PENSIERI

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 -Oh!!! Lo Skytree!!!- esclamò Nishinoya saltando giù dal pulmino.
Tanaka fu subito al suo fianco e anche i suoi occhi si illuminarono di eccitazione.
-Tokyo, eccoci!!!- tuonarono assieme verso l'antenna delle trasmissioni.
-No, veramente quella è una comune antenna televisiva- li corresse Kai, il vicecapitano della Nekoma, con un grosso gocciolone sulla tempia.
Kuroo, accanto a lui, scoppiò in una grassa risata, trattenendosi la pancia, ma i due giocatori della Karasuno sembrarono non dar loro attenzione, lo sguardo sempre luminoso verso il semplice palo dell'antenna.
-Però...Sembra molto simile a Miyagi- commentò Asahi guardandosi attorno assonnato, mentre anche il resto del gruppo scendeva dal pulmino.
-E' perché qui siamo molto più in periferia- precisò Suga raggiungendolo.
Alle loro spalle Yamaguchi e Noya spinsero Tsukishima ancora mezzo addormentato verso l'edificio e Kuroo si avvicinò a Daichi per salutarlo.
-Ma...non vi manca qualcuno?- domandò, incuriosito.
L'altro fece un mezzo sospiro rassegnato e si portò una mano al fianco.
-Purtroppo avevano un esame da recuperare- ammise, un po' amareggiato.
Kuroo fece un mezzo ghigno divertito e spostò lo sguardo verso gli ultimi componenti della squadra che stavano scendendo, posando incuriosito lo sguardo sulla ragazzina dai capelli biondi che si teneva praticamente incollata alla manager della Karasuno. Il suo sguardo cambiò totalmente espressione, nonostante il ghigno, e riportò l'attenzione su Sawamura.

-E così il duo strambo sta facendo esami supplementari, eh?- e gli fece segno di seguirlo verso l'edificio. Daichi lo affiancò di un passo, seguito da Asahi e Sugawara, e raggiunsero l'atrio coperto, da cui poi si accedeva alla palestra.
-Beh...ma se va tutto bene ci raggiungeranno nel pomeriggio...spero-.
Il grido di Taketora, il ragazzo crestato della Nekoma, alla vista di Hitoka e Shimizu, li interruppe momentaneamente e rimasero a osservare sbigottiti il numero quattro dei Gatti disperarsi per la presenza di ben due manager, prontamente deriso da Tanaka che non perse tempo per osannare la loro grande ricchezza di cui, al momento, difettava evidentemente la Nekoma.
Kuroo sospirò, rassegnato al bizzarro comportamento del loro Asso, e riportò l'attenzione sui tre del terzo anno della Karasuno.
-Beh, cambiatevi in fretta, vi aspetteremo in palestra per cominciare gli allenamenti- e si allontanò.

Yachi spalancò la bocca quando finalmente entrarono in palestra, diversi minuti più tardi.
C'erano già in campo le altre quattro squadre, che stavano facendo riscaldamento, e notò le strane occhiate, incuriosite e per certi versi diffidenti, che rivolsero verso la loro direzione mentre tutta la Karasuno faceva il suo ingresso.
Kenma recuperò un pallone volante e si volse verso il portone dal quale erano giunti.
-E...Shoyoo?- chiese incuriosito.
Takedora raddrizzò la schiena e lanciò uno sguardo nella sua direzione.
-Esami di recupero- annunciò prima di allontanarsi per continuare il riscaldamento.
L'alzatore della Nekoma continuò a fissare la squadra dei Corvi che si guardava attorno, un po' spaesati, ma quando si rese conto della presenza di Kuroo al suo fianco, sollevò su di lui uno sguardo sorpreso. Era stranamente serio e stava fissando con insistenza il gruppo appena entrato. Era tipico del Capitano osservare con interesse le persone, per studiarle e cogliere ogni piccola sfaccettatura per poterla, in seguito, usare a suo vantaggio. Ma quell'indagine era totalmente diversa dal solito e anche fin troppo seria.
-Non c'è- annunciò, riportando a sua volta l'attenzione sui ragazzi.
Per un attimo Kuroo parve non udirlo, ma l'Alzatore attese.
-No, infatti- rispose finalmente il compagno, dopo quella che sembrò un'eternità.
Kenma si strinse le spalle e abbassò lo sguardo sul pallone che teneva in mano.
-Beh, che ti aspettavi? In fondo è quello che ha detto, no?-
-No, ti sbagli-.
Kenma avvertì chiaramente l'irritazione nella voce del compagno e sollevò si nuovo lo sguardo su di lui. Ora non aveva dubbi, sembrava infuriato.
-So benissimo cosa ha detto, ma non l'ha mai pensato veramente – stava continuando Kuroo, ignaro della sua espressione.
-Come fai ad esserne così sicuro?-
-Lo so, fidati. Lo so. E se non è qui è perché c'è sicuramente una valida spiegazione, ma non quella che pensi tu- se senza dargli modo di replicare si allontanò per raggiungere il capitano della Karasuno e illustrargli le regole. Kenma lo seguì con lo sguardo per qualche istante ancora, quindi sospirò e tornò al suo allenamento.

Io odio la PallavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora