-Hey buongiorno tesoro- mi dice papá accarezzandomi i miei capelli rosso fuoco - Mi ha detto la mamma che ieri sei tornata prima da scuola, non ti sentivi bene? - odio quando mi fanno queste domande... non posso farmi una vita sociale senza che qualcuno mi faccia il terzo grado per tutto quello che faccio o non faccio? - Si non stavo molto bene, avevo un po' di emicrania e poi la professoressa Baker ha avuto un problema ed è dovuta andare via prima... quindi niente professoressa Baker, niente chimica, niente ultima ora! - dopo queste mie parole, lui mi da un bacio sulla testa, tipico dei padri che considerano le proprie figlie di 17 anni ancora le loro bambine... si allontana dalla mia camera per poi andare a preparare la colazione.
La campanella suona.
Odio quella campanella, segna l'inizio delle lezioni.
Chiudo il mio armadietto e mi dirigo con un libro di letteratura, un quaderno per gli appunti e il mio blocco per i disegni.
Percorro il corridoio centrale della scuola, volto a sinistra, poi a destra e poi di nuovo a sinistra ed eccomi di fronte all'aula 102 C l'aula del professor Clayton.
Apro la porta.
Sono in ritardo, come sempre; al suo interno non vedo il professor Clayton ma un nuovo supplente che non avevo mai visto... ragazzo alto, due grandi occhi verdi e i capelli lunghi castani con una frangetta irregolare sulla fronte, avrà avuto più o meno 22 anni... lui mi fissa e io arrossisco - Salve io sono il nuovo supplente di letteratura Eric Thompson e tu devi essere...- - Phobe Turner - -ok... grazie, tranquilla non segnerò che sei arrivata in ritardo, detto ciò riprendiamo il discorso... stavo appunto dicendo che il professor Clayton non ci sarà per un po' di tempo a causa di un incidente, e al suo posto ci sarò io - io vedo molte ragazze che si sistemano i capelli, sbattono le ciglia come se fossero dei gatti, altre che lo guardano sbavando... io trovo sia molto carino ma non sbaverei mai per un ragazzo soprattutto se è un professore di letteratura.
Mi siedo di fianco a Martin il capitano della squadra di Baseball, insomma il tipico figo della scuola : alto, palestrato, occhi azzurri, capelli neri e il tipico cervello fuso. Sento che mi sta fissando, beh più che altro mi fissa la scollatura della mia t-shirt nera, lo guardo e lui capisce che non mi fa affatto piacere quel suo sguardo, così comincia a fissare fuori dalla finestra.
- Scusi signor Thompson potrei andare in bagno? - lui mi guarda con i suoi grandi occhi verdi e annuisce.Esco da quell'aula e proseguo fino al bagno questa volta vado al bagno di fronte all'aula di biologia.
Sento un odore strano... zolfo credo ma non mi importa, ho soltanto bisogno di un bagno perché ho un terribile dolore a tutte le ossa, cosa che ormai mi capita da tempo.
Spalanco la porta e all'interno ci trovo Stacy Mulligan la cugina di Debby.
Al contrario della cugina lei è abbastanza simpatica, non è mia amica ma alcune volte mi capita di fare lezione di arte con lei.
- Hey ciao Stacy - nessuna risposta
- Va tutto bene? - ancora niente
- okay penso tu non mi voglia parlare perciò mi lavo le mani e poi esco - mi volto e me la ritrovo davanti... o meglio mi ritrovo davanti il corpo di Stacy ma non è lei.Mi afferra per il collo, stringe... non respiro ma, nonostante ciò non so come mi libero dalla presa e le tiro un pugno in faccia facendola sanguinare;
lei mi guarda ma non ha più gli occhi azzurri ma ha gli occhi neri, neri come la notte, neri come il buio.
Questa volta lei spalanca la mano davanti a me e sento qualcosa che mi spinge ad una forza sovrannaturale contro il muro, però lei non mi sta toccando.
Cerco di liberarmi ma non riesco. Tutto ciò che riesco a fare è urlare, abbastanza forte da farla barcollare e staccarmi dal muro; io senza avere idea di ciò che stia facendo, la guardo... la guardo spaventata, sta sputando fumo nero ma non quello che lasci andare quando fumi una sigaretta, ma pareva che il suo stomaco stesse andando a fuoco e il fumo usciva senza finire, stava soffocando in quella nebbia nera come la notte, soffre, ed io piango ma io non sto facendo nulla, la sto solo guardando in quegli occhi ormai neri, non si riesce persino a distinguere l'iride dalle pupille.
Ho paura.
La sto uccidendo, provo a distogliere lo sguardo ma lei continua a soffocare in quel rigurcito nero.
Urlo di nuovo ma stavolta più forte, il mio però non è un urlo di paura ma sembra quasi un urlo per spaventare il nemico, un urlo che riesce a frantumare gli specchi. Tante schegge, un unico urlo.
Mi sento diversa, diversa da tutti gli altri...
#FLASHBACK
- tre... due ... UNO. Phobe ti vengo a cercare - disse mia sorella Rachel mente correva in quell'enorme campo di grano.Mi divertivo a correre e a giocare con lei in quel campo; avevo 8 anni e lei 15, stavamo giocando spensierate a nascondino.
Lei era bravissima mi trovava sempre... o forse ero io che ero una schiappa?! -TROVATA!!! ORA MI BASTA PRENDERTI E IO HO VINTO! SCAPPA PICCOLA PESTE! - disse ridendo.
Io correvo, correvo contro vento Dio quando amavo correre contro vento facendomi scompigliare i capelli. Correvo finché lei mi prese in braccio e io per dimenarmi le diedi senza volerlo un calcio nello stomaco, lei mi lasciò andare ma quando lo fece cominciò a tossire, tossiva senza tregua io la toccai sulla spalla e lei da li iniziò a rigurgitare tutto il pranzo, mamma venne subito sentendola piangere.
io mi sentivo in colpa tanto che scappai, scappai andandomi a rifugiare in soffitta piangendo.
Poco dopo io mi calmai vedendo mia sorella che stava meglio ma mi stava cercando, solo io andavo in soffitta ma nessuno lo sapeva, era la mia bat-caverna.
Ad un tratto vidi uno scatolone semi aperto e decisi di controllare il contenuto, ma con la mia poca attenzione lo rovesciai e il contenuto si rovesciò sul pavimento di legno: erano dei cuscini vecchi ormai rotti e scuciti, c'erano moltissime piume sul pavimento io ridacchiavo nel camminare a piedi nudi sulle piume perché mi facevano il solletico, ridevo finché quelle piume cominciarono a fluttuare nell'aria ad ogni mia risata, mi circondavano ed era uno spettacolo stupendo, non mi ero mai sentita così... diversa dagli altri.
Il corpo di Stacy cade a terra. È l'ultima cosa che vedo prima di svenire e di cadere rumorosamente sul pavimento bagnato di quel bagno.
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ANOTHER ME // Supernatural
Fiksi PenggemarPhobe conduce una vita del tutto normale agli occhi degli altri ma in realtá nessuno, nessuno tranne i suoi genitori, sa chi é realmente. Il segreto dei suoi sará al sicuro fino all'arrivo di due strani ragazzi in cittá... Sam e Dean Winchester che...