UN SEGRETO DA NASCONDERE

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Camminava a testa bassa senza guardare nessuno e varcò l'ingresso secondario ignorando intenzionalmente gli sguardi che le venivano rivolti. Perchè tutto a lei? Perchè ogni volta doveva essere così difficile? Perchè non poteva terminare quell'anno in santa pace? Cosa aveva fatto per meritarsi una punizione così drastica?
In fondo voleva solo trascorrere quell'anno tranquilla, senza preoccupazioni, senza distrazioni, terminare gli impegni che l'avevano in qualche modo costretta a trasferirsi, e tornare a casa, dimenticando ogni cosa. Voleva solo studiare...
-Quindi quali sono le tue intenzioni?- echeggiò una voce infastidita alle sue spalle e si fermò.
Stava salendo la seconda rampa di scale per raggiungere il piano della sua classe ma il suono di quella voce la irritò talmente tanto che le si accapponò la pelle. -Vuoi farti tutta la squadra di pallavolo?-
Hikari fece un paio di respiri profondi e si costrinse a voltarsi indietro. Sul pianerottolo in basso alcune ragazze del terzo anno erano immobili a guardare nella sua direzione con ferocia e quando tra queste scorse anche Riazukawa, la tipa dai capelli neri di cui aveva parlato con Asahi giusto un paio di giorni prima, comprese che la domanda era rivolta proprio a lei.
-Sto parlando con te, sei pregata di portare rispetto e rispondere- riprese l'altra e alcune ragazze vicine lanciarono delle occhiate perplesse verso Hikari. Dal canto suo lei non si scompose.
-Cos'è? Hai perso all'improvviso l'uso della lingua?-
-E tu hai paura di perdere popolarità se i ragazzi della pallavolo non ti filano?-
Riazukawa divenne paonazza. -Come ti permetti?-
-Porta rispetto per un senpai, ragazzina, in fondo sei l'ultima arrivata- fece eco un'altra.
-Se un senpai vuole rispetto allora deve essere il primo a concederlo-.
-Osi trasgredire alle regole?-
-Regole?- commentò Hikari beffarda. -Non so che farmene delle regole- e spostò uno sguardo freddo contro quello di Riazukawa. -Piuttosto, che cosa vuoi esattamente da me?- riprese, per nulla turbata.
-Ti ho vista appartata con il Capitano della squadra di pallavolo, ti hanno visto tutti. Vuoi forse negarlo?-
-E quindi?-
La tranquillità che Hikari continuava a mantenere la irritò ancora di più e l'altra fece un passo in avanti.
-Chissà come la prenderà il capitano della squadra femminile quando lo verrà a sapere?-
-Se vuoi posso riferirglielo io stessa-.
La mora fece un verso stridulo e carico di rabbia e le sue compagne arretrarono di un passo, spaventate.
-Finiscila di rispondermi!- gridò.
Hikari sollevò il mento con sfida.
-Guarda che se mi fai delle domande è naturale che ti risponda-.
Sul ballatoio alle spalle di Hikari e in fondo alla scalinata si erano creati diversi capannelli di studenti incuriositi, richiamati dalle urla stridule di Riazukawa, e si avvertivano persino delle risatine di scherno. La mora divenne paonazza e si avvicinò al primo scalino, minacciando di salire verso Hikari.
-E' evidente che nella scuola da cui provieni non esiste il rispetto per i senpai. Quindi per questa volta sarò magnanima e chiuderò un occhio sulla tua insolenza se chiederai immediatamente scusa-.
-E per cosa?-
-Mi stai mancando di rispetto davanti a tutti-.
Hikari sospirò a fondo.
-Primo. Sei stata tu ad aggredirmi verbalmente mentre io cercavo di raggiungere la mia classe. Secondo. Mi stai dicendo che nonostante tutta la tua popolarità non sei in grado di farti rispettare da quelli più piccoli di te?-
La scala risuonò delle risate soffocate dei presenti.
-Sei solo una piccola sgualdrina che se la fa con tutti-.
Il lampo di rabbia negli occhi grigi fissi contro i suoi le fecero provare un brivido lungo la schiena.
-Oh. E' questo, dunque, quello che ti indispone. Hai paura di perdere il primato di ragazza più corteggiata della scuola- e scese uno scalino.
Riazukawa strinse i pugni. -Solo una stupida potrebbe pensare di riuscire a competere con me in fatto di ragazzi-.
-Mi dispiace apprendere che sia questo il tuo pensiero. Sinceramente ho sempre creduto che per una della tua fama fosse più importante il rendimento a scuola piuttosto che farsi quanti più ragazzi possibili. E mi dispiace anche che pur di non perdere il tuo primato di conquista tu sia disposta a giudicare un innocente pranzo tra amici come un'usurpazione al tuo primato-. Scese un altro scalino, lo sguardo sempre più minaccioso. -Tuttavia...sebbene non mi importi granché di quello che tu possa pensare nei miei confronti, sopporto molto poco invece le insinuazioni volgari nei confronti delle altre persone, soprattutto se sono a me vicine-.
Nishinoya emerse sul ballatoio assieme a Tanaka, richiamati anche loro dalla folla, e osservò allarmato Hikari scendere verso Riazukawa con lentezza calcolata.
-Oh, oh- fece Tanaka preoccupato.
-In ogni caso, lascia che ti metta al corrente del fatto che non devo dare conto a te del tempo che passo con loro perché, ti piaccia o meno, lo farò per tutto il resto dell'anno scolastico- e raggiunse la fine della scala. -Detto questo puoi rassicurarti sul fatto che continuerai a mantenere il tuo primato perché non è certo per quello che io frequento la scuola, a differenza di te. Libera di girarti tutti i ragazzi che vuoi, ma non permetterti più di criticare i miei compagni- e si fermò sull'ultimo scalino, guardandola dritta negli occhi.
Riazukawa fremeva d'ira ma allo stesso tempo intimidita dallo sguardo feroce dell'altra.
-Al...altrimenti?-
Hikari ridusse gli occhi a due fessure e la ragazza arretrò di un passo.
Era evidente che qualunque cosa dicesse o facesse non sembrava intenzionata a farsi mettere i piedi in testa e per un attimo ebbe la sensazione che Hikari non si sarebbe fatta scrupoli a picchiarla. In più lo sguardo di ghiaccio con cui l'aveva immobilizzata andava ben oltre la semplice irritazione per essere stata tacciata come una sgualdrinella.
Nishinoya scese di corsa gli scalini e afferrò la compagna per un braccio, trattenendola. Nello stesso istante la voce del vicepreside echeggiò nell'androne della scala e gli studenti fecero largo per farlo passare.

Io odio la PallavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora