Una luce fioca che passa tra le fessure della tapparella mi infastidisce l'occhio sinistro. Mi alzo passando per il bagno, lavo la faccia e guardo allo specchio il mio riflesso. Ho vari succhiotti sul corpo, li sfioro percorrendomi di brividi. Ritorno in camera prendendo una mutanda, un magliettone e un paio di calze. Mi dirigo in cucina e mentre cammino a rilento per il corridoio sento singhiozzare dalla camera di mia madre, decido di sbirciare. Ha in una mano un album con delle foto, nell'altra tiene una foto polaroid. Decido di entrare a passi felpati, mi avvicino. Riconosco mia madre con un uomo a fianco dal volto familiare, mio padre...
"Mamma" si gira di soprassalto "è papà?"
"Si amore"
"Perché piangi?"
"Nulla amore stai tranquilla"
"Tu saresti tranquilla se te lo chiedessi io?"
"No"
"Quindi che succede?"
"Non so Celeste, è un brutto periodo e io me lo peggioro cercando i ricordi di momenti felici che non torneranno più"
Resto in silenzio per un attimo
"Me lo fai vedere?... non me lo ricordo"
Mi porge una delle foto sparse sul letto.
Un uomo in primo piano, con occhi incavi e scuri come la pece, circondati da ciglia lunghe e sopracciglia disordinate. La pelle rara bianca con lineamenti del viso marcati e capelli ribelli che lo rendevano intrigante. Era davvero bello ma l'invecchiamento di questo viso mi sembra qualcosa di già visto.
Passiamo una buona mezzora a sfogliare quelle foto contundenti piene di promesse e fedeltà. Fisso l'espressione di mia madre ad ogni foto. Non sembra triste, ma nostalgica. Le stringo una mano intrisa di sicurezza e presenza. Ricambia sorridendo malinconica.
"Mamma li vuoi i pancake se li faccio?"
"Si"
"Va bene vado a farli"Appena dopo la colazione esco, è davvero presto, sono le 8:30. Luis non si sarà ancora svegliato.
Continuo a pensare a quel volto, sono sicura di averlo già visto, ma non come nella foto. Non giovane e bello, ma invecchiato e triste. Mi siedo su una pachina di una piazzetta a ricordare l'ultimo momento di mio padre con me, ma per quanto ci provo non riesco a fargli prendere vita nella mia testa, è come se avesse lasciato un enorme vuoto.. Lascio cadere la testa all'indietro e fisso i rami spogli degli alberi in contrasto con il cielo grigio carico di pioggia. Dovrei alzarmi e tornare a casa ma non ne ho la forza, ho impressa nella testa l'immagine di mia madre che piange su quel uomo inesistente.
"Celeste"
Riconosco questa voce è quella di Jess, mi giro di scatto sollevando la testa. Ha una brutta cera e ieri sera adesso che ci penso non era nemmeno a casa.
"Jess... tutto ok?"
"Ieri sera sono tornata a casa mia... volevo vedere come stava mio padre" mi irrigidisco subito e Jess lo nota "Tranquilla non mi ha toccata"
"E allora cosa è successo?"
"Mi ha abbracciata, mi ha chiesto di tornare a casa con lui, mi ha detto che gli mancavo..." da lì in poi non ho ascoltato più nulla, il resto erano parole dette a caso e prive di senso.
"Celeste? Celeste!" dice scrollandomi
"Eh?"
"Hai sentito quello che ho detto?"
"No"
"Torno da mio padre sta sera"
"Dopo quello che ti ha fatto tu vuoi tornare da tuo padre? Io spero che tu stia scherzando Jess, ho rischiato di finire al minorile quando ho colpito tuo padre, ti ha picchiata e lo farà ancora" dico più preoccupata che arrabbiata.
"È cambiato, lo vedo diverso. È sobrio Cels, sta andando dagli alcolisti anonimi da un mese ed è sobrio da una settimana e mezzo"
"Se davverro lo sta facendo io aspetterei alcuni mesi prima di rimettere piede in quella casa con quel pazzo, prima che magari si rimetta a bere e scateni i suoi problemi su di me." dico sempre più dura
"Smettila Celeste! È mio padre e si sta impegnando, perché devi pensare male di qualsiasi cosa bella, stai rovinando la mia unica possibilità di credere ancora in mio padre." a queste parole ogni singola emozione che provavo si smaterializzano.
Nel modo più disinteressato e vuoto le rispondo "Sarà pure tuo padre ma ero io quella che ti copriva i lividi col correttore."
Faccio una pausa guardando la sua faccia sbiancata di colpo, avrei voluto aggiungere altro ma le mie labbra si serrano e rimango a fissarla negli occhi fino a quando non mi alzo dalla panchina andandomene.
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Scusate l'assenza di parecchi mesi, cercherò di riprendere.
Vale🔅
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Lei non abbraccia tutti
RomanceVive in un quartiere malfamato, con un passato difficile e una vita complicata. Cambiando scuola Celeste si accorgerà che esiste un modo diverso di vedere il mondo oltre al suo, glielo farà capire il suo compagno di banco Luis. Li accomuna una cosa...