What Ever Happened?

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Julian si svegliò con un gran mal di testa. Stava così male che si meravigliò di essere riuscito a muoversi dalla posizione orizzontale in cui si trovava.

Si guardò intorno.

Ma dove cazzo sono?

Gli capitava spesso di svegliarsi senza avere idea di dove si trovasse, è routine per chi viaggia così tanto. E anche per chi beve così tanto, quindi non si preoccupò e cercò di fare mente locale.

C'era caldo.

Uhm. Già. La luna di miele.

Gli tornò in mente tutta la serata precedente. Si girò, aspettandosi di trovare Juliet addormentata a fianco a lui, ma lei non c'era. Pensandoci bene c'erano ottime probabilità che fosse incazzata. Più tardi le avrebbe comprato dei fiori. O della roba da mangiare. Qualcosa.

Andò a sciacquarsi la faccia nel bagno, ripensando ancora alla sera prima. Era stata una serata decisamente squallida, aveva discusso con Juliet e poi si era sbronzato. No. Si era sbronzato e poi aveva discusso con Juliet. Sì.

Gli sembrava di ricordarsi perfino di aver chiamato Nick con il telefono dell'albergo.

All'improvviso sobbalzò.

Si era ricordato all'improvviso della voce di donna che aveva sentito mentre parlava con Nick. La notte prima era sicuro di aver riconosciuto distintamente la voce di Nina. Ma dopotutto era ubriaco, e per quanto si sforzasse di ricordare non era nemmeno più così sicuro di aver sentito bene. E poi anche se fosse stata veramente Nina, che senso avrebbe? Perché sarebbe dovuta essere a casa di Nick alle quattro del mattino se non per...

Lasciò cadere a terra l'asciugamano con cui si stava asciugando la faccia.

Già di per sé l'idea di Nina che sta con qualcun altro non lo faceva impazzire di gioia, ma con Nick...no, non poteva sopportarlo. E soprattutto non poteva continuare a vivere con il dubbio.

Uscì dal bagno e afferrò deciso la cornetta del telefono, sul comodino.

"Sì, buongiorno, sono nella stanza 15, vorrei fare una chiamata esterna." Attese qualche secondo, tamburellando freneticamente con la punta delle dita sul tavolo. Appena gli arrivò il segnale compose uno dei pochi numeri che conosceva a memoria.

"Ryan...ho bisogno che fai una cosa per me..."

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Qualche ora dopo, a New York, anche Nick aveva avuto un risveglio strano. Era stanchissimo, come se non fosse mai andato a dormire, e sentiva uno strano odore. Come di bruciato.

Oddio. Ci mancava solo che gli bruciasse la casa.

Scattò in piedi e andò verso la cucina, un po' preoccupato, pensando che ci avrebbe trovato un incendio o qualcosa di simile. Invece ci trovò Nina, seduta sul bancone dei fornelli che addentava un toast bruciacchiato.

"mmmmghmgn." Mugugnò, con la bocca piena, appena si accorse di Nick "Nick, sei sveglio wow! Senti, mi dispiace per ieri ho fatto un po' la pazza, lo so, è che sono un po'...isterica ogni tanto, immagino che sia la cosa della libertà vigilata, ecco...ti ho fatto i toast. Per farmi perdonare." Parlava a macchinetta, freneticamente, ed era scattatta giù dal bancone in un batter d'occhio.

"Hey. Calmati! Non importa, è tutto a posto...era già tutto a posto ieri sera, davvero. "

"Allora non lo vuoi un toast?"

The End Has No EndDove le storie prendono vita. Scoprilo ora