Capitolo 7

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Devo cercare tre persone, due uomini e una donna di mezza età. Nel database cerco un po' di informazioni su come contattarli e soddisfatta del mio operato chiamo prima la donna: Mary Stewart. "Pronto?" Sento dall'altra parte. "Salve signora Stewart, sono Audrey Parker. Credo già sappia chi io sia e perché l'ho contattata. La mia unica richiesta è raggiungerci presso la nostra nuova azienda. Abbiamo alcune cose di cui discutere. La prego di venire oggi pomeriggio, è importante." Dico calma. "Ci sarò. Buona giornata." La stessa procedura eseguo per gli altri due uomini: Robert Nolan, David White. Entrambi accettano di venire. Concluso il mio lavoro, continuo a sistemare la mia roba. Sono tranquilla fino a quando la stessa ragazza di prima entra di corsa nel mio ufficio per avvisarmi che Harry vuole vedermi di nuovo. Frustrata entro nel suo ufficio senza neanche bussare e lo trovo girato di spalle verso la finestra. Ha tolto la giacca, quindi la camicia fascia perfettamente il suo corpo ancora più muscoloso di prima. Mentre chiudo la porta si gira e mi sorride. "Complimenti Signorina Parker, in men che non si dica ha già svolto il suo compito." Sorride. "Mi prendi in giro?" Ridacchio per niente divertita dal suo comportamento da idiota. "Visto che non hai più nulla da fare per il resto della giornata, adesso ti siedi con me a bere un drink. Mi indica un divano enorme in pelle nel suo ufficio con affianco un tavolino in vetro su cui è poggiato un contenitore di alluminio con ghiaccio e champagne. Annuisco e mi siedo felice di non dover stare più in piedi, sono già stanca. Brindiamo a non so cosa; e un bicchiere tira l'altro, passiamo una mattinata a chiacchierare di tantissime cose. Ridiamo insieme, cosa che mi era mancata molto. Non siamo ubriachi ma è come se lo champagne ci avesse dato la forza di stare insieme senza avere paura. All'improvviso dice "stanotte non ho fatto niente con quella ragazza, perché ho pensato a te, a quanto mi manchi tu, anche in quel senso." Morde il suo labbro inferiore scrutando ogni lembo di pelle scoperto. Appena sento quelle parole mi sistemo sul divano schiarendomi la voce. "Harry, smettila." Dico semplicemente. Lui continua a guardarmi così mi alzo con l'intenzione di andare via, non voglio compromettere il suo fidanzamento. Ma lui mi blocca per un braccio e mi fa girare verso di lui. "Non andare via ti prego, non sono ubriaco e lo sai." Mi fermo e mi tranquillizzo. Lascia la presa sul mio braccio e con entrambe le mani fa scivolare la mia giacca bianca sulle mie braccia e poi la fa cadere a terra. Mi bacia la spalla e poi il collo e a quel contatto chiudo gli occhi, ha delle labbra così morbide. Davvero Harry non voglio compromettere il tuo matrimonio ma io ti desidero da impazzire da quel pomeriggio in cui ti ho rivisto per la prima volta dopo cinque anni. Non so cosa ti spinge a stare con quella ma io desidero un solo altro momento nostro, solo nostro. Finalmente mi guarda e in pochi secondi le mie labbra sono sulle sue; desiderose di quel contatto da tempo, un contatto che in me scatena mille emozioni e ricordi. Indietreggia verso il divano e mi fa sedere a cavalcioni su di lui. Le sue mani vagano su ogni parte del mio corpo, un corpo che ho sempre odiato ma che ho iniziato ad amare solo nel momento in cui lui lo sfiorava, una sensazione che non sono riuscita a provare più con nessuno. Continuiamo a baciarci con foga, io sorrido sulle sue labbra perché per la prima volta dopo tanto tempo ho riprovato queste sensazioni. Ogni momento indescrivibile, però, viene sempre interrotto. Suonano al campanello che Harry, in modo poco narcisista, ha messo davanti al suo ufficio. Mi stacco all'improvviso e mi alzo per prendere la giacca. "C'è un bagno, mettiti lì." Annuisco sorridente. Harry si aggiusta e chiede chi è. Cavolo è mio padre. "Signor Parker, che piacere vederla." Harry lo fa entrare e gli offre del whisky. "Harry, dov'è mia figlia?" Chiede serio. "È andata al bar qui vicino a prendere un caffè, signore." Dice Harry guardandolo negli occhi. "Farò finta di crederci ma oltre ad essere venuto qui per questioni di lavoro, sono venuto qui per avvertirti. L'anello che porti al dito dice molto più di quanto tu creda. Non farla soffrire, lei è ancora innamorata di te." Lo interrompe dicendo "Lo sono anche io signore, mi creda. Mi sono trovato in questa situazione per diversi motivi, ma cercherò di aggiustare tutto." Sentire queste parole mi fa sorridere anche se la mia coscienza dice di non illudermi. I due continuano a parlare di affari, mi siedo sul pavimento aspettando che la loro conversazione termini. Solo dopo qualche minuto, quando sento una suoneria familiare, mi accorgo di aver lasciato il cellulare sul divano. Maledico mentalmente quella suoneria ed Harry, che mi ha fatto perdere il senno. Mio padre fa finta di niente e dopo aver parlato di altre cose va via, permettendomi di uscire da quel bagno. Appena Harry mi vede scoppiamo a ridere. Prendo il mio cellulare e vado via, salutandolo con un semplice "Ciao". Impossibile non trovare Charlotte ed Alexia nel mio ufficio, preoccupate per la mia assenza. Stufa delle tante domande, racconto loro tutto l'accaduto lasciandole a bocca aperta. "Io lo sapevo, sono così felice!" Dice Charlotte abbracciandomi, lo stesso fa Alexia: ormai siamo inseparabili. "Visto che siamo felici, voglio darvi una notizia speciale: Io e Niall stiamo di nuovo insieme ufficialmente." Dice mostrandoci un anello stupendo al suo dito, molto semplice con un piccolo diamante sopra. Esultiamo dalla gioia e sia io che Charlotte la abbracciamo felicissime e orgogliose di lei. Dopo una giornata piena di notizie e di colpi di scena, torniamo a casa insieme. Appena mi distendo sul letto ricevo un messaggio da Harry:
"Questa sera voglio portarti a cena. Preparati, passo a prenderti alle 20:30.
xx"
Appena lo leggo, sorrido come un idiota e scelgo subito cosa mettere.

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