Esco dalla stanza di Alexia per farla riposare un po'. Charlotte è tornata a casa, Harry è andato a prendermi un caffè. Mi fermo un attimo a pensare a tutta questa situazione, osservando il paesaggio dalla finestra del corridoio. Alexia aspetta un bambino, ed è una cosa meravigliosa. Ripenso a quando eravamo più piccole e sognavamo una vita felice, una famiglia. Il suo sogno si sta realizzando e ne sono davvero contenta, lo merita. "Piccola.." dice una voce alle mie spalle. Mi giro sapendo già di chi fosse la voce. "Grazie mille." Prendo quel caffè fumante dalla sua mano e iniziò a sorseggiarlo. "A cosa pensavi?" Mi chiede avvicinandosi. "Nulla di particolare." Sorrido sinceramente. "Se vuoi possiamo fare anche noi un bimbo." Mi dice con sguardo malizioso mentre mi cinge la vita con le sue braccia possenti. "Harry, non è il momento." Ridacchio divertita. All'improvviso suona il suo cellulare e alzo gli occhi al cielo, stufa di sentire quella suoneria. Leggo sul display un nome "Gemma" e mi acciglio leggermente. Lui sembra così felice di sentire questa "Gemma", e io lo sto odiando sempre di più. Appena attacca mi fa un sorriso divertito. "Mi sa che non ti ho mai parlato di mia sorella Gemma." Capisce di sicuro il mio sguardo omicida, per questo mi sta dando delle spiegazioni. "No infatti, non me ne hai mai parlato." Ammetto incrociando le braccia al petto. "Quando eravamo più piccoli io e Gemma eravamo più legati. Lei è più grande di me, è andata via di casa quando avevo 15 anni e non la vedevo mai, solo a Natale e al mio compleanno e a quello di mamma. Era diventata un'estranea. Da quando sono tornato in Inghilterra mi serviva un posto dove stare all'inizio e le ho chiesto se potesse ospitarmi. Era così felice e anche io. Abbiamo ripreso i nostri rapporti e mi manca tanto. Mi ha appena detto di voler venire qui. Anche mamma è qui, quindi vorrebbe trasferirsi." Annuisco. "E non è fidanzata?" Chiedo normalmente. "No, ha avuto una brutta esperienza con il suo ex, la picchiava e ha deciso di rimanere single per un po'. Beh sono passati tre anni ma lei è felice così." Annuisco. Intanto arriva Niall. "Audrey ho bisogno del tuo aiuto." Chiede tremando. "Cosa succede?" Chiedo preoccupata. "Voglio chiedere ad Alexia di sposarmi, ovviamente quando esce dall'ospedale e mi devi aiutare." Dice senza respirare. "Intanto calmati. Comunque certo, ti aiuterò." Mi abbraccia per ringraziarmi e non posso far altro che sorridere, di fronte all'amore di quei due. "Piccola che ne dici di tornare a casa?" Mi chiede premuroso. "Si, saluto prima Alexia." Entriamo di nuovo in stanza per salutare la mia migliore amica e il suo futuro sposo e poi ci avviamo verso la macchina. "Ti accompagno a casa, ho delle faccende da sbrigare." Dice severo. "Harry, vengo con te. Posso chiamare Zayn e Ashley per venire con te all'azienda." Si irrigidisce ancora di più. "Tesoro, non essere geloso. E poi, loro ci sono di aiuto. Niall e Alexia non ci sono. C'è solo Louis, gli altri sono spaventati." Annuisce sempre arrabbiato. Mentre continua a guidare chiamo Ashley, se avessi chiamato Zayn, Harry mi avrebbe uccisa dalla gelosia. Sarebbero arrivati tra pochi minuti con mio padre. Appena parcheggia l'auto. Mi giro a guardarlo divertita. "Amore, non essere geloso." Lo bacio in modo sensuale ma lui è sempre rigido. Continuo a provocarlo, baciandolo con foga e dandogli dei baci sul collo. Con le sue braccia possenti mi prende per farmi ritrovare a cavalcioni su di lui. "Harry siamo in un parcheggio." Ridacchio divertita. "Sei mia, posso fare quello che voglio, quando voglio." Dice iniziando a mordere e baciare il mio collo e il mio petto; mi palpa il sedere, provocando in me delle emozioni fin troppo forti. "Harry, ti prego sta arrivando anche mio padre con loro. Non vorrei farmi vedere così." Sorride contro la mia pelle e dopo avermi dato un leggero bacio sulle labbra mi lascia scendere dall'auto. Mentre cammino mi da uno schiaffo sul sedere e io lo guardo, divertita anche per quel sorrisetto che ha stampato sul viso. All'ingresso saluto Zayn e Ashley, che mi sussurra all'orecchio "Mi sa che devi raccontarmi qualcosa." Annuisco sorridendo. C'è anche mio padre, il quale entra dentro per primo. L'azienda è vuota, almeno sembra. Ashley e Zayn sono armati, io non ho neanche un coltello per difendermi. L'incendio è stato causato al penultimo piano dove si trova una parte dei documenti e al terzultimo piano, dove si trovano una sala multimediale, l'ufficio di Caleb e l'ufficio di Alexia. Un attacco premeditato, fatto per colpirmi nel profondo. "Non ci conviene salire al penultimo, sono state rilasciate sostanza tossiche. L'esempio è la situazione fisica di Caleb. Per fortuna Alexia si trovava al piano superiore, è stata solo vittima delle fiamme." Avverte mio padre. "Ora come faremo?" Chiedo a mio padre. "Una squadra speciale della scientifica sta venendo qui ad esaminare il luogo, hanno un'attrezzatura adatta per entrare in queste zone 'contaminate', per il resto vedranno loro come rendere di nuovo vivibile l'azienda. Ora dovrete lavorare da casa, in incognito, non parlate con nessuno, parlate in codice, non scrivete SMS su argomenti di questo ambito, verificate che non ci sia nessuno ad ascoltarvi, che non ci siamo cimici o delle spie. Fate attenzione, questo volta è più pericoloso del previsto." Leggo la preoccupazione negli occhi di mio padre e questo non fa altro che terrorizzarmi. Vedevo sempre in lui quella persona forte, che non si lasciava abbattere da niente e nessuno. Ora ha paura. "Audrey prendi tutti i documenti nel tuo ufficio che possono servirti, sempre se non hanno fatto piazza pulita." Avverte mio padre. Di corsa corro nel mio ufficio, da sola come una deficiente. Appena apro la porta mi sembra tutto normale, silenzioso. Prendo i documenti di fretta e quando cerco di uscire mi accorgo che la porta è chiusa a chiave. Inizio a dare calci e pugni contro la porta per farmi sentire, ma niente nessuno arriva. All'improvviso esce del fumo da sotto la porta e cerco di non respirarlo. Vorrei aprire la finestra ma anch'essa è bloccata. Mi copro la bocca e chiudo gli occhi per non respirare subito ma niente da fare; questo gas è così forte da farmi indebolire e perdere il senno subito. All'improvviso la mia mente si spegne.
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Sign Of The Times
FanfictionSequel di Mistery. Sono passati ormai cinque anni, durante i quali sono successe tantissime cose ad Audrey e Harry. I due, nonostante le promesse di quel giorno in cui si salutarono, non si sono mai più rivisti. Audrey, però ha sempre cercato di me...