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Guardo giù dal balcone e vedo lui, Luis mi sta guardando.
"Ehi" urla
Accenno un saluto con la testa, mi porto la sigaretta alla bocca e tiro profondamente. Sto cercando di finire il più in fretta possibile, la mia ansia inizia a farsi palpabile.
"Sei scappata via"
"Già" rispondo schietta. Spengo la sigaretta e lancio il mozzicone dal balcone, con uno scatto fulmineo entro in casa e chiudo la finestra.
Qui dentro sarò al sicuro.
Voglio stare da sola per un po', metto le cuffiette e faccio partire 17, l'album di xxxtentation. Non capisco bene quello che dice, ma dalla melodia intendo che si tratta di verità e disperazione.
I ricordi della mia permanenza in quella compagnia mi fanno stare male, mi ricordano la mia depressione e il dolore dei tagli sui polsi. Mi ricordo la mia persistenza nel rimanere tra quegli individui pur sapendo che mi stavano distruggendo, volevo una famiglia... sentirmi parte di qualcosa. Non mi sono mai sentita parte di niente, mio padre se ne andato quando avevo tre anni e io non me ne faccio una colpa, ma a volte mi chiedo come staremmo se ci fosse pure lui. Mia madre è sempre stata assente, sempre al lavoro per portare da mangiare a casa. Infondo è un'ottima madre ma ha un pessimo senso per gli uomini. Da quando è rimasta sola ha cominciato ad uscire con qualsiasi uomo, ma cinque anni fa rimase incinta di Rayan e il tipo non me volle sapere nulla lasciandola sola. Amo mia madre ma ha dato alla luce un bambino stupendo in un quartiere di merda.

Mi accorgo che l'album è finito e che sono rimasta a pensare per un'ora, sono le 4:30.
<cazzo devo andare a prendere Rayan alla materna>
Per arrivare ci metto venti minuti ma mi piace fermarmi in gelateria a prendergli un gelato alla stracciatella, il suo gusto preferito.
Per mantenere la "tradizione" esco di casa frettolosamente e corro in gelateria.
"Salve un cono piccolo alla stracciatella"
"Certo arriva subito"
Sento il campanello della porta suonare e il tizio si mette di fianco a me, mi volto e vedo Luis.
"Ecco a lei, sono 1.50€"
Le do i soldi e me ne vado.
Inizio a camminare in fretta verso la scuola sperando che non mi segua ma come al solito sono poco fortunata.
"Celeste fermati mi dici che ti prende?"
"Senti levati non sono affari tuoi e sono anche in ritardo per andare a prendere mio fratello"
"Sono affari miei invece dato che mi stai rispondendo male"
"La cosa non dovrebbe stupirti"
Mi prende un braccio e mi fa voltare verso di lui.
"Mi stupisco perché andavamo d'accordo prima che tu facessi la pazza e te ne andassi con quello scatto"
Con uno strattone mi libero dalla sua presa
"Se sono cosi pazza allora stammi lontano"
Mi fissa con uno sguardo di dispiacere infinito. Mi volto e me ne vado.
Arrivo in ritardo di qualche minuto ma subito mi sento in colpa vedendo Rayan da solo fuori ad aspettare.
"Pensavo che ti fossi dimenticata di me"
"Non potrei mai piccolo, mi perdoni?"
"Hai il gelato?" dice sorridendo
"Mh si" glielo porgo
"Ti perdono"
"Grazie sono più felice se non ce l'hai con me"
"Io ti voglio bene" lo stringo forte "dai Cels cosi mi fai cadere il gelato" ridacchio e lo prendo per mano.
Amo mio fratello più di ogni altra cosa se dovesse succedergli qualcosa non so cosa farei.
"Cels sta notte ti ho dato fastidio?"
"Come piccolo?"
"Ti ha dato fastidio che sono venuto da te?"
"No perché?"
"Nulla la mamma non vuole che dormo con lei"
"Per questo hai pianto?"
"No stavo sognando il mio papà" dice con tono triste.
A sentire queste parole mi si spezza il cuore, a contrario di me Rayan sente molto la mancanza di un papà.
"Ei piccolo potrai venire da me ogni volta che vorrai ok? Non disturbare più la mamma entra direttamente nel mio letto, appena sentirò la tua presenza ti stringerò forte ok?"
"Si" sorride.
Arriviamo a casa e faccio il bagnetto a Rayan. Mi ha bagnata tutta, quindi prima di farmi la doccia lo metto a letto cosi riposa fino all'ora di cena. Appena finita la doccia suona il campanello e urlo "Arrivo", mi vesto con le prime cose e vado ad aprire.
"Che cosa vuoi Luis"
"Hai una sigaretta?"
"Cosa?"
"Hai una sigaretta?"
"Perché la chiedi a me?"
"Sei la prima persona che mi è venuta in mente che abita vicino a me e che fuma"
"ah, entra vado a prenderle"
vado in camera mia a prendere una sigaretta dal pacchetto e quando torno in salotto lui non c'è, lo cerco in casa e vedo la porta di Rayan che prima avevo chiuso aperta.
"Che ci fai qua dentro, esci subito" sussurro.
"Scusa mi ricorda mia sorella, mi dispiace"
"Va tutto bene?"
"Che te ne importa"
"Sei entrato in camera di mio fratello, mi importa"
"Me la dai sta paglia si o no?"
"Te la do se mi dici che hai"
Con un gesto cerca di prendermela di mano ma io mi sposto e mi ritrovo con le spalle al muro, i nostri volti sono vicinissimi e i respiri quasi si toccano...

Lei non abbraccia tuttiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora