capitolo 8

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La mattina quando Marco si è svegliato non stava bene era tutto sudato e tremava come se sentisse freddo, Fabio era già andato via, Marco non sapeva che fare a chi chiedere aiuto. Si è alzato a fatica ed è uscito in corridoio, uno dei ragazzi stava passando di li e quando l'ha visto è subito andato ad aiutarlo, l'ha sorretto e gli ha detto

<< sono Peppe sta tranquillo è successo a tutti noi, ti aiuto a rimetterti a letto e chiamo Checco>>

Marco riusciva solo a guardarlo senza dire una parola, Peppe l'ha lasciato in camera ed è andato a chiamare Checco che dopo pochi minuti era nella stanza col dottor Simone che subito ha visitato Marco e gli ha prescritto del metadone, in dose minore al solito perché marco non era un caso grave, contava che le crisi sarebbero rimaste circoscritte a questi pochi sintomi e sarebbero passati in pochi giorni. Ha consigliato però a Checco di non dargli delle mansioni che lo facessero stancare troppo, quei giorni sarebbero stati stancanti fisicamente e mentalmente per Marco.

Poteva giusto andare alle sedute comuni con gli altri dove non avrebbe fatto alcuno sforzo fisico e avrebbe potuto ascoltare le loro esperienze.

Quel giorno lo passò a letto Marco, aveva dolori un po' dappertutto ma tutto sommato stava bene, era nulla ciò che stava passando se messo al confronto con ciò che aveva già passato. Marco lo considerava un modo per non dimenticare ( se fosse possibile) quello che avrebbe dovuto passare per colpa della droga.

Dopo due giorni Marco si sentiva meglio, è quindi si è alzato per assistere finalmente ad una di quelle riunioni.

Appena è entrato ha subito notato che non c'erano maestri erano messi tutti sullo stesso piano, un cerchio di persone che solo se sapevi chi era il dottore potevi intuire altrimenti non c'era distinzione. Marco ha preso posto in una sedia libera, subito la dottoressa Emilia ha cominciato col dare il benvenuto ai nuovi che erano Marco e un uomo sui cinquant'anni. Poi ha continuato dicendo che per oggi avrebbero parlato gli ormai vecchi se cosi si può dire, per far vedere come funziona all'interno del gruppo. Subito una ragazza molto carina ha alzato la mano chiedendo se poteva iniziare lei, avendo l'approvazione della dottoressa.

<< ciao ragazzi molti di voi sanno chi sono, ma per chi non lo sa ancora io sono Rita ho 23 anni e gli ultimi sei li ho trascorsi qui, ho avuto delle ricadute dovute a varie circostanze della mia vita come la morte di mia sorella in un incidente stradale. Adesso ho capito però che dobbiamo vivere anche per chi non c'è più e ad oggi posso dire che sono fuori da un anno e due mesi. Vi chiederete perché sono ancora qui? Subito detto, perché voglio essere sicura che nessuno possa tentarmi, voglio essere sicura di essere abbastanza forte da poter affrontare il mondo a trecentosessanta gradi>>

Appena ha finito di parlare la dottoressa l'ha ringraziata e ha chiesto se voleva parlare qualcun altro...si è alzato l'altro nuovo dicendo

<< sono Salvo ho cinquant'anni e ho chiesto la parola perché per me non è la prima volta che entro dentro una comunità per questo ho chiesto di poter parlare anche se non sarebbe spettato a me>>

Allora la dottoressa disse << tranquillo Salvo sei in famiglia fa come credi se te la senti raccontaci la tua storia>>

<< grazie, come ho detto sono Salvo ho cinquant'anni è posso dire che sono un'autentica testa di cazzo>> tutti si sono messi a ridere e poi lui ha continuato

<< avevo una famiglia, una moglie bellissima e due figli stupendi, Stefano di cinque anni e Marta di appena due (gli occhi dell'uomo erano pieni di lacrime e nessuno osava aprire bocca) io facevo il carrozziere e tutto andava bene finché non ho cominciato a mettere soldi in quelle maledette slot. Tutti i giorni andavo a comprare le sigarette e il resto lo mettevo in quelle macchinette, finché non mi sono accorto che non mettevo solo il resto ma il guadagno del giorno, a mia moglie mentivo dicendo che non avevo avuto clienti quel giorno. Poi non riuscendo a far fronte alle spese mi sono rivolto a un usuraio e i debiti invece di diminuire andavano ad aumentare. Quando mia moglie ha capito che c'era qualcosa che non andava visto che ero diventato intrattabile, ha cercato di aiutarmi ma io invece che appoggiarmi al suo amore ho iniziato a fare sempre più tardi, poi ho conosciuto una donna con cui l'ho pure tradita e con cui ho iniziato a fare uso di droga. Ovviamente mia moglie mi ha lasciato, e io ho iniziato a bere e bucarmi, un giorno ho fatto una dose sbagliata e per miracolo sono ancora su questa terra, da li il primo ricovero allora sono stato 4 mesi in comunità poi ho saputo che mia moglie aveva un nuovo compagno e sono andato via per drogarmi ancora. Dopo un po' di tempo ci sono tornato strisciando perché lì non prendono i membri che se ne vanno, dopo altri due mesi da cretino mi sono fatto convincere da un compagno a bucarmi nei bagni della camerata, mi hanno trovato riverso sul pavimento. Ovviamente mi hanno rimesso in piedi e poi sbattuto fuori. Ora voglio riprovarci ma io stesso vi dico di non fidarvi di me, perché tutto ciò che di bello mi sfiora io lo distruggo>>

È intervenuta la dottoressa dicendo a Salvo che lì doveva sentirsi in famiglia, che nessuno l'avrebbe giudicato e soprattutto che doveva pensare che doveva lottare per i suoi figli, se si fosse disintossicato e avesse trovato un lavoro gli avrebbero permesso di vederli. Già in centro poteva fare richiesta per vederli insieme all'assistente sociale, a Salvo si sono illuminati gli occhi, nessuno prima di allora gli aveva messo davanti questa prospettiva.

E POI...RINASCERE SI PUÒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora