capitolo 13

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Quando sono entrato dentro, Checco mi ha fatto segno di seguirlo. Una volta dentro la sua stanza ci siamo seduti e dopo qualche secondo di silenziolo  vedo alzare lo sguardo e dirmi:

- Cosa facevi fuori con Giulia?

- Ma...nulla l'ho vista correre piangendo e sono andato per vedere se aveva bisogno di qualcosa (beh non era proprio la verità ma nemmeno una bugia)

- Marco mi raccomando, conosci le regole

- Scusa ma di che parli?

- Niente ragazze

- Nelle stanze...non sapevo fosse vietato anche parlarci in giardino

- Hai capito cosa voglio dire, stai attento lo dico per te, so che sei un bravo ragazzo ma tu sai lei chi è

- Certo, ma non credo sia anche vietato parlarle

- L'importante e che hai capito, adesso vai

Sono uscito dalla stanza più confuso di prima. Ok che era la figlia del direttore ma da come tutti chiedevano di stargli alla larga, nemmeno fosse la figlia di Clinton.

Un pensiero mi continuava ad assillare però, sarebbe ripartita?

Chissà se l'avessi vista ancora? Se ne avessi l'occasione avrei voluto ancora parlare con lei.

Cinque giorni dopo

Stamattina fa un bel po' di freddo, ottima giornata per me che devo andare a fare il tatuaggio. Durante la mattina svolgo il mio compito con tranquillità, e dopo pranzo mi stendo sul letto a riposare un po'.

Alle 15 precise sono gia pronto per andare dal tatuatore, sicuramente ci vorranno più sedute per fare il lavoro fatto bene. Sto uscendo dal cancello del centro, quando mi sento salutare

- Ciao Marco, stai uscendo

Mi giro ed era lei, Giulia

- G- gia balbetto (stupido riprenditi sussurra la mia vocina interiore)

Lei sorride, un po' imbarazzata, allora quasi senza rendermene conto le dico:

- Ti andrebbe di accompagnarmi? (bravo genio ti dicono di starle lontano e tu la iviti a venire con te)

Vedo il suo viso illuminarsi e farmi un grande sorriso

- Certo dove andiamo?

- Devo fare un tatuaggio

- Davvero?

Poi si avvicina a me, che le faccio segno di incamminarci e mentre mi sussurra piano

- Se ti dico un segreto prometti di mantenerlo

- Certo, sono una tomba

- Guarda...

Si mette davanti a me alza un po' la maglietta e intravedo un tatuaggio tribale con una farfalla al centro

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Si mette davanti a me alza un po' la maglietta e intravedo un tatuaggio tribale con una farfalla al centro. Alla visione di quel tatuaggio devo ingoiare un po' di saliva mi era rimasta in gola.

- Hai promesso di non dirlo (mi dice)

Annuisco col capo e poi le spiego cosa vorrei fare io.

Siamo al negozio, il tizio che mi fa entrare è alto, robusto e piano di tatuaggi, perfino la testa che è rasata ne è piena. Oddio a me piacciono i tatuaggi ma cosi è davvero troppo penso. Mi accomodo spiego a lui cosa vorrei fare, lui comincia a disegnare su un foglio e devo dire che è davvero bravo. Mi fa vedere il lavoro finito, lo aggiustiamo secondo i miei gusti e dopo lui mi dice che alla prima seduta si limiterà a calcarne i contorni visto che è abbasta grande e quindi ci vorranno più sedute. Sono pronto, lui accende la macchina con cui introdurrà il colore nella mia pelle.

Mentre sta per iniziare mi sento stringere la mano, alzo lo sguardo e Giulia mi sorride. Decido di non dirle nulla e restiamo cosi, mano nella mano mentre inizio a colorare il mio corpo.

E POI...RINASCERE SI PUÒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora