmi, che qualcuno mi afferra e mi butta in acqua.
Sotto l'acqua sento nuovamente qualcuno che mi afferra, mette le sue mani sotto le mie braccia e mi tira su.
«Ma sei impazzito?! Poteva annegare!» Riccardo. È vero, so nuotare ma non sono come Federica Pellegrini. Poi cosí all'improvviso. Le persone vicino a noi ci guardano. Tom ha approfittato di questo momento perchè il bagnino non c'è.
«Oh scusami suo principino azzurro.»
Inizio a tossire, Valentina e Miki mi hanno raggiunta. E mi portano in spiaggia a bere qualcosa. Non capisco il comportamento di Tom, prima fa tutto il dolce e carino, mi tratta come una principessa e poi... Fa cosí, sia ieri sera, che oggi. Forse è un suo modo di giocare non so.
«Ma fa sempre cosí dopo aver conosciuto le ragazze?» chiedo al suo migliore amico, almeno lui è buono e tranquillo.
«Si, e poi tutte lo abbandonano.»
«Dovrebbe cambiare.» commento. E Miki annuisce.
«Beh hai fatto il primo bagno col botto» sdramattizza Vale, la adoro per questo. E tutti ridiamo per la sua battuta.

Tom sta arrivando, e sta venendo verso di me. Cosa vuole ancora?
«Emh scusa, Fede. Sono un idiota.»
Annuisco solamente, ci devo pensare su sul fatto di perdonarlo.

Capitolo piú lungo del solito. Mi andava di scriverlo cosí. Ho tante idee.

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