possibilità

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<<Ym, quella bionda continua a telefonare.>>
<<non la lascio entrare.>>
La suoneria elettronica del cellulare di Ymir, fece eco nella stanza.
<<ecco, dinuovo lei.>>
Ymir sapeva benissimo che le sue telefonate le facevano piacere, ma se lo avesse ammesso, avrebbe accettato la sconfitta.
Forse era meglio perdere la battaglia e rispondere, una volta per tutte...
<<avanti! Dammi quel cellulare!>>
Sasha le diede il cellulare decisa, con una vena di timore che non poteva dare a vedere. Non ancora.
Ymir si chiuse nel balcone, permettendo alle vetrate di mimetizzare la sua voce con quelle altrui, per non essere sentita.
<<pronto?>>
Chiese fingendo di non sapere chi aveva chiamato.
<<Ymir... lo sai che sono io.>>
Eccome se lo sapeva.
<<che vuoi?>>
<<io... non volevo...>>
<<non sono cieca, Historia.>>
Ci fu una breve pausa riempita solo dai respiri, poi Ymir riprese.
<<scommetto che ci sei anche uscita.>>
<<No! Solo... prima. Possiamo vederci? Ti prego...>>
Disse come una povera cagna bastonata.
<<Vengo io. Ci sono le altre da te?>>
La voce di Historia mutò presto di felicità. E se avesse potuto vederle gli occhi, li avrebbe visti illuminati, ne era certa.
<<Frieda è uscita, Petra è al ristorante con un ragazzo. Marco mi pare si chiami...>>
Stava per aggiungere qualcosa, ma Ymir chiuse la telefonata.
Che susseguì una vagonata di telefonate a raffica.
RAFFICA!
Aprì la vetrata e prese il marsupio.
<<ci vai?>>
<<contenta?>>
Sulle labbra di Sasha  si stampò un sorriso di fierezza battagliera.

<<sei un idiota Reiner. Con quella schiena ci hai rovinati.>>
<<sta zitto, ti pare che non lo sappia?>>
Silenzio dinuovo.
(Silenzio, silenzio, silenzio.)
<<Che facciamo?>>
<<cosa?>>
<<Potremmo continuare solo io e Annie. Tu non puoi salire sul pallone. Ti romperesti la vertebra.>>
Maledetta vertebra, maledetta 25°vertebra.
Maledetta Ymir!
<<sto preparando la valigia, se ti fa felice.>>
<<Non ho detto che devi andartene.>>
<<E che sto a fare qui?>>
<<ci guardi! Siamo arrivati fin qui... fino a Tokyo!>>
<<esistono le televisioni. Lo sapevi, no?>>
Lo prese in giro, per addolcire la situazione.
Si, certo. Con Berthold gli scherzi non andavamo a genio, però.
<<Sei un indiota. Siamo arrivati fin qui assieme.>>
<<Berthold, no. Non ci riesco a stare qui mentre so che Historia è a qualche muro da me. Non posso. Capisci? Come per te con Annie. Mettiti nei miei panni.>>
Annie era l'asso nella manica.
Se si parlava di Annie (sopratutto se è a 4 metri di distanza, ad ascoltare la conversazione.)
Non poteva dire di no ad Annie, cioè, a Reiner.
Quindi, l'unica alternativa di Berthold, era sfoggiare uno dei suoi più magnetici sguardi assassini, alla yandere, che tanto ci riuscivano bene, e dire qualcosa ad effetto.
<<Allora vedi di sbrigarti, tra poco liberiamo la tigre.>>
Si, perché il leopardo non faceva al caso loro. Non erano addestratori, ne domatori, erano 3 tizi che con i felini ci sapevano fare.
Anche bene... ma meglio la tigre, è più docile, dopo 9 anni con un addestratore allo zoo cinese del Nord. Dopo 9 anni, la tigre non faceva più effetto, evidentemente.

Titan's Got Talent! [Yumikuri]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora