E POI...RINASCERE SI PUÒ

capitolo 26

Marco

Non riuscivo a crederci, era li e stava dicendo che ero io il motivo del suo ritorno. Tornato dal mio stato di trance, feci spazio accanto a me permettendole d' entrare.

Giulia << allora? Ora toccherebbe a te confessare qualcosa>> disse abbassando lo sguardo verso le sue scarpe e facendosi rossa in viso.

Volevo giocare un po' con lei per stemperare quella tensione che si era creata

Marco << sono belle le tue scarpe?>>

Lei alzò il viso incredulo di ciò che le sue orecchie stavano sentendo e appena vide che stavo sorridendo lo fece anche lei forse capendo quello che stavo provando a fare.

Marco << io non sono bravo con queste cose, però posso dirti che tra me e Sara non ce nulla e che sei tu che hai sempre occupato una parte del mio cuore, forse non siamo stati bravi a capirci, non ci siamo confrontati, credo per paura e cosi abbiamo frainteso alcuni comportamenti solo perché avevamo paura di chiedere>>

Lei mi guardava ed io non sapevo che fare, non avevo avuto il tempo di essere quel ragazzo spensierato che si trovava in questo tipo di situazione. Avevo paura di un suo rifiuto, ma quando vidi che lei mi guardava prima negli occhi, poi scendeva sulle labbra per poi tornare a guardarmi negli occhi, capii che al novanta per cento anche lei voleva ciò che bramavo io.

Mi avvicinai a lei e prima sfiorai una guancia, giusto per vedere la sua reazione. Quando vidi che chiudeva gli occhi beandosi di quel contatto non ebbi più dubbi e poggiai le mie labbra sulle sue, prima in modo dolce e poi vendo che lei aveva messo le mani attorno al mio collo approfondii il bacio. In quel momento mi resi conto che lei era ciò che volevo ma che forse non avrei mai potuto avere, suo padre non avrebbe permesso che la sua unica figlia stesse con un ragazzo che pur se non per suo volere era stato considerato un emarginato.

Giulia

Mentre lui parlava, mi trovai a passare sotto casa sua e cosi e cosi decisi di salire. Avevo il cuore che batteva a mille, le sue parole mi avevano dato un po' di speranza.

Appena aperta la porta, lui mi guardava come se fosse incredulo nel vedermi li davanti eppure credevo che avergli confessato il mio ritorno aveva chiarito ciò che provavo, almeno in minima parte. L'ho visto farsi da parte per farmi entrare e cosi feci.

Vedendolo in silenzio a guardarmi dissi << allora? Ora toccherebbe a te confessare qualcosa>> guardai le mie scarpe che in quel momento sembravano essere la cosa più bella soprattutto perché sentivo le guance andarmi a fuoco, quindi ero sicura di essere bordeaux.

Quando all'improvviso parlò, non credevo alle mie orecchie aveva appena mi aveva appena chiesto se le mie scarpe erano belle.

Sollevai il viso guardandolo sbalordita e lo guardai vedendolo sorridere, cosi capii che lo stava facendo solo per stemperare il momento poi guardandomi parlò.

Marco << io non sono bravo con queste cose, però posso dirti che tra me e Sara non ce nulla e che sei tu che hai sempre occupato una parte del mio cuore, forse non siamo stati bravi a capirci, non ci siamo confrontati, credo per paura e cosi abbiamo frainteso alcuni comportamenti solo perché avevamo paura di chiedere>>.

Dopo un po' che ci guardavamo, o meglio non riuscivo a togliere gli occhi da lui che si alternavano dai suoi occhi alle sue labbra, senza rendermene conto si avvicinò e mi sfiorò la guancia, istintivamente chiusi gli occhi e poco dopo sentii le sue labbra sulle mie. Mi aggrappai a lui mettendogli le mani attorno al collo e cosi approfondimmo il bacio. Mentre lo baciavo, sentivo sensazioni mai provate prima, cosi capii che volevo lui e che nessuno si sarebbe messo ancora tra noi, non lo avrei permesso.

Dopo un po' ci staccammo per prendere fiato e ci guardammo scoppiando poi a ridere insieme, forse per scacciare la tensione che avevamo accumulato. Poi lui mi strinse forte ed io appoggiando il viso al suo petto mi beai del suo profumo.

Quando ci staccammo, mi guardò e mi chiese se avevo fame e che lui non aveva ancora mangiato visto tutto ciò che era successo. Dissi di si e cosi andammo in cucina a prepararci qualcosa da mangiare.