Capitolo 6

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HARRY'S POV
Durante il pranzo non ho parlato neanche una volta. Mi sono limitato a fissarla in tutta la sua bellezza. La rabbia, il senso di colpa e l'amore mi stanno divorando. Ho bisogno di stare un po' da solo per pensare. Il problema è che in questi giorni starò sempre e solo con lei. Non riuscirò a trattenermi a lungo, mi provoca troppo questa ragazza. "Che cosa fai?" Le chiedo appena la vedo aprire la sua borsa. "Pago il conto, tesoro." Mi fa un sorrisetto malizioso. "Non ci pensare minimamente. Offro io, piccola." Le faccio l'occhiolino e noto che distoglie lo sguardo imbarazzata. La tengo in pugno. Pago in fretta il conto e la accompagno alla sua auto. "Grazie mille Harry." dice per poi dirigersi verso la sua macchina. resto a guardarla ancora per un po' finché decido di ripartire e di tornare a casa mia.


AUDREY'S POV

Sono sollevata del fatto che questo pranzo sia finito in fretta, non ce la facevo più a stare da sola con lui. Ci saranno tantissime altre giornate come questa ma credo di essere più pronta dopo l'esperienza di oggi. Più che un pranzo è stato un interrogatorio, non ha fatto altro che bombardarmi di domande, mentre lui alle mie era molto schivo. vedevo nei suoi occhi l'intenzione di parlarmi ma qualcosa lo ferma. Ovviamente lo fermerà il suo imminente matrimonio, la sua 'terribile' fidanzata ma sento che c'è dell'altro. Ora è il mio turno evitare tante domande, ovvero evitare la mia amata sorellina, la mia migliore amica e come se non bastasse si è aggiunta anche mia madre a fare il tifo per Harry. Sto iniziando ad odiarle. per mia grande fortuna a casa c'è solo mio padre che sta riposando. Da un biglietto sul frigo scopro che Alexia è con Niall, Charlotte è con Trevor mentre mia mamma è con Anne. Questo suo rapporto così profondo con Anne mi rende molto felice ma allo stesso tempo mi fa arrabbiare, perchè mia madre invece di uscire con me per consolarmi esce con la mamma del mio ex. Non capirò mai gli adulti. Scaccio via questi inutili pensieri per concentrarmi sul lavoro che ho da fare. Prendo il malloppo di curriculm dall'auto e nello studio li analizzo anche per trascorrere il resto del pomeriggio. Prendo per primo quello della donna sui 40 che faceva gli occhi dolci ad Harry, avrei voluto strangolarla. 'Caroline Flack, 37 anni, imprenditrice di successo, single' ha molti titoli di studio, sembra una donna in gamba ma non deve fare gli occhi dolci ad Harry. Audrey ma che stai dicendo, non è il tuo ragazzo, non puoi essere gelosa. Sotto rimprovero della mia coscienza continuo il mio lavoro, anche se molti anni fa era proprio Harry a doverlo fare. Prendo un foglio su cui scrivo i nomi e affianco il ruolo assegnato. Farò controllare questo foglio da lui stesso domani mattina. Chiudo tutti i curriculum che ho finito di analizzare perchè è ormai tardi e faccio una doccia. Sono molto stanca perchè mi sono svegliata presto, infatti appena mi metto a letto mi addormento.
Il mattino seguente mi sveglio abbastanza tranquilla, mi vesto (foto) e mi fermo a fare colazione in un bar vicino all'azienda. Mentre sorseggio il mio caffè macchiato entra Harry e per poco non sto per strozzarmi a causa della sua naturale bellezza: capelli scompigliati, occhiali da sole, labbra morbide, camicia bianca, pantalone grigio, giaccone nero. Un uomo perfetto direi. Cerco di non farmi vedere ma la mia facoltà di nascondermi è andata a puttane ben 5 anni fa, è come se avessi perso l'allenamento. Difatti lui mi nota e si dirige con il suo cappuccino verso di me. "Buongiorno tesoro, pronta per un nuovo splendido giorno di lavoro?" Dice sarcasticamente con la voce ancora impastata dal sonno. "Qualcosa mi dice che ti sei svegliato solo dieci minuti fa. Buongiorno anche a te, Signore." Dico prendendo la borsa e il mio caffè, sorridendo falsamente e alzandomi. Harry sbuffa nervoso mentre io mi dirigo all'uscita, è davvero troppo difficile stare con lui. Mi dirigo verso l'azienda non molto lontana e all'ingresso incontro Alexia e Charlotte. "Noi dobbiamo parlare di alcune cose!" Mi sorride maliziosamente Charlotte. "Non essere sempre la solita, abbiamo solo pranzato." Sussurro mentre entriamo nell'azienda ormai popolata da dipendenti già super indaffarati. "Chissà perché Harry ti segue come un cagnolino." Ride Alexia che lancia uno sguardo complice a Charlotte. "Aspettate, voi state tramando qualcosa." Dico fermandomi e facendo girare verso di me le due ragazze. "Per niente, vogliamo solo che tu non perda una seconda volta una persona davvero importante per te. Noi non stiamo facendo nulla, sta a te scegliere Audrey." Mi dice Charlotte comprensiva, ma evidentemente non sa che Harry sta per sposare un'altra ragazza. Annuisco distrattamente per poi allontanarmi da loro senza dire nulla. Entro nel mio ufficio, molto grande tutto bianco e nero, diciamo i miei colori preferiti. Apro la finestra per far entrare un po' di aria e di sole e inizio a sistemare un bel po' di roba. Mentre prendo alcune cose dagli scatoloni una ragazza sui 20 anni, bionda, magra, alta e bellissima mi avvisa che il capo vuole vedermi e ancora più indaffarata scappa via parlando all'auricolare nel suo orecchio sinistro. Prendo coraggio e mi dirigo all'ultimo piano dove si trova l'ufficio di Harry, non si fa mancare niente a quanto pare: ufficio isolato, nessuna finestra che sporga verso il corridoio che faccia vedere ciò che sta facendo, piano interamente per lui, due segretarie molto carine, una macchina per il caffè personale e un distributore di merendine piuttosto personale direi. Busso e quando sento un "AVANTI" entro chiudendo poi la porta alle mie spalle. "Hei" mi sorride seduto alla sua scrivania. "Hei" dico posando lo sguardo altrove per non incontrare il suo. "Mi serve che tu rintracci delle persone, devi convincerle a venire qui in azienda." Dice distratto mentre sfoglia alcuni documenti. "Se non mi sbaglio, eri tu quello bravo a cercare le persone, perché non continui a farlo?" Dico incrociando le braccia in tono di sfida. "Non continuo a farlo perché al momento il mio compito è un altro e vorrei anche cambiare un po', dovresti farlo anche tu. Imparerai il mestiere molto presto, ricordo le tue grandi capacità tesoro." Dice con un sorriso beffardo sul suo volto angelico. "Sai che sono così attenta da essermi accorta che hai dormito con una ragazza questa notte, soprattutto che non hai dormito a casa tua?" Dico mentre mi avvicino alla sua scrivania, con lo stesso sorriso che lui ha rivolto a me. "Non sbagli mai un colpo." Dice frustrato. "Già, quindi se dobbiamo collaborare in questa missione suicida, tu fai quello che sai fare, io faccio il mio lavoro, cioè usare la diplomazia. Tu cercherai quelle persone, le farai venire qui e io parlerò con loro. Fine della storia oppure faccio le valige e torno al mio bel lavoro a Washington." Continuo a sorridergli falsamente. "Non sei per niente cambiata dall'ultima volta, sempre lì a giudicare e a dare ordini." Adesso sembra arrabbiato con me. "Tu sei il solito lunatico del cazzo." Prendo i documenti che mi aveva indicato prima ed esco di fretta dal suo ufficio.

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