ULTIMO CAPITOLO
Mentre lascio a terra la ragazza che mi ha assalito, Mark sbalza il tributo che l'ha affrontato con tutta la forza che ha causando un tonfo fortissimo. Smetto di tirare pugni al viso dell'adolescente lasciandola in un mare di sangue. Sono sicura che non si rialzerà, credo di averle rotto qualche osso.
"Cos'è stato?" domando al mio compagno che a sua volta mi guarda scioccato. Il rumore che entrambi abbiamo sentito non era il classico rumore del corpo che cade pesantemente sul suolo duro e delle foglie sbriciolate sotto la sua massa. No. Era tutt'altro.
Mark posa lo sguardo sul cadavere del ragazzo dai capelli biondo cenere. È stato trapassato da una spada all'altezza del cuore, ma non è quello che cattura anche la mia attenzione. Dietro di lui non ci sono più gli alberi, o per lo meno non c'è più un'immagine di essi. È come se si fosse aperto una specie di passaggio, ma non so dire se è stato creato appositamente o è stato un errore della creazione dell'arena da parte degli Strateghi.
Markus mi rivolge nuovamente uno sguardo sia confuso che di speranza mista a paura. Sappiamo bene entrambi che se uscissimo da lì potremmo avere la libertà, ma allo stesso tempo dovremmo vivere nell'ombra. Pamela Snow ci metterebbe alle calcagna Pacificatori su Pacificatori, potrebbe torturare i nostri parenti e potrebbe metterci una taglia sulla testa di valore inestimabile.
"È ora di farla finita." conclude Mark prendendomi il polso destro. Col passare dei giorni non ho più notato che sia io che lui abbiamo perso peso nonostante il cibo non ci sia mancato. Il suo viso velato da un accenno di barba incolta è più spigoloso di quando l'ho conosciuto e persino la sua magrezza dettata dai lavori pesanti e dalla mancanza di viveri nel suo distretto è niente in confronto ad ora.
"Aspetta." dico facendo scivolare il polso fuori dalla sua presa "Non possiamo permettere che ci segua o che possa fare la spia." continuo riferendomi alla ragazza stesa a terra. Nonostante le ferite gravi, il suo corpo è in preda a spasmi.
Mark mi passa il pugnale che aveva nascosto nello stivale "Fai quello che devi." mi risponde con amarezza nella voce prima di voltarsi e di avvicinarsi al passaggio.
"Mi dispiace." sussurro alla ragazza dai capelli neri come la pece. Il suo sguardo è fisso nel mio e dalla sua gola escono alcuni gemiti raccapriccianti che cercano di supplicarmi. Un colpo rapido e deciso al cuore e il cannone tuona. I suoi occhi color nocciola ancora fissi nei miei. Non ricordo di quale distretto faccesse parte, ma doveva avere all'incirca quindici o sedici anni.
Mentre estraggo la lama grondante di sangue ripenso a tutti i ragazzi e alle ragazze che ho ucciso durante questi stupidi e insensati Hunger Games. Non c'è tempo per l'autocommiserazione, ma mi sento, mi considero e sono un'assassina.
"Posy andiamo." mi richiama impazientemente Mark. Il suo sguardo è triste e assente quanto il mio.
Mi affretto ad avvicinarmi a lui. Entrambi siamo consapevoli a cosa andiamo incontro. Potremmo trovare la morte, ma c'è anche una minima chance di salvarci. Attraversiamo il passaggio e ciò che ci ritroviamo davanti è un quartiere silenzioso, distrutto, abbandonato.
"Sai cos'è questo, Posy?" domanda Markus.
Rimango in silenzio per invitarlo a continuare mentre mi guardo attentamente intorno.
"Questo è stato l'inizio della fine."
S/A:
Hey! Questo capitolo è corto, ma è stata una cosa voluta. La storia non finisce qui, infatti più avanti pubblicherò un terzo libro e credo proprio che sarà l'ultimo di questa trilogia.
Comunque... spero che vi sia piaciuto e lascio a voi i commenti💕.
L'ultima cosa che vi dico è che ogni somiglianza (sia di fatti che di personaggi) ad altre opere è puramente casuale.
A prestoo♡
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𝐇𝐮𝐧𝐠𝐞𝐫 𝐆𝐚𝐦𝐞𝐬-𝐏𝐨𝐬𝐲 𝐌𝐞𝐥𝐥𝐚𝐫𝐤
FanfictionSequel di "HUNGER GAMES-IL SUCCESSORE" Da anni ormai Posy Mellark è sotto la protezione di Johanna Mason. Nessuno sa che dopo i 77esimi Hunger Games è sopravvissuta. Un giorno scopre alcuni particolari sui suoi genitori e decide di andare a cercarli...