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Sono in sala d'attesa, l'orario di visita va dalle 12 alle 2. Mancano venti minuti all'apertura delle porte. Davanti a me c'è un anziano con un enorme mazzo di rose rosso sangue. Ha gli occhi sofferenti e gli tremano le mani come ogni persona in questa stanza. Nell'aria galleggia un forte odore di disinfettante a cui non ho ancora fatto l'abitudine, bambini che piangono e mamme stanche che implorano che smettano.
Di fianco a me c'è Luis che mi tiene una mano, ne accarezza delicatamente il dorso col pollice. La sua presenza mi da un senso di sollievo, il fatto che lui adesso è in qui, in una stanza piena di disperazione e speranza, mi fa capire quanto ci tiene a me.
"Signori il reparto di ricovero è aperto per le visite, potete entrare" annuncia
un giovane infermiera.
Subito un'orda di persone di tutte le età si fionda verso la povera ragazza spostandola contro il muro. Luis mi guarda rivolgendomi un sorriso di forza.
16 b- martínez/russo
Appena entro nella camera a destra c'è un uomo che dorme con un respiratore in bocca, credo sia in coma. Dopo il separé che divide i due letti c'è mia madre in piedi che guarda dalla finestra
"Mamma" dico con voce bassa e quasi interrogativa.
Si gira di scatto e vedendomi si fionda su di me.
"Amore mio" dice abbracciandomi forte.
Un senso di leggerezza mi pervade.
"Come stai?" le chiedo
"Mi fa male un po la ferita ma sto bene, Rayan sa qualcosa?"
"No ho pensato che avresti deciso tu se dirlo o meno"
"Grazie amore, e grazie anche a te Luis per esserti preso cura di lei"
"È stato solo un piacere" le risponde
"Mamma quanto dovrai stare qua?"
"Un paio di giorni, ce la fai a casa con Rayan?"
"Si tranquilla gli ho detto che devi curare un paziente più bisognoso, riesci a fare gli auguri a Rayan?"
"Oddio mi sono scordata il suo compleanno"
"Era ieri"
"Posso chiamarlo?"
"Certo chiamo Jess"
Lascio il telefono a mia madre e vado da Luis.
"Stai bene Celeste?"
"Si ora si"
"Ti va di andare a mangiare fuori appena andiamo?"
"Certo" lo bacio.
"Grazie amore, ma ora devo riposare" dice mia madre mentre mi porge il telefono. Le do un bacio sulla testa calda ed esco dalla camera. Non so come descrivere la sensazione che ho provato quando ho lasciato la camera, come se avessi lasciato qualcosa di irrisolto, avrei tanto voluto parlare di più con lei, raccontarle tutte le paure che mi hanno assalita e la magnifica vista del suo sorriso dopo tanti dubbi.

Siamo sulla metro ed io e Luis non abbiamo ancora proferito parola, quindi decido di stuzzicarlo un pò solo per fargli capire che sto molto meglio.
Mi avvicino e ad un centimetro dalle sue labbra gli dico: "Ma se andassimo a casa? Non c'è nessuno"
"Amore sono molto tentato ma sto morendo di fame" dice imbarazzato.
La sua espressione mi fa letteralmente morire dal ridere, e lui fa finta di prendersela.
"Le piace prendermi per il culo signorina Martínez?" dice prendendomi la vite mentre strofina la sua intimità con la mia.
"Si prof Gutierrez" sta per baciarmi ma improvvisamente si fa bianco in viso, iniziando a fissare un punto preciso tra le persone nel vagone della metro.
"Luis?" lo chiamo senza risposta "Luis" ancora non mi risponde. Appena vedo quello che vede lui, il mio battito comincia ad accelerare contro il petto di Luis, il respiro si fa affannoso. Mi sta venendo un attacco di panico...
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Scusate dovevo aggiornare ieri ma era il compleanno di mio padre e non ho avuto tempo.
Vale🔥

Lei non abbraccia tuttiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora