Capitolo 22

90 8 0
                                    

I momenti che seguono l'affermazione di Johanna sono frenetici e confusionari. Molti cercano di assalirli, di sopraffarli e altrettanti cercano di fare la stessa cosa con me. Mark mi ha restituito la spada che ha coraggiosamente afferrato evitando un attacco avversario e ho iniziato a combattere con lui. Schiena contro schiena. Ormai si è capito che il mentore del Distretto 11 prova una certa simpatia per un tributo del 12, e non è semplice amicizia o ammirazione. Ci sarà stato pure un motivo se la Snow insieme al Capo Stratega abbia deciso di mandare nell'arena sia le nostre guide fuori di qui sia una persona a noi cara. Ciò rende le cose più complicate e lunghe per stabilire chi vincerà quest'edizione e credo che tutti gli spettatori fremano nel saperlo.

"Via di qui!" grida finalmente la ragazza del Distretto 13, forse la più saggia in tutta questa massa di adolescenti. In fondo, sembra dimostrare diciassette o diciotto anni.

I tributi sopravvissuti le danno retta e iniziano a dividersi e a correre in diverse direzioni. Probabilmente hanno capito che la Snow è solo una bugiarda, non ha fatto altro che tirare dentro altre persone. Quando finalmente la situazione si è calmata, i cannoni iniziano a tuonare, ma sono troppo stravolta per mettermi a contare.

"Posy..." mi chiama una voce famigliare. Mark.

"Perché mi avete aiutata?!" rispondo rivolgendomi a tutti e tre: Johanna, Haymitch e Markus. Se dovesse esserci ancora una possibilità di salvarli, allora la tenterò cercando di essere il più distaccata possibile.

"Stavi per morire, cosa dovevamo fare?" risponde Haymitch cercando di pulirsi la bocca dal sangue un po' suo e un po' delle sue vittime.

"Tu sei il mio mentore, da te me lo aspettavo. Ma voi due?! Cosa c'entrate voi con me?!" mi scosto i capelli ormai rossi dal volto "Non... non vi conosco neanche!"

Incontro per un attimo lo sguardo di Johanna. Nei suoi occhi leggo la comprensione delle mie gesta. Haymitch cerca di mantenere il suo solito portamento disinteressato, ma anche in quelle pupille ingrigite dal tempo riesco a vedere che ciò che sto facendo è una delle cose più giuste da fare. L'espressione di Mark è del tutto diversa. Sembra che mi stia accusando, come per dire:<<Allora mi hai mentito sul tetto. Era tutta una finta.>>.

Quanto vorrei dirgli che non è vero, che sì, la mia è una finta, ma è solo per il suo bene. La delusione lo sta perforando, proprio come ha perforato me quando sono venuta a conoscenza delle bugie che mi erano state inculcate.

"Posy..." questa volta non è Mark a chiamarmi, bensì una persona ancora più famigliare, il mio ospite a sorpresa: Mitch. Lo cerco con lo sguardo, ma non è tra gli alberi.

"Quindi? Che si fa? Stipuliamo un'alleanza?" mi interrompe Markus, questa volta con due fuochi al posto dei bulbi oculari.

"Sta zitto!" esclamo tutto d'un tratto portando la punta della mia spada alla sua gola. La mia reazione è eccessiva, lo so bene, ma a Capitol City ci crederanno.

"Dai su, tagliala. Tanto prima o poi moriamo tutti, no? E poi siamo dei semplici giocattoli: la nostra vita la manipolano gli altri. Fammi vedere, figlia di Katniss Everdeen, fammi vedere quanto sei uguale a lei, mostrami il tuo coraggio e il tuo spirito ribelle." lo sguardo dolce che mi ha riservato per mesi è svanito del tutto, come se non esistesse nella persona che ho di fronte, come se fosse stata tutta una finzione. Questo è un lato di Markus che non ho mai avuto occasione di scoprire. Strafottente e cattivo, pungente ed aspro, provocatorio.

Con mossa fulminea, infilo la spada nel terreno e prendo l'arco e la faretra dal cadavere del tributo del Distretto 4 sotto gli occhi quasi dispiaciuti del moro. Probabilmente questa è l'unica arma a lungo raggio escludendo le lance e i coltelli che coprono una distanza minore.

𝐇𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫 𝐆𝐚𝐦𝐞𝐬-𝐏𝐨𝐬𝐲 𝐌𝐞𝐥𝐥𝐚𝐫𝐤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora