IL CLUB DI PALLAVOLO KARASUNO (I parte)

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Come promesso, alla fine delle lezioni Nishinoya si avvicinò al banco della ragazza.

-Sei pronta?- domandò, serio.

Hikari recuperò i suoi quaderni e si levò in piedi prima di guardarlo dritto negli occhi.

-Ricorda quali sono i patti. Una settimana, non un giorno di più-.

Yuu annuì. -Fino alla partita-.

*

Quando arrivarono nei pressi della palestra i primi rumori delle pallonate li raggiunsero dall'interno e Hilari si bloccò all'improvviso. Il Libero, al suo fianco, si accorse della sua esitazione e si voltò.

-Qualcosa non va?- domandò, notando il suo pallore.

Lei scosse la testa. -Va...tutto bene-.

-Sei bianca come un cencio. Sei sicura di non aver paura?-

A quelle parole si riscosse e dopo avergli scoccato un'occhiata feroce superò con decisione i pochi gradini. L'odore del parquet e del cuoio dei palloni la colpirono come un pungo nello stomaco e dovette appoggiarsi con una mano contro l'imbotto del portone per non cadere. Noya fu subito al suo fianco. Ora cominciava a essere seriamente preoccupato.

-Sto bene- lo rassicurò. Si prese qualche istante per recuperare il controllo di sé e varcò il portone. La palestra era davvero enorme, il soffitto alto e le passerelle laterali dove si affacciavano immense vetrate, al momento chiuse da tende pesanti per non far entrare la prorompente luce del tramonto.

Hikari deglutì, cercando di controllare il proprio corpo in preda a tremori, e fece un profondo respiro. Poi spostò lo sguardo verso il campo di gioco dove gli atleti stavano già facendo riscaldamento.

In quello stesso istante un ragazzo dai capelli rossi, ritti sulla testa, urlò qualcosa verso quello che doveva essere l'alzatore e fece una breve rincorsa verso la rete. Spiccò un salto impressionante e colpì la palla con una tale rapidità che la ragazza non riuscì a vedere tutta l'azione completa.

-Ancora una!- urlò mentre toccava terra e corse dall'altra parte del campo con una velocità incredibile. Saltò una seconda volta e schiacciò la palla che l'alzatore gli fece trovare rapido in posizione.

Hikari era sbigottita. Quel ragazzo non era molto più alto di Nishinoya eppure sprigionava una forza incredibile in quelle gambe.

-E' una delle nostre nuove matricole- fece il Libero, notando il suo interesse, e la ragazza si limitò ad annuire.

-E'...veloce-

-Si. Molto- e la lasciò sul portone per avvicinarsi ai compagni. Un ragazzo dai capelli neri che stava parlando con quello che sembrava un professore mingherlino e con gli occhiali, lo vide arrivare e si volse verso di lui. Fece un breve cenno con la testa e si avvicinò a Hikari.

-Ben arrivata- disse con un sorriso gentile. -Sono Daichi Sawamura, sono il capitano della squadra-.

-Piacere di fare la tua conoscienza. Sono Hikari Hazumi e...-

-...odi la pallavolo-.

Lei lo fissò, sorpresa, e il ragazzo si prese gioco della sua perplessità. -Nishinoya mi ha già raccontato tutto, non preoccuparti-.

-Spero di non creare problemi-.

Daichi si mise le mani sui fianchi e rise, divertito. -Noi ormai siamo abituati al temperamento di Nishinoya. Mi dispiace che tu sia stata coinvolta da lui-

Messa stranamente a suo agio dalla tranquillità che l'altro trasmetteva Hikari riuscì a sorridere.

-Ti presento agli altri- e richiamò i compagni. Si avvicinarono tutti un po' incuriositi e un po' perplessi e si sistemarono a semicerchio davanti a loro.

Io odio la PallavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora