Is This it?

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Il paesaggio scorreva veloce fuori dal finestrino del taxi che Julian e sua moglie avevano chiamato, per farsi venire a prendere sotto casa.

Juliett era piena di valigie, Julian era pieno di nervosismo, erano due ottimi motivi per affidare a qualcun altro la pratica di carico e scarico dei bagagli.

Se avesse potuto, Julian sarebbe diventato invisibile, si sarebbe finto cieco, muto e sordo pur di non dover avere nessun contatto con il mondo circostante.

E sua moglie sembrava capirlo, perché se ne stava lì, seduta sul suo lato del sedile posteriore a fissare il paesaggio sfocato, lungo la superstrada che portava all'aereoporto, esattamente come stava facendo Julian. Non si parlavano, non si guardavano. Erano soltanto lì.

Ed era questo che Julian doveva a sua moglie. Essere lì. Perché lei se lo meritava, ma quel giorno non avrebbe fatto molto di più. Non con il pensiero di Nina che se in quel preciso momento lo stava aspettando a casa di Nick.

Julian si sentiva una merda.

Lasciò andare l'ennesimo sospiro, e qualcosa, al suo fianco, si mosse.

Juliett si era girata, e lo stava guardando.

"Jules."

Julian incrociò il suo sguardo: "Sì?"

"Sto per fare una grande cazzata, lo so."

Julian aggrottò le sopracciglia: "Che cosa stai dicendo?"

"Devo farti una domanda. E la tua risposta potrebbe cambiare ogni cosa."

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Nina fissava la strada, attraverso i vetri della finestra.

Era sera, cominciava a farsi tardi, i lampioni lungo la strada erano già accesi.

"E' tardi Nick."

Il suo migliore amico spuntò da dietro le sue spalle, circondandogli cauto la vita con le braccia.

"Ma no che non è tardi. Vedrai, arriverà."

Nina scosse la testa: "No. Sarebbe già arrivato, ormai è chiaro, ha scelto lei."

Nick sospirò e guardò ancora una volta l'orologio.

"Effettivamente a quest'ora l'aereo dovrebbe essere già partito."

Nina si allontanò dalla finestra, chiudendo le tende con un colpo secco.

"Va bene, ok, sto bene. Adesso io...vado a casa e... vado a casa." Nina stava lottando per non piangere, ma non ci riusciva. Delle lacrime ribelli cominciarono ad uscire dai suoi occhi, bagnandole le guance.

Le braccia di Nick arrivarono immediatamente ad abbracciarla, premendosi la sua testa sul petto e lasciandole un piccolo bacio fra i capelli biondi.

"E' un coglione, è un fottuto cretino. Non ti meriti di stare male per lui."

La ragazza scosse la testa contro il petto di Nick e lo strinse un po' più forte.

"E' colpa mia. Non dovevo sperarci così tanto. Non dovevo chiederglielo e basta."

"E' normale, Nina, sei solo innamorata. Ma ti passerà, te lo prometto."

La ragazza sciolse l'abbraccio e annuì.

"Lo spero tanto. Sono stanca di tutto questo. Me ne vado a casa."

Nick annuì, con lo sguardo basso. Non era molto felice dell'idea che tornasse a casa da sola in un momento del genere, ma in fondo, non c'era molto che potesse fare.

The End Has No EndDove le storie prendono vita. Scoprilo ora