Mi sveglio con l'assordante suono della sveglia, fuori è ancora buio. Sono le 7:30 <cazzo sono in ritardo>. Rayan non c'è probabilmente è ritornato nel suo letto. Metto i primi vestiti che trovo, la felpa di ieri sera con dei leggins e delle snicker. Prendo il mio zaino e ci butto due libri a caso con l'astuccio, non ho assolutamente la minima idea di che materia siano. Corro in cucina e leggo un foglietto attaccato sul frigorifero <vado al lavoro buon primo giorno>. Come al solito mia madre la vedo solo quando torna alle 10 di sera.
Prendo le chiavi, lo skate ed esco di casa. Slitto sul marciapiede a tutta velocità guadagnandomi anche qualche insulto, arrivo a scuola in quindici minuti. Appena entro la campanella suona e tiro un sospiro di sollievo, peccato che prima devo cercare l'ufficio del preside. Non c'è anima viva in corridoio mi tocca cercarlo, salgo un enorme scalinata a fatica con sottobraccio lo skate. Nella mia testa continuo ad imprecare ad ogni scalino fin quando non raggiungo il primo piano, a destra si va alle classi a sinistra in presidenza. Busso alla porta e sento "Avanti", entro e vedo un ragazzo dai capelli scuri che si gira verso di me... è il tipo di ieri. Ignorando il fatto che mi sta fissando mi rivolgo al preside: "Mi chiamo Celeste Martínez quella nuova del terzo anno"
Mi guarda con faccia scrupolosa e alza un sopracciglio, abbassa la testa e scrive qualcosa su un foglio: "Questo è il permesso per il ritardo e questo è l'orario delle lezioni, Gutierrez accompagna la signorina Martínez nella sua classe".
Il ragazzo sbuffa ed esce dalla stanza, lo seguo e chiudo la porta dietro di me.
"Sembri piccola per essere al terzo anno"
"Sei tu che sembri vecchio"
Accenna ad un sorriso; "Devi andare in bagno?" questa domanda è davvero strana. "No" gli rispondo infastidita, sembra la domanda di uno stupratore. "Meglio perché la Molise non fa uscire nessuno dalla classe durante la sua ora". Ottimo.
Il tipo si avvicina ad una porta con la targhetta della 3c, "Questa è la tua classe"
"Grazie" gli rispondo decisa.
"Mi chiamo Luis"
< ma chi glielo ha chiesto?>
"Emh si mi fa piacere, devo andare sono già in ritardo"
"Che caratterino"
"Si grazie ora puoi anche andare"
"Lo farei se ti levassi dalla porta"
cazzo, sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
Busso alla porta e sento "avanti"
Il tipo mi precede e parla lui "Salve Carla questa è Celeste Martínez quella nuova"
"Gutiérrez vatti subito a sedere e non permetterti mal più di chiamarmi Carla, chiaro? Sei appena stato dal preside ci vuoi ritornare?"
"Scusi scusi non si arrabbi"
La prof sbuffa e si gira verso di me
"Mi spiace per lei Martínez ma l'unico posto libero è di fianco a quel degrado umano"
"Anche per me è un piacere conoscerla prof" risponde lui alla frecciatina
<Bene non poteva andarmi meglio>
Mi dirigo verso il banco e mi siedo.
"Hai il libro di matematica?" mi chiede.
"Ti sembro una bibliotecaria? No non ce l'ho il libro di matematica è già tanto che ho lo zaino"
"Si hai proprio un caratteraccio, mi piace"
"Che fortuna" con la coda dell'occhio lo vedo sghignazzare.
"Che hai da ridere?"
"Nulla è che..."
"che?"
"Sei affascinante quando ti arrabbi"
"Vuoi scoprire quanto sono affascinante mentre tiro un pugno sui tuoi gioielli?"
"Azz... mi tenti ma no"
"Ecco stammi lontano"
"Impossibile"
"Come scusa?"
"Siamo compagni di banco"
<cazzo é vero>
Incrocio le braccia e appoggio la testa facendo finta che lui non ci sia.
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Lei non abbraccia tutti
RomanceVive in un quartiere malfamato, con un passato difficile e una vita complicata. Cambiando scuola Celeste si accorgerà che esiste un modo diverso di vedere il mondo oltre al suo, glielo farà capire il suo compagno di banco Luis. Li accomuna una cosa...