CAPITOLO 11

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I giorni passavano inesorabili, era già passato un anno dalla scomparsa di Davide. Marco era triste nel ricordare che il suo fratellone non c'era più.


Quella mattina continuava a essere smanioso e non sapeva perché, lui dava la colpa alla ricorrenza, poi all'improvviso sentì degli schiamazzi venire dal corridoio. Aprì la porta e, quello che gli si palesò davanti gli fece salire il sangue al cervello.

Fabio, il suo amico Fabio era lì che faceva il cascamorto con Giulia ed un'altra ragazza. Ma perché doveva essere cosi coglione quel ragazzo?.

Vederli ridere aveva messo Marco in una situazione davvero tesa, lui stesso si chiedeva perché. E perché aveva dato del coglione a Fabio? Quel ragazzo non sapeva nemmeno in che situazione scombussolata si trovava Marco.

All'improvviso Marco risvegliatosi dai suoi pensieri si è accorto che Giulia lo stava guardando sorridendo timidamente, ma quando si è accorta che anche Marco la fissava ha subito distolto lo sguardo e ha continuato a ridere con Fabio e l'altra ragazza. Che poi chi è questa ragazza? Marco doveva saperlo e l'unico che poteva dirglielo era Fabio, l'avrebbe aspettato per chiederglielo.

La mattinata Marco l'aveva trascorsa nella palestra del centro, oggi era il suo giorno libero e cosi aveva pensato di tirare qualche pugno sul sacco da boxe per scaricare la tensione che aveva. Durante la mattina osservandosi sugli specchi della palestra aveva notato di come avesse dei tratti somatici che gli ricordavano suo fratello. Non aveva potuto far a meno di sorridere, Davide sarebbe comunque rimasto con lui, era una parte di lui. Ecco che la porta della palestra si apre e vede entrare Fabio, finalmente poteva fargli le domande che gli ronzavano in testa.

- Ehi amico "disse Fabio"

- Ehi " si limitò a rispondere Marco"

Era cosi furioso, lui (Fabio) aveva osato provarci spudoratamente con quella ragazza, oddio ma che gli stava succedendo, non riusciva a spiegarlo nemmeno a se stesso. Allora fece un grosso respiro e disse:

- Come è andata la mattina, voglio dire prima di venire qua

Fabio passo la mano nei capelli perché non capiva, si vedeva che era confuso

- Che vuoi dire?

- Ti ho visto in corridoio con quelle due ragazze, come è andata?

- Come vuoi che sia andata, che intendi

- Dai...ti ho visto ridere beatamente con loro

- Si e allora che ce di male, stavamo solo chiacchierando

- Niente chiedevo

- Marco, che ti prende? Perché tutte queste domande?

- Niente amico, non lo so nemmeno io che mi prende, forse sto diventando pazzo

- Senti che ce che non va?

- Non lo so Fabio, forse sono solo nervoso perché oggi è un anno che Davide...

Le parole gli si fermarono in gola, era come se stesse soffocando. All'improvviso non vide più nulla, il buio, sentiva delle voci intorno a lui chiamarlo, ma non capiva di chi fossero.

Qualcuno lo stava schiaffeggiando, e sentiva una voce soave dire che avrebbe usato il suo profumo che aveva in borsa per farlo svegliare. Dopo un po' Marco sentì un forte profumo di zucchero a velo e inizio ad aprire gli occhi. Quello che videro i suoi occhi era la visione più bella che potessero vedere, Giulia era inginocchiata vicino a lui e gli teneva sotto al naso un flaconcino di profumo, Marco non riusciva a proferire parola, era rapito da tanta bellezza. Quando si riprese non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Fabio lo guardava, e fu allora che capì.

A Marco piaceva Giulia ecco perché era cosi strano, pensava che lui e lei... Fabio non poté far altro che sorridere, i ragazzi si girarono a guardarlo e lui alzò le mani in segno di resa, come per dire che non era successo nulla.

C'era silenzio, ma all'improvviso marco ha sentito la sua voce dire:

- Ehi, come stai? Comunque sono Giulia piacere

Oddio era come la immaginava, la sua voce era dolce e tranquilla

- Sto bene grazie, io sono Marco

Giulia sorrise, e disse:

- Si, lo so chi sei

All'improvviso si intromise l'altra ragazza che con sorriso a trentadue denti disse:

- Io sono Alba un'amica di Giulia

Marco allungo la mano per presentarsi ma l'unica cosa che pensava era... ciò che aveva detto Giulia, si lo so chi sei. Come faceva a saperlo se era la prima volta si parlavano?

E POI...RINASCERE SI PUÒDove le storie prendono vita. Scoprilo ora