Era a meno di dieci metri da lui.
Una piccola distanza li divideva, non più così grande, in quel momento.
La sua bocca era piegata in un sorriso, anche se i suoi occhi non sorridevano.
Non lo guardava, ma sapeva della sua presenza, eccome.La sentiva fin dentro le ossa.
Sentiva il suo sguardo addosso, e in certi istanti rabbrividiva. A volte voleva scappare il più lontano possibile per non doverlo affrontare mai più. Ma quella non era la soluzione migliore.
Lei era lì, e sorrideva cercando di prestare tutta la sua attenzione alla persona che aveva davanti. Dava a vedere che tutto era passato, volato via con i mesi. Era magra, ed era felice perché adesso si piaceva un po' di più. Infondo qualche lato positivo c'era stato. Annuiva di tanto in tanto, sentiva tutte le parole ma non ne ascoltava nessuna, gesticolava se rispondeva qualcosa. Si torceva le mani come faceva sempre quando era nervosa, o si passava le dita tra i capelli.
E lui la guardava.
La osservava sorridere, e non si accorgeva di tutti i segni evidenti che aveva lasciato un tempo sul suo corpo e che c'erano ancora. Eppure, infondo sapeva che quando il suo sguardo in certi momenti si perdeva, quando il suo sorriso iniziava un po' a perdere luce, la colpa era sua.
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TRA LE RIGHE CHE NON HO SCRITTO.
Short StoryTi ascoltavo diffidente perché la vita mi ha dimostrato che "Non esserci" è sopratutto una scelta, esserci una convenienza. Io mi siedo ancora lì, lo faccio da quando ero bambino, alla fermata davanti casa dove passavamo le sere a fumare e a guardar...