Capitolo 14

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"Mark, devo farlo. Lo sai che devo. È il momento giusto." gli dico al telefono. Ormai è arrivato il giorno della mietitura e ho preso la decisione di offrirmi volontaria come tributo. Mi sono allenata per un anno comportandomi come una Favorita. Finiamo l'opera, no?

"Potresti morire e la Snow cercherà di farlo in tutti i modi, non fare sciocchezze. La vita è un dono."

"Anche per gli altri la vita è un dono. Non significa che perché sono la figlia di due vincitori non ben voluti dalla presidente, io non debba presentarmi alla mietitura. Sono una diciassettenne come tutti i miei coetanei!"

Annodo il filo plastificato della cornetta intorno all'indice destro.

"Posy..."

"Sei un mentore, no? Ci vedremo a Capitol. Se dovessi morire accenderei gli animi. Potremmo eliminare una seconda volta gli Hunger Games. Capisci cosa c'è in gioco?"

Dall'altra parte del telefono c'è un silenzio di tomba, ma so che è ancora lì. Nella sua casa. Vestito di tutto punto per la mietitura e pronto per scendere in piazza.

"Devo andare. Mi stanno chiamando. So che non riuscirò a farti cambiare idea, perciò... Ci vediamo a Capitol City. Possa la buona sorte..."

"Essere sempre a tuo favore." concludo la frase prima di riabbassare cautamente la cornetta.

Johanna mi ha chiamata poco prima di Mark e mi ha imposto di indossare un abito lilla appartenente a mia madre. Non so in quale occasione l'abbia indossato dato che questo non era uno dei suoi colori preferiti basandosi sul guardaroba. I capelli sono raccolti in una treccia semplice che ricade sulla spalla destra e va a finire poco sotto al seno. È ora. Tutto il Distretto 12 si riversa sulle strade per andare in piazza. Numerosi pacificatori circondano le aree delimitate da corde massicce, ma rovinate dal tempo.

"Non ti ho mai vista prima." dice il pacificatore seduto e col volto oscurato dal casco "Ma hai un'aria molto familiare."

"L'importante è che mi sia presentata, non le pare?" mi punge il dito con una specie di penna e mi fa lasciare un'impronta su un foglio di carta.

Molti sono i ragazzi e le ragazze di tutte le fasce di età comprese tra i dodici e i diciotto anni. Solo due verranno estratti a sorte. Anche le persone ad assistere sono tante. Mi chiedo se tra essi ci siano anche Mitch e la nonna.

Una donna che dovrebbe essere Effie Trinket sale sul piccolo palchetto improvvisato davanti al palazzo municipale. Indossa il classico abito stravagante capitoliano. Consiste in un vestito del colore del mare con dei rigonfiamenti all'altezza dei fianchi. Ci sono sfumature in rilievo che penso vogliano ricordare proprio la grande distesa d'acqua e sulle mani ci sono dei guanti a rete blu. L'acconciatura è strana come tutto il resto è si vede chiaramente che non sono i suoi capelli naturali. Le ciglia sono extra-lunghe e le si vedono anche da lontano. Mi chiedo come facciano a non darle il minimo fastidio.

"Felici Hunger Games! E possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!" esclama. Il viso ha l'aria di essere entusiasmato, ma gli occhi dicono tutt'altro. L'infelicità è evidente anche se non l'ho mai vista dal vivo "Come sempre, prima le signore!" cautamente si avvicina alla boccia enorme alla sua sinistra e tuffa la mano in quel mucchio innumerevole di bigliettini. Ci siamo. Tra qualche secondo saprò il nome della ragazza a cui salverò la vita. Ne afferra uno e lo tira fuori con l'indice e il pollice stando ben attenta a non urtare i bordi. Chissà quanti anni ha. La chirurgia estetica la fa sembrare una trentenne, ma non so cosa celi quella maschera.

"Il tributo femmina del Distretto 12 è... Heather Nock!" la parte femminile inizia ad agitarsi finché alzo la mano e urlo: "Mi offro volontaria come tributo!"

𝐇𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫 𝐆𝐚𝐦𝐞𝐬-𝐏𝐨𝐬𝐲 𝐌𝐞𝐥𝐥𝐚𝐫𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora