RUBARE

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 -Buongiorno- e posò una ciotola di riso sul vassoio che il giocatore della Shinzen reggeva. Gli fece un breve sorriso e iniziò a riempire la ciotola per il successivo.
Il ragazzo, ancora mezzo obnubilato dal sonno, rimase imbambolato a fissare quella ragazza carina che lo aveva servito e regalato il primo sorriso della mattina e lentamente avanzò per prendere la sua porzione di verdure.
Anche l'atleta del primo anno della Fukurodani, al suo seguito, venne accolto con un sorriso e si scambiò un'occhiata perplessa con l'amico che lo seguiva.
Yachi, poco distante, la osservava incredula. Era certa di aver dormito nella stessa stanza, ma la ragazza al suo fianco che distribuiva riso e sorrisi, quella mattina, non era di certo la stessa a cui aveva dato la buona notte la sera prima.
-Sembri di buon umore, stamattina- azzardò Daichi avvicinandosi per recuperare la sua razione.
Hikari si limitò a stringersi nelle spalle prima di deporre la ciotola sul suo vassoio.
-Diciamo che non sono scontenta-.
Il Capitano scosse la testa, rassegnato, e proseguì oltre lasciando il posto a Suga e Asahi. Lei regalò un breve sorriso anche all'Alzatore ma si trattenne quando giunse il turno dell'Asso. Il ragazzo arrossì, visibilmente a disagio, e Hikari incurvò l'angolo della bocca.
-Buongiorno, Asahi-san!-
-Buo...Buongiorno...Dormito bene?-
-Dormito?- fece sarcastica. -Qui? In un ambiente pieno di giocatori di pallavolo?- e inarcò un sopracciglio. -Non ho chiuso occhio-.
Il ragazzo abbassò lo sguardo, un po' mortificato, ma l'altra gli posò la ciotola ricolma sul suo vassoio e tornò a guardarla. Si accorse che stava sorridendo e socchiuse la bocca, sorpreso.
-Non è colpa tua, Asahi-san. Io dormo poco per notte, per me è normale- e gli fece un ghigno. -E poi, se avessi voluto, avrei potuto rifiutare il tuo invito, non credi?-
Un po' risollevato dal senso del discorso il ragazzo riuscì a ricambiare il sorriso e si fece coraggio.
-Beh...allora sono contento che tu abbia accettato- e proseguì oltre lasciando la ragazza spiazzata.

-Però...sembri serena- arrischiò Yachi poco dopo, mentre sbaraccavano le pentole ormai vuote.
Hikari si limitò a sorridere.
-Ho solo decido di far buon viso a cattivo gioco, altrimenti non sopravvivrei una settimana intera- e le lanciò un'occhiata obliqua. -Come ho già detto ad Asahi-san, avrei potuto benissimo rifiutare di venire, quindi se sono in questo pasticcio è unicamente per colpa mia. Perciò cercherò di mantenere un profilo basso e adattarmi il più possibile. Il resto verrà da sé- e tornò verso la cucina, non senza aver prima lanciato uno sguardo verso la parte opposta della sala, verso il tavolo dove era seduto a far colazione Kuroo.

Gli allenamenti cominciarono qualche minuto più tardi e per la maggior parte delle partite si ripetette il copione del giorno precedente, con la Karasuno che collezionava errori su errori senza riuscire a ingranare. Per tutta la mattina proseguirono senza interruzione fino a quando alcune delle ragazze raggiunsero la palestra con dei vassoi pieni di fette di anguria offerti dai genitori dei ragazzi della Shinzen.
Merito della bella giornata e l'anguria fresca tutti si riversarono nell'erba che ricopriva la collina e per qualche minuto sembrò di assistere a un'allegra scampagnata fuori porta.
Hikari sedeva in disparte, lontana dai vari gruppi che si erano creati, e li osservava vagamente annoiata, soffermandosi su Kuroo che si era avvicinato a Daichi, Asahi e Tanaka per discutere di qualcosa.
Parlare con lui dopo tanto tempo, la sera prima, le aveva in qualche modo fatto bene, ed era riuscita a riposare meglio rispetto a quanto previsto, ma continuava ad avere dubbi sul fatto di essere lì. Ancora non riusciva a darsi una spiegazione sul perché aveva deciso di acconsentire alla richiesta di Asahi-san. Lì per lì quando glielo aveva chiesto era stata sul punto di rifiutare. Ma poi, forse lo sguardo speranzoso dell'altro, o quel leggero formicolio alla bocca dello stomaco, aveva semplicemente annuito. Così, senza dire nemmeno una parola.
-Sembri pensierosa-.
Una voce poco distante distolse l'attenzione dai suoi pensieri e sollevò lo sguardo per incrociarlo con quello di Akaashi.
-Keiji-san- fece mentre il ragazzo si sedeva accanto a lei.
-Scusa. Avrei dovuto farlo già da tempo ma con Bokuto-san sempre tra i piedi mi è stato difficile fin'ora- e le rivolse uno dei suoi sguardi sottili, facendo brillare gli occhi dal profondo blu scuro. -Come stai?-
Lei si strinse nelle spalle. -Bene, tutto sommato-.
-Non ti nascondo che è stata una sorpresa vederti qui-.
-Già. A essere sincera è una sorpresa anche per me stessa-.
Akaashi incurvò leggermente il labbro verso l'alto.
-Quindi tornerai?-
Hikari scosse la testa. -Non al momento. Devo prima terminare questo lungo secondo anno, poi si vedrà-.
L'Alzatore si prese qualche istante prima di riprendere a parlare, studiandola con la sua solita aria apparentemente indifferente.
-I ragazzi della Karasuno sembrano in gamba-.
-Si, si danno da fare anche se al momento sono i più scarsi tra le squadra-.
-Non mi riferivo a questo-.
La voce seria dell'Alzatore della Fukurodani le fece correre un brivido dietro la schiena. Esitò un attimo, poi annuì.
-Si. Sono in gamba-.
-Se sono riusciti a convincerti a essere qui devono esserlo davvero- e spostò lo sguardo verso il terzetto della Karasuno che conversava con il capitano della Nekoma. -Sono riusciti in qualcosa che neanche Kuroo-san è riuscito a fare in tutto questo tempo-.
-Keiji-san...-
Il ragazzo tornò a guardarla e per un attimo fu quasi sul punto di perdersi.
Il richiamo degli altri che rientravano in palestra la bloccò e il ragazzo si sollevò in piedi, pulendosi i pantaloni.
-Mi ha fatto piacere rivederti, Hikari-chan. Mi ha fatto piacere rivederti serena- e si allontanò.

Io odio la PallavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora