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Da più di una settimana va tutto bene a parte qualche nota per non aver fatto i compiti. Jess ha smesso di dover coprire col correttore l'enorme livido, ora è rimasto solo qualcosa di leggermente rosso. Rimane bellissima, lei è una di quelle ragazze che piace a tutti con un fisico molto formoso, aperta con ogni persona. L'ho sempre trovata molto più bella di me ma non ho mai provato gelosia o cose cosi, solo un grande senso di protezione. È fragile, cresciuta con un padre che l'ha sempre picchiata mi stupisce che non abbia imparato a proteggersi. No lei rimane sorridente parlando senza peli sulla lingua dei suoi problemi...

A scuola non vedo più Luis all'incirca da una settimana, la cosa non mi stupisce dato che la sua fama lo precede. Mercoledì ero in bagno e sento parlare delle ragazze, dicevano che Luis era di nuovo assente e che forse aveva ricominciato a drogarsi. Mi sentii morire dentro, come uno scalpello che mi scalfisce i polmoni. Non so perché mi sono sentita cosi priva di respiro e giudizio, ma il pensiero di Luis in quello stato mi ricordò me quando non avevo nessuno che mi salvasse da quell'oblio infinito fatto di droga e paura. Quando le piccolezze mi apparivano grandi. Quando il tutto mi appariva nulla.

Mentre esco da scuola lo vedo appoggiato al cancello che guarda in giro come se cercasse qualcuno fino a che poggia gli occhi su di me, mi sento sotto processo con uno sguardo.
"hey"
"hey, stavo aspettando te"
"me?"
"si, ti devo parlare" sembra ansioso e turbato
"va tutto bene?"
"ora lo scopri, vieni" mi afferra il polso e mi trascina per più di dieci minuti in strada fino ad arrivare in una piazzetta boscosa.
Si siede su una panchina abbastanza nascosta da un enorme cespuglio, mi fa cenno di sedermi e io gli rivolgo uno dei miei sguardi interrogatori.
"Celeste tu sei sicura di non conoscere Rodrigo?"
<o no ti prego>
"Perché sta domanda?"
"Perché mi pareva strano che abiti al lambro e non hai mai sentito parlare di Rodrigo, quindi ho chiesto a lui e mi ha detto di conoscerti anche molto bene"
"Cazzo" sussurro
"Quindi è vero?"
"Si"
"Credo che servano delle spiegazioni"
"No è storia chiusa per me e ti consiglio di lasciare perdere quella gente"
Me ne vado via incazzata ma con la stessa situazione mentale di quando ero in bagno. Ho paura che il mio passato venga fuori, questo ragazzo sta mettendo a rischio la mia incolumità mentale. Sono troppo ansiosa e fuori di me per vedere Jess, mi chiederebbe che cosa fosse successo e io non voglio dare spiegazioni. Mi siedo sui gradini del portone di casa, nascondo il viso tra le mani appoggiate sulle ginocchia. Non capisco più come comportarmi sto cercando di evitare i problemi e le persone, voglio stare lontana dal danno ma è inutile. Sento la mia testa scoppiare, il battito inizia ad accelerare e anche il respiro sto andando in iper ventilazione. <qua no> Mi alzo e corro verso un sottoscala, sto andando nel panico totale.
"Celeste calma" mi sento stringere forte
"Guardami" si sposta davanti a me tenendomi per le braccia
"Guardami Celeste, ok ora respira, respira profondamente. Cosi brava continua, ce la fai tranquilla respira va tutto bene." Mi calmo e lo guardo intensamente, lo guardo come si guarda una stella cometa, lo guardo con speranza.
Mi lascio cadere a terra e lo stesso fa lui, guardo dritto davanti a me e gli prendo una mani stringendola con l'intensità di chi non potrà più farlo.
"Come sapevi cosa fare" dico guardando sempre avanti tenendo la sua mano.
"Soffro anche io di attacchi di panico, i tuoi sono più forti"
"Già"
"Come mai?"
Mi volto lentamente verso di lui
"Mi pervade una sensazione di solitudine che non so controllare"
Lascio la sua mano ma lui me la tiene ed io abbasso lo sguardo su di essa.
"Celeste non importa se non vuoi raccontare la storia con Rodrigo, è solo che mi ha fatto intendere che è stato qualcosa di duro"
"Si è stato cosi" sussurro
"È stata l'esperienza più dura della mia vita, non mi sono mai sentita cosi vuota e lasciata all'ignoto come in quel periodo, ero sparita. Ogni canna era un problema in meno, mi spaccavo di droga e dolore, della vera me non c'è più traccia da tanto"
"Com'era la vera te"
"Amavo quella che ero e amavo chi mi faceva ridere sempre"
"Adesso invece chi ami?"
"Chi mi fa sorridere"
"E chi ti fa sorridere?"
"Mio fratello, è uni de pochi motivi per cui cerco di stare coi piedi per terra, voglio una vita diversa per lui"
"Anch'io amavo mia sorella"
"Amavi?"
"È morta di cancro"
"Quanti anni aveva"
"6, sono finito in un limbo di solitudine lo stesso dei tuoi attacchi, ho imparato a controllare il dolore"
"Luis perché per una settimana non ci se stato?" chiedo impaurita dalla risposta
"Lunedì è stato l'anniversario della sua morte e il resto della settimana l'ho passata chiuso in bagno con gli attacchi, proprio come quando è morta"
Lo guardo profondamente come se fossimo in due adesso ad essere incastrati dagli stessi mostri. Ora sono giù ma non mi sento più sola. Mi avvicino e lo stringo forte, ricambia e incastra la testa nell'incavo del mio collo. "Sei la prima persona a cui lo dico da quando è successo"
"Perché io?"
"Sai cos'è il dolore" lo stringo più forte ancora "Grazie di esserci stato".

Lei non abbraccia tuttiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora