HARRY'S POV
Sono passati già dieci giorni. Ormai il mio corpo si muove per inerzia. Sto spesso in ospedale, poi vado in azienda sperando di trovare qualcosa di utile e poi torno a casa a dormire. Una vita piuttosto monotona e triste. Questa mattina c'è il sole, fa caldo e vorrei tanto stare con Audrey, passeggiare con lei a Central Park. Decido di comprare un mazzo di rose rosse e di portarle in ospedale. I genitori di Audrey sono appena tornati a casa, sono distrutti anche loro. Il padre vorrebbe uccidere con le sue stesse mani chi ha provocato tutto ciò a sua figlia. Il problema è sapere chi è stato. Forse Kendall? Forse Edward? O qualcuno dei loro scagnozzi. Fatto sta che la sofferenza maggiore è stata causata a noi, nel vedere Audrey dormire sempre, non parlarci, non vivere davvero. Poggio le rose sul tavolino e le do un bacio sulla fronte. "Buongiorno principessa." Le dico, pur sapendo che non potrà rispondermi.AUDREY'S POV
Sono seduta su quel prato profumato a godermi il sole quando all'improvviso una forza sovrumana mi scaraventa via da quel posto e mi porta indietro in quel tunnel. La luce che vedevo alla fine di esso si faceva sempre più piccola e distante. All'improvviso è tutto buio, ho gli occhi serrati e sento qualcuno parlare. Quando riesco a rendermi conto di essere distesa su un letto, riconosco anche quella voce: Harry. Sono ancora frastornata per seguire il discorso che sta facendo ma so che è lui. A fatica muovo il braccio sinistro per incontrare la sua mano e a quel movimento Harry urla facendomi sbarrare gli occhi. Impiego un po' di tempo per mettere a fuoco il luogo a me circostante. "Amore mio!" Urla Harry dalla gioia; con le lacrime agli occhi. Mi riempie il viso di baci e accenno un sorriso. Mi sento molto debole. In fretta arriva anche il medico. "Signorina, bentornata tra noi. So che è molto debole le faccio portare subito qualcosa da mangiare." Annuisco debolmente mentre le infermiere cambiano la disposizione del mio letto, facendomi stare seduta. Guardo Harry che sorride da quando ho aperto gli occhi. Si siede sul letto e mi abbraccia dolcemente, senza stringere per evitare che possa farmi male. Ricambio per quanto posso l'abbraccio e gli sorrido. "Harry come ci sono arrivata qui?" Chiedo a bassa voce. "Tesoro, hai inalato quelle sostanze che portano al coma. Non pensarci. Ora mangia qualcosa." Solo quando vedo quel vassoio pieno di cibo portato dall'infermiera, mi accorgo di avere troppa fame. Mangio tutto anche se molto lentamente. Sento una stanchezza infinita. Harry mi guarda con un sorrisetto strano. "Perché mi guardi così? Vorresti qualcosa da mangiare?" Lo invito a prendere qualcosa dal mio vassoio. "Mi piace guardarti. Sei così bella." Rido alla sua affermazione. "Quanto tempo ho dormito?" Chiedo con un boccone in bocca. "Dieci giorni." Ridacchio. "Allora avrò un aspetto terribile. Dio, che vergogna." Arrossisco leggermente pensando a quanto sia pietosa è orrenda la mia figura. Harry ride, anche lui è molto stanco, si vede. "Harry, tu hai riposato?" Non mi risponde. "Harry, vai a casa a riposare." Dico severa. "Chiamo i tuoi genitori." Dice uscendo dalla stanza. Mia madre e mio padre in men che non si dica sono già qui ad abbracciarmi, dopo un po' arriva anche Charlotte. Alexia non può muoversi di casa, non sta molto bene.HARRY'S POV
Mi siedo sulla poltrona accanto al suo letto, sono molto stanco. I genitori di Audrey mi esortano a tornare a casa ma io mi rifiuto. Sono stato troppo tempo senza di lei. Intanto entra il medico in stanza che avvisa Audrey di stare bene, alla fine l'effetto di questo gas svanisce e non ci sono delle conseguenze sul corpo; quindi può tornare tranquillamente a casa sua. "Se non è un problema può stare a casa mia, avrà tutto ciò di cui ha bisogno. Ho i domestici che possono aiutarla e poi ci sono diverse guardie che sorvegliano la casa." Affermo seriamente guardando suo padre. "Non sarei molto d'accordo ma poiché non siamo spesso in casa, lei potrebbe essere da sola. Questo è l'unico motivo per il quale la lascio venire con te. Manderò altri uomini sotto copertura a casa tua." Afferma il padre di Audrey. Intanto esco dalla stanza perché deve prepararsi. Appena è pronta, Cingo i suoi esili fianchi con un braccio e la accompagno alla mia auto. Sua madre e sua sorella passeranno a portare la sua roba. Appena in casa la invito a fare una doccia per rilassarsi. Lei annuisce debolmente, è molto silenziosa. Appena entriamo in casa le prendo dolcemente la mano. "Piccola, che succede?" Le accarezzo la guancia. "Nulla, sono stanca e preoccupata. Ora però vado a fare una doccia." Afferma. La seguo nel bagno e la aiuto a spogliarsi. Riempio di baci ogni tratto della sua pelle. Dopodiché apro l'acqua calda e subito si fionda sotto il getto. Decido di lasciarla da sola per farla rilassare un po'. Dopo circa una trentina di minuti sotto quel getto di acqua bollente decide di asciugarsi e mentre si asciuga i capelli, io scendo di sotto per accogliere sua madre e Charlotte. "È di sopra ad asciugarsi, ha fatto una doccia." Charlotte mi sorride maliziosa. "Harry grazie per quello che stai facendo, se non è un problema la vorremmo aspettare per un saluto." Afferma sua madre. "Nessun problema, anzi accomodatevi. Cosa posso portarvi: un caffè, un tea, se volete, fermatevi a cena." Dico loro. La madre di Audrey sorride e accetta il mio invito, Charlotte farà venire anche Trevor è in seguito ci raggiungerà anche il padre di Audrey. Quell'uomo mi terrorizza, è una persona austera, molto severa e ha un coraggio immenso. Intanto chiedo alla mia domestica di preparare una cena degna degli ospiti. Quando Audrey scende dalle scale sua madre e sua sorella corrono ad abbracciarla. "Calme, calme, sono qui." Ridacchia con la sua solita spontaneità.

STAI LEGGENDO
Sign Of The Times
FanfictionSequel di Mistery. Sono passati ormai cinque anni, durante i quali sono successe tantissime cose ad Audrey e Harry. I due, nonostante le promesse di quel giorno in cui si salutarono, non si sono mai più rivisti. Audrey, però ha sempre cercato di me...