Capitolo 6

383 21 0
                                    

Sam's pov
Ormai era da una settimana che eravamo in quella cittadina e ancora nessuna traccia di papà, almeno abbiamo trovato un caso, forse una traccia, una traccia del demone dagli occhi gialli. 

Dean è sempre più preoccupato, lo vedo spesso attaccato a quel telefono nella speranza che  squilli e che abbia come schermata l'immagine di una chiamata con scritto "papà".

 A dire la verità ad una parte di me non manca, insomma è stato lui a dirmi quella notte che se avessi varcato la soglia della porta per andarmene non sarei più potuto tornare, è stato lui a non voler che io non studiassi e mi facessi una vita... Ma che cavolo sto dicendo, lui è pur sempre mio padre. 

Sono stanco, ma ho promesso a Phobe che sarei rimasto sveglio perciò mi dirigo verso la macchinetta del caffè e seleziono dopo aver inserito un dollaro, caffè espresso.

Chissà dov'è finito Dean... Sicuramente sarà andato a "domandare informazioni" in un bar della zona e, magari, sarà andato in cerca di qualche bella ragazza a cui domandare queste informazioni. 

Prevedibile.

Il caffè è pronto, prendo il bicchiere e mi dirigo verso la camera di Phobe per vedere se sta dormendo.

Entro ma non trovo nessuno, strano... Magari sarà andata in bagno, ma subito quel pensiero viene smentito da un forte odore di zolfo.

Mi giro e ... mi ritrovo davanti la ragazza, pallida, con due grandi occhi viol... un momento ora sono azzurri. 

-Phobe ... Va tutto bene?- a quella domanda non ho ricevuto una vera e propria risposta ma soltanto un'affermazione che mi ha fatto gelare il sangue

- Il sangue brucia il suo stesso sangue - Quella frase però è seguita da un urlo, un grido non tanto di terrore ma un grido di dolore. 

La ragazza cade a terra urlando, tenendosi la testa 

- FA MALE, BASTA STATE ZITTI! ZITTI! SMETTETELA! FALLI SMETTERE! - urla di più 

-Phobe, Phobe sono qui. Sono qui con te. Avanti respira piano. Cosa ti fa male. Chiamate un dottore! Presto! - grido io. 

Il dottore dopo pochi secondi arriva e con se due infermiere, con in mano una siringa. Si dirigono verso la ragazzina. 

Il dottore le tiene le mani, e le due infermiere una le gambe e l'altra il busto cercando di iniettarle un liquido giallo, un sedativo, un sonnifero forse, qualcosa di potente che la farà addormentare.

I tre a questo punto la mettono sul letto e cominciano a fare degli esami.

Decido di rimanere lì con lei.

Qualche ora dopo si sveglia, io le sono accanto quando spaventata mi afferra la mano 

- Sam, tuo padre è vivo - 

-Co..cosa? Chi sei tu?- lei mi fissa con quei suoi occhi azzurri come il mare, terrorizzata 

- Io... io non lo so. Sto impazzendo -

 - Non sei pazza... È tutto reale. Non è un incubo. È la realtà -

ANOTHER ME  // SupernaturalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora