LA NUOVA MANAGER

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Si avviò lentamente verso il padiglione degli armadietti con le gambe che ancora le tremavano, consapevole che quello che le era appena accaduto non era cosa di tutti i giorni.

Aveva incontrato delle persone alte e spaventose, che l'avevano circondata e fatto un sacco di domande.
Aveva incontrato un tipo poco raccomandabile, con capelli tinti e piercing alle orecchie, certamente un teppista giunto lì apposta per eliminarla.
E soprattutto, aveva trascorso parte dell'intervallo assieme a una delle ragazze più carine del terzo anno.

Si fermò contro il muro del bagno e si portò una mano sul petto, dove il cuore non smetteva di battere all'impazzata. Quando le aveva chiesto se volesse aiutarla in quel difficile compito non credeva alle sue orecchie, tantomeno ai suoi occhi, che Shimizu Kyioko potesse chiedere a una ragazza comune e senza qualità come lei di aiutarla nell'arduo compito di manager del club maschile di pallavolo!

-Secondo te accetterà?- fece Hinata atterrando sul parquet dopo l'ennesima schiacciata.
Kageyama soppesò la domanda senza cambiare la truce espressione e recuperò un altro pallone dalla cesta.
-Secondo te dovrebbe farlo?- replicò.
Il tappetto si fermò a metà rincorsa e lo guardò serio.
-Perché non dovrebbe?-
-Perché era spaventata, idiota! Non ti sei accorto di come tremava?-
Hinata si portò una mano sul mento e ripensò alla scena di circa un'ora prima, quando Shimizu aveva presentato alla squadra Yachi Hitoka, una ragazzina del primo anno bionda e timidissima, che per tutto il tempo delle presentazioni era rimasta dietro le spalle protettive della senpai.
-Però è anche vero che non è scappata via a gambe levate- e recuperò lo spazio per la rincorsa. -Sono sicuro che accetterà!-
Kageyama lasciò rimbalzare il pallone sugli avambracci senza alcuna convinzione.
-Sarà! Per adesso pensiamo ad allenarci. Sei pronto?-
Hinata annuì deciso e scattò in avanti.
-Come sempre!-

Suga si passò l'asciugamano sul viso per qualche istante prima di sollevare lo sguardo sul compagno silenzioso al suo fianco.
La giornata di allenamenti era stata intensa ma senza particolari incidenti, tuttavia si era accorto che qualcosa aleggiava nell'aria già da qualche tempo e quel pomeriggio, in particolare, la cosa era stata molto più evidente rispetto al solito.
Ormai poteva dire di conoscere a memoria tutti i minimi segnali dei suoi compagni del terzo anno, e il leggero disinteresse di Asahi durante gli allenamenti della sessione appena terminata era come un faro nella notte che indicava che qualcosa non andava.
Si era allenato duramente, non si era sprecato nei salti e nelle battute, ma ogni tanto lo vedeva distratto. Era come se cercasse con lo sguardo qualcosa e di tanto in tanto lo coglieva a riflettere, il viso concentrato e le sopracciglia leggermente corrugate.
-Si direbbe che stai pensando a qualcosa di serio-.
La voce dell'Alzatore lo riportò con la mente all'interno della palestra e l'Asso sussultò, preso in castagna.
-Eh...no, cosa...cosa dici...- e si affrettò ad asciugarsi il viso.
-Sembri pensieroso- continuò il compagno, consapevole di aver fatto centro. Si scambiò uno sguardo d'intesa con Daichi e tornò alla carica.
-Si direbbe tu abbia perso qualcosa- annunciò malizioso.
Le guance dell'altro diventarono rosso porpora e Suga sogghignò.
-Stavo solo riflettendo su quello che ha detto Shimizu prima- cercò di recuperare il ragazzo, fuggendo lo sguardo dei compagni.
-Non ricominciare con i tuoi soliti discorsi melanconici, per favore- lo redarguì il Capitano portandosi le mani ai fianchi.
-Non voglio fare alcun discorso drammatico, tranquillo- e spostò lo sguardo verso Hinata e Kageyama che continuavano ad allenarsi in solitaria. -Sto solo pensando che anche io dovrei impegnarmi di più. Abbiamo deciso di continuare a giocare e presto ci sarà il nuovo campionato da affrontare, ma sento che mi manca ancora qualcosa-.
I due si scambiarono un'occhiata perplessa e Daichi si portò una mano al mento, pensieroso.
-Capisco cosa intendi. Manca a tutti quel qualcosa- e anche lui spostò lo sguardo sui due primini. -Ma per prima cosa dobbiamo passare il test del trimestre...o almeno, far passare il test a quelle quattro zucche vuote. Avete sentito cosa ha detto il professor Takeda, no?-
-Per questo non vi dovete preoccupare, ci stiamo impegnando davvero!-
La voce squillante di Tanaka alle loro spalle li fece voltare nella sua direzione e lo trovarono a gambe divaricate, petto in fuori e pugni fieri contro i fianchi.
-Andremo a Tokyo e andremo alle Nazionali!- continuò, fiducioso.
I tre senpai rimasero un attimo a fissarlo, quasi sorpresi dalla sua indomita sicurezza, ma poi esplosero in una risata sincera, sciogliendo la tensione del momento. Tanaka li guardò prendersi gioco di lui, offeso. Ma consapevole di averli in qualche modo tirati su di morale si lasciò trascinare dall'euforia e si unì alla risata del gruppo.

Io odio la PallavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora