Capitolo tre: Benvenuta a Mystic Falls Helene

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Mio fratello continua ad osservare Helene, sembra piacergli dal modo in cui continua a guardarla, con un leggero sorrisino all'angolo delle labbra e gli occhi vivaci. "Non mi hai ancora rivelato il tuo nome"; esordisce risvegliando Helene dal suo mondo incantato. Credo che la mia amica non abbia mai visto una villa così grande e antica. "Oh sì certo"; esclama agitata ed imbarazzata. "Hanna"; la precedo io, azzardatamente. "Helene. Il mio nome è Helene, tuo fratello ha sempre voglia di scherzare"; interviene roteando gli occhi, infastidita dal mio comportamento. "Helene"; biascica mio fratello osservando me con disappunto. Il mio viso si contrae facendo una piccola smorfia. "Vieni piccola ti mostro la mia stanza"; affermo sotto lo sguardo torvo e preoccupato del mio fratellino. "Stefan le bambine si sono svegliate. Vogliono cucinati i tuoi pan...". La dolce e perfezionista Caroline Forbes rimane completamente paralizzata dinanzi a me. Con uno sguardo attonito e la bocca dischiusa mi fissa come se avesse appena visto un fantasma. "Mi saluti o rimani immobile a fissarmi tutto il giorno?"; Le domando facendole un debole cenno con la mano. "Sei tornato?"; Chiede sconvolta avvicinandosi a me. "Ero ignaro che oggi fosse la giornata delle domande alquanto ovvie"; borbotto facendo nascere sul viso di Caroline un'espressione di disappunto. "Sì, sei tornato"; replica alzando gli occhi al cielo. "Mi abbracci?". Allargo le mie braccia indicandole di avvicinarsi, e lei sorridendomi corre ad abbracciarmi. "Mi pentirò di averlo detto...Ma mi sei mancato Damon"; afferma sciogliendo il nostro abbraccio. Helene ci osserva strofinando nervosamente le sue mani fra loro, è un po' tesa, sicuramente prova del disagio qui, dal momento che è tutto nuovo per lei. "Ti presento Helene Morgan"; dico a Caroline indicandole la mia migliore amica; "Sono davvero lieta di conoscerti, io sono Caroline Salvatore"; si presenta la moglie di mio fratello con molta gentilezza. "Lei è la ragazza di Damon"; gli suggerisce Stefan guardando Helene con aria praticamente sognante. Caroline spalanca i suoi occhi e sposta il suo sguardo su di me e poi nuovamente verso Helene, quest'ultima ha il viso di tre gradazioni di rosso diverso, pagherò caro per questa bugia. "Allora benvenuta in famiglia"; esclama Caroline stritolandola in un abbraccio soffocante. Sposto una mano dietro la nuca, meritandomi tutte le silenziose minacce da parte della mia migliore amica, i suoi occhi sono ardenti ed io mi sento un po' in colpa per averla praticamente costretta ad inscenare questa pantomima. "Grazie, siete gentili"; dice lei sorridendo solo per educazione. Conosco il sorriso che, adesso, ha impresso sul suo volto. È forzato e iracondo, in rare occasioni le ho visto questo sorriso, per mia fortuna oserei dire, diviene irritabile quando è costretta a fare qualcosa contro la sua volontà. "Mamma". Due bambine, ancora assonnate e con indosso i loro pigiamini, fanno il loro ingresso nel salone, chiamando Caroline. Sono Josie e Lizzie, fatico a riconoscerle, erano due paffute bimbe di un anno quando sono partito, adesso avranno almeno cinque anni. "Abbiamo fame"; si lamentano toccando i loro pancini. Con premura Caroline si avvicina a loro, abbassandosi alla loro altezza. "Fra poco Stefan andrà a prepararvi i Pancake. Adesso però correte a salutare lo zio Damon, vi ricordate di lui?". Le piccole scuotono il capo osservandomi dalla testa fino ai piedi. È normale che non si ricordino di me, sono stato assente tanto tempo. "Ciao piccole pulci"; Le saluto strappando loro un sorrisino dai loro visi piccoli e paffuti. "Ciao zio Damon"; mi saluta Lizzie, avvicinandosi a me con più coraggio; "siete diventate due bellissime ragazze"; dico loro chinandomi vero di loro per poterle guardare meglio. Anche Josie lentamente inizia ad avvicinarsi a me, e con la coda dell'occhio noto che sia mio fratello che Caroline guardano la scena con dei sorrisi da ebeti. "Mi abbracciate?"; Domando ad entrambe che annuiscono energicamente, gettandosi con totale fiducia fra le mie braccia. "Lei chi è?"; Domanda Josie indicando Helene; "Lei è la mia fidanzata"; rispondo alzandomi in piedi. "Quindi anche lei è nostra zia?"; Chiede con ingenuità Lizzie facendo ridere tutti noi. La mia migliore amica le saluta lievemente con un cenno della mano, non è molto affabile con i bambini, li considera dei piccoli mocciosi che producono muco. "Mi chiamo Helene. Però se vi fa piacere potete chiamarmi zia Helene". Le gemelle al suono di quelle parole si precipitano ad abbracciarla, sono così piccole che non le arrivano neanche al ventre. "Il tuo nome è simile alla zia che vive in cielo"; esordisce Lizzie mettendomi in allarme. Helene si sofferma a guardarle con aria confusa, continuando a sorridere; "Lizzie, Josie"; li richiamo prima che, a causa della loro ingenuità, causino una terza guerra mondiale. "Dove il vostro papà?"; Chiedo ad entrambe, realmente interessato a scoprire dov'è finito il mio migliore amico. "Papà è andato a trovare Jeremy"; Risponde Josie. "Bambine adesso andiamo a preparare la colazione, lasciamo gli zii in pace"; esordisce Caroline spingendo le bambine verso la cucina. Stefan rimane con noi, probabilmente si starà chiedendo per quale assurda ragione io sia così strano, non appena rimarremo da soli inizierà il suo interrogatorio...Ne sono più che certo. "Vi lascio anche io, così riposate"; dice dirigendosi verso la cucina, raggiungendo Caroline e le bambine. In procinto di urlarmi furiosamente con il dito puntato contro, intimo ad Helene di fare silenzio, indicandole solo con dei gesti semplici che qui dentro tutti possono udire le nostre conversazioni. Elegantemente, in risposta ai miei gesti ed ai miei comportamenti, lei alza contro di me il suo dito medio. "Sei una vera principessa. Amore mio"; affermo in tono provocatorio. Le mostro il piano superiore della villa, lei rimane alle mie spalle tutto il tempo ma non fatico a percepire la sua aura rabbiosa. "Questa è la mia camera da letto. Mi correggo la nostra"; le dico avanzando dentro la mia stanza. Sospiro profondamente guardandomi attorno. È così difficile stare qui dentro senza Elena. L'aria sembra soffocarmi ed ogni passo che compio diviene inspiegabilmente più pesante. "Quando potrò urlarti contro?"; Mi domanda infuriata incrociando le sue braccia al petto; "quando rimarremo da soli"; le rispondo infastidito. Helene sbuffa irritata, guardandosi attorno con aria curiosa. All'improvviso i miei occhi vengono catturati dalle foto sul mio comodino. Come un fulmine mi affretto a toglierle, nascondendole sotto il mio letto. Non voglio che Helene sappia quanto sono stato bugiardo con lei in tutti questi anni. Le foto ritraggono me insieme ad Elena, e fa male riguardarle e vederci tanta felicità ormai dissolta nel nulla. "Chi è questa ragazza nella foto?". Deglutisco nervosamente. Credevo di aver nascosto tutte le foto, ma evidentemente non è stato così. Respirando profondamente, rassegnato all'idea di doverle raccontare la verità, mi avvicino ad Helene che scruta una foto sul comò della mia stanza. Guardo la foto prima di rispondere, tornando sereno e calmo; "lei è Bonnie Bennet, una mia cara amica. La conoscerai"; la rassicuro sorridendole appena. "Anche lei è un vampiro?". Scuoto il capo aprendo il mio armadio; "no, è una strega"; le rispondo controllando se ci sono ancora i miei vestiti. "Vanitoso"; commenta alle mie spalle Helene costatando con i suoi occhi l'enorme quantità di abiti eleganti che possiedo. "Non ti ho mai visto con indosso uno Smoking"; afferma studiando il mio corpo, forse per immaginarmi con quest'ultimo addosso. "Sono ancora più affascinante"; ribatto facendole l'occhiolino. Lei mi fissa con un'espressione annoiata; "certo Damon"; afferma poggiando con condiscendenza una mano sulla mia spalla. "Damon". Davanti la porta della mia camera c'è Stefan, forse vuole parlarmi. Mi volto verso di lui pronto per ascoltarlo. "Io e Caroline stiamo uscendo, dobbiamo accompagnare Josie e Lizzie a scuola"; mi spiega poggiando il suo corpo sul bordo della porta; "sì va bene"; replico senza comprendere per quale motivo è salito fin qui per avvisarmi di questo. "Noi torneremo fra pochi minuti, quindi...". I gesti della sua mano ed il suo nervosismo mi fanno intuire all'istante ciò che sta per dire. "Certo fratello, le dirò di non sedurmi". Helene che è al mio fianco spalanca la sua bocca divenendo più rossa del sangue con cui mi nutro, mio fratello ci saluta e lascia la stanza. "Sei un vampiro morto"; mi minaccia furibonda, mentre io non riesco a fare meno di ridere del suo imbarazzo. "Dovresti vedere la tua faccia"; la derido ridendo a crepapelle. Lei con impeto si scaglia contro di me colpendo con forza il mio addome. "Non farmi il solletico pulce"; l'ammonisco divertito prendendomi beffa di lei. "Comunque se vuoi puoi urlarmi contro. Sono appena usciti tutti"; l'avviso avendo appena udito la porta di casa chiudersi. Helene certamente non si lascia sfuggire l'occasione. "Spiegami perché hai detto a tuo fratello che io sono la tua ragazza"; mi ordina categoricamente. "Non volevo. Lui ha frainteso tutto. Io gli ho solamente raccontato che avevo una ragazza"; le spiego pacatamente, provando a farle capire che è stato tutto un malinteso. "Allora dì la verità, perché non possiamo fingere di essere fidanzati. Sarebbe strano". Mi acciglio un attimo, pensando al dolore che arrecherei a mio fratello raccontandogli la verità. Lui desidera che io ritrovi almeno in parte ciò che ho perso. "Non posso"; le dico corrugando la mia fronte. "Perché?"; Chiede con apprensione, avvicinandosi a me. "Perché una volta ero un uomo diverso Helene. Perché ho preso scelte sbagliate. Perché mio fratello ha bisogno di vedermi al fianco di qualcuno che mi ama"; rispondo con enfasi, mentendo ancora. "Perché non me ne hai parlato prima? Ti avrei aiutato, anzi avrei finto meglio"; ribatte poggiando la sua mano sulla mia spalla. "In realtà avevo dimenticato di aver raccontato a mio fratello di avere una ragazza"; ammetto, strappandole un sorriso da quelle labbra che finora sono state imbronciate. "Fingerai?"; Le domando con aria supplichevole e disperata. "Certo che lo farò"; risponde roteando i suoi occhi verdi. "Ti avverto! Ti costerà caro"; precisa scrutandomi con notevole sadismo. "Sono pronto a tutto"; affermo consapevole che mi sottoporrà ad ore di shopping inteso e ad interminabili lezioni di yoga rilassante. "Quindi dormirò in questo letto enorme?"; Chiede con soddisfazione, poggiando le mani sui suoi fianchi. "Dormiremo"; specifico abbastanza categorico, prima che si convinca che io dormirò sul pavimento. "Io e te? Nello stesso letto?". Helene osserva il letto e poi me facendo una piccola pausa teatrale, che conclude con una fragorosa risata. "Tu sei serio"; costata soffermandosi a guardarmi smettendo di ridere. "Dormiremo e basta. Sarà come quando la sera, mentre guardavamo un film, tu ti addormentavi sulla mia spalla". Lei annuisce con poca convinzione; "a parte che io sarò completamente nudo, poi non cambierà nulla"; affermo gustandomi l'espressione disgustata e contrariata sul suo volto. I suoi occhi verdi si accendono puntando i miei. "Stavo scherzando"; la tranquillizzo ridacchiando di gusto. "Al massimo toglierò la camicia". Lascio che Helene sistemi i suoi pochi vestiti dentro il mio armadio. Sono seduto sul bordo del mio letto e non riesco a toglierle gli occhi di dosso. Una miriade di pensieri solcano la mia mente, e la maggior parte di essi non sono affatto razionali. "Dovrei baciarti"; esordisco tutto ad un tratto. Helene con cipiglio e perplessità si volta verso di me. "Cosa?"; Domanda scuotendo il capo, credendo di non aver udito con chiarezza le mie parole. "Dovremmo baciarci...Adesso"; le ripeto scandendo le parole una ad una, alzandomi in piedi. La mia migliore mi fissa confusa e lievemente divertita poiché non ha compreso che ciò che le ho detto non è frutto di uno dei miei scherzi. Sono tremendamente serio. "Per quale assurdo motivo dovrei baciarti?"; Domanda alterandosi improvvisamente. Passo dopo passo mi avvicino a lei, con uno sguardo profondo. Lei indietreggia provando a fermarmi; "Sarai la mia finta ragazza, gli altri si aspettano che io ti baci. È meglio che entrambi ci abituiamo". Il mio tono di voce è profondo ed i nostri corpi ormai sono l'uno ad un passo dall'altro; "In pubblico Damon"; Chiarisce lei poggiando una mano sul mio petto. "Questo sarà l'unico bacio senza gli spettatori"; precisa puntandomi il dito contro con uno sguardo truce e minaccioso. "Neanche io mi diverto a baciare la mia migliore amica"; la informo scrollando le spalle. Dalle sue labbra fuoriesce un profondo sospiro e dopo aver alzato gli occhi al cielo decide di chiudere i suoi occhi, avvicinandosi a me. "Così non ci riesco"; dico scoppiando a ridere a causa dell'espressione buffa che ha adottato. "Che ti prende?"; Urla infastidita. "È tutto troppo fittizio"; mi lamento inutilmente. Helene stufa di tutta questa sceneggiata decide di ignorarmi uscendo fuori dalla mia stanza. La raggiungo sulle scale, dove le compaio davanti senza avvisarla, ragion per cui sussulta lievemente spaventata. Pentito per non averla baciata poco fa, prendo il suo viso fra le mie mani osservando attentamente i suoi grandi occhi verdi che mi fissano tremolanti. Non riesco a comprenderne il motivo, però percepisco i battiti del suo cuore diventare più frenetici. Dolcemente e con delicatezza poggio le mie labbra sulle sue. Le muovo pian piano, sentendo una strana corrente scivolare giù per la mia schiena e, quando comprendo che ci stiamo dilungando più del dovuto mi scosto dal suo viso. Ci guardiamo per un breve istante con imbarazzo, io serro la mascella e cerco di sorridere come se nulla fosse. "È stato così terribile baciarmi?"; Domando con lieve arroganza; "no vampiro. Sei un baciatore mediocre"; risponde lei tentando di scalfire il mio orgoglio maschile. "Io mediocre?". Mi fingo adirato, osservandola sottecchi; "ognuno ha i suoi talenti"; afferma con impertinenza, scostandomi gentilmente per poter scendere al piano di sotto. La fisso con un piccolo ghigno sul volto. In fondo baciare la mia migliore amica non è stato così devastante come pensavo. Solitamente l'amicizia fra un ragazzo ed una ragazza si frantuma dopo il primo bacio. Lei diviene fastidiosa e pretende di sapere che ruolo ha nella vita del ragazzo, lui invece è solo confuso perché quella che ha sempre considerato la sua confidente e compagna d'avventure è divenuta improvvisamente il centro dei suoi sogni proibiti. Fra me e la mia pulce però non sarà mai così, il nostro legame è profondo per tale ragione sono più che sicuro che questa bugia ci unirà più che mai, siamo dei complici perfetti. "Che fai?"; Chiedo ad Helene notando che sta cercando con disperazione qualcosa all'interno della cucina. "Cibo. Ho fame"; afferma massaggiando il suo stomaco come fanno i bambini. "Perché non cerchi dentro il frigo?". Apro quest'ultimo notando che vi sono solamente sacche di sangue; "capisco"; borbotto rispondendo alla mia medesima domanda. "Forse devono fare la spesa. Le bambine ed Alaric non bevono sangue". Pochi secondi dopo la mia affermazione, la porta principale si apre e richiude. "Avete fame?"; Domanda mio fratello comparendo in cucina con delle buste della spesa. "Sì! Adoro tuo fratello"; esclama la mia amica con entusiasmo, guardando cosa c'è nelle buste. "Qualcuno è geloso"; insinua in tono cantilenante Stefan infastidendomi. "Non lo sono"; borbotto quasi in un brontolio. È così strano stare dentro questa cucina...In questa casa senza udire il suono della sua voce, dei suoi passi o sentire il suo profumo che invade l'intera stanza. Quando mi guardo introno, in ogni angolo, la rivedo. Lei è qui, la sua presenza è viva e costante. Forse ho sbagliato a tornare qui. Stefan si accorge del mio viso e della mia espressione turbata e non esita un istante a domandarmi come sto ed io, scrollando le mie spalle, gli rispondo che sto bene fingendo un sorriso. "Devo parlarti di una cosa importante". Mio fratello mi richiama in privato. Saliamo al piano superiore, e una volta entrati nella sua stanza richiude la porta. "Helene sul serio?"; Mi domanda divenendo terribilmente e spaventosamente serio. "Incolpa suo padre se si chiama così"; ribatto lievemente adirato. Con frustrazione inizia a massaggiarsi le tempie; "è un caso che si chiami così"; gli dico con serietà. "Voglio solamente che tu sia felice". Lo so, è per questo che continuo a mentire. È per questo che costringo la mia migliore amica ad inscenare una relazione perfetta. "Lo sono". Affermo continuando con la serie di bugie che spero rimangano sepolte. "Comunque è molto bella"; si complimenta poggiando una mano sulla mia spalla. "Sì è bellissima. Anche se alle volte è una vera rompiscatole, dovresti vedere quando al mattino mi sveglia saltandomi addosso"; racconto con un certo trasporto ed un sorriso puro. "Abitate insieme?"; Chiede corrugando lo sguardo. Ed ecco che le prime bugie da me inventate iniziano a crollare come le mura di un castello di carte; "sì...Abbiamo avuto un primo incontro strano"; spiego vagamente sperando che questa conversazione termini qui. "Damon aiutami"; urla Helene salvandomi inconsapevolmente. Corro da lei lasciando Stefan al piano di sotto; "Che hai combinato?". Osservo il pavimento completamente ricoperto di sangue, non il suo per fortuna. "Stavo sistemando la spesa dentro il frigo e mi è caduta dalle mani una sacca di sangue"; si giustifica tremendamente ricoperta di sensi di colpa. Teneramente le sorrido, e udendo i passi di mio fratello farsi sempre più vicini decido di avventarmi sulle sue labbra. "Scusate il disturbo"; esordisce Stefan schiarendosi la voce con un colpo di tosse. "Piccola non preoccuparti adesso puliremo tutto"; la tranquillizzo facendole l'occhiolino. Aiuto realmente Helene a pulire il disastro da lei generato, nel frattempo però studio i movimenti di mio fratello, lo conosco fin troppo bene, lui ha dei dubbi sulla relazione fra me ed Helene. "Sono a casa"; urla Rick, forse richiamando Caroline che non è ancora rientrata. "Tesoro bentornato". Corro io ad accogliere il mio migliore amico. "Damon"; urla con entusiasmo, spalancando i suoi occhi. "Non azzardarti a chiedermi se sono davvero io, è una battuta che hanno già usato"; lo avverto avvicinandomi a lui, per salutarlo meglio. "Pensavo di non rivederti più girovagare per questa casa". Scuoto il capo sospirando con uno strano magone al petto; "Invece sono tornato amico"; replico poggiando una mano sulla sua spalla. Helene con accortezza si avvicina a noi; "Ti presento la mia ragazza Helene". Anche Alaric al sentir pronunciare il suo nome si rabbuia cercando però di nasconderlo a lei. "Piacere di conoscerti. Non deve essere semplice sopportare Damon"; scherza regalandole un sorriso. "Hai proprio ragione Alaric. Damon mi ha parlato tanto di te. È bello incontrare tutti voi a lui siete mancati molto". Rimango basito dinanzi le parole di Helene, forse sta fingendo come mi aveva promesso, eppure sembra sincera e realmente felice di essere qui. "Ci tengo a precisare che sono io a sopportare lei, non il contrario"; sottolineo avvolgendo un braccio intorno al fianco della mia migliore amica. "Ci sopportiamo a vicenda"; ribatte lei spostando i suoi occhi verso di me. Ha ragione Alaric, lei ha sopportato il mio carattere non sempre gentile, ci sono stati giorni in cui odiavo tutto e l'unica cosa che volevo fare era starmene seduto sul divano con le labbra incollate sul collo di una bottiglia di bourbon scadente. "Il mio bourbon"; esclamo catapultandomi in cantina, senza dare una logica spiegazione ad Helene. "Ciao amore della mia vita. Papà ha sentito molto la tua mancanza"; dico contemplando quasi religiosamente la mia scorta di bourbon. "Quindi è questo il famoso bourbon di cui mi hai sempre parlato quando eri depresso"; esordisce alle mie spalle la mia migliore amica. "Sì, è proprio lui"; rispondo prendendo una bottiglia fra le mani. "Vieni con me, ti farò bere del vero alcool"; affermo salendo nuovamente verso il soggiorno. "Immaginavo fossi andato a prendere una bottiglia". Guardo Alaric mostrando e sventolando la bottiglia di vetro con aria vittoriosa, come se avessi appena vinto la gara più importante della mia vita. Verso due dita di Bourbon nel bicchiere che offrirò ad Helene; "Tieni piccola". Le sue mani affusolate sfiorano le mie nel modo di prendere il bicchiere e, spontaneamente, ci sorridiamo a vicenda. Attendo che la piccola pulce beva il suo bourbon, trepidante di un suo resoconto personale. Osservo il suo viso contrarsi mentre con fatica deglutisce, proprio ciò che volevo vedere. "Diavolo Damon! È forte"; esclama schiarendosi la voce. "Questo è ciò che io definisco alcool"; affermo poggiando le mie labbra direttamente dalla bottiglia. "Damon non bere così tanto"; mi ammonisce Helene cercando di prendermi la bottiglia che tengo in mano. "L'ultima volta che hai esagerato con l'alcool persino io ho avuto paura di te"; mi confessa con sincerità, guardandomi dritto negli occhi. Il suo sguardo ferito e deluso scatena una strana reazione chimica dentro di me, non riesco a spiegarla però la percepisco ogni singola volta che guarda i miei occhi con i suoi così affranti e preoccupati. Sia Alaric che mio fratello ci osservano entrambi, rimanendo sbalorditi quando decido di poggiare la bottiglia di bourbon sopra il tavolino vicino a me. Helene, lieta della mia decisione torna a scrutarmi formando sulle sue labbra un sorriso di muta soddisfazione. Noto che Stefan osserva Alaric, in qualche modo sembrano comunicare silenziosamente. Penso di sapere quali siano i loro rispettivi pensieri. Riguarderanno me ed Helene, il nostro rapporto e di come con la sola forza del suo sguardo sia stata in grado di redimermi. L'atmosfera che ci circonda non è gioviale, ragion per cui, prendo la decisione di far visitare ad Helene la città, solamente che non appena la mia mano prova ad afferrare la sua, qualcuno inizia a bussare alla nostra porta. "Caroline ha le chiavi"; ci fa notare Stefan dirigendosi verso la porta con cipiglio. "Matt"; afferma facendolo accomodare dentro. Matt Donovan, il giovane sceriffo della città. "Ciao Stefan. Purtroppo porto pessime notizie". Il mio corpo si congela alle sue parole e, di proposito, raggiungo l'ingresso della casa. "Scommetto che sei diventato un detective adesso"; esordisco mostrandomi a Matt, che mi fissa con aria non così sorpresa come mi aspettavo. "No, sono ancora uno sceriffo"; replica con uno sguardo torvo e poco amichevole. "C'è stato un omicidio questa notte, vicino al confine della città è stato trovato il corpo della figlia del nuovo pastore Joel, tu hai visto qualcosa?"; Mi domanda Matt, senza neanche salutarmi. "Sono tornato poche ore fa e già sono accusato di omicidio. È un cliché così antiquato"; Affermo con sarcasmo, infastidendo l'agente ed anche il mio fratellino. "Hai visto qualcosa?"; Chiede questa volta Stefan remandomi contro. "No. Non ho visto nulla"; mento sentendo i passi di Helene alle mie spalle. "Lei è Helene, la ragazza di Damon". Stefan presenta la mia piccola pulce a Matt, che sorride divertito non appena sente pronunciare il suo nome. "Hai fantasia vampiro"; commenta guardandomi beffardamente. Matt, oberato di lavoro, ci saluta lasciando la villa. "Per quale ragione avresti fantasia?"; Chiede con adorabile ingenuità Helene. "Non saprei. Io e quel poliziotto non siamo mai andati d'accordo"; le rispondo accarezzandole il viso. Mio fratello da quando è venuto qui Matt non ha smesso di fissarmi indagatore. "Non crederai mica che io abbia ucciso qualcuno?"; Domando adirato infastidito dal suo modo di guardarmi. "Che abbia ucciso qualcuno negli ultimi anni"; preciso con consapevolezza. "No. Però ho compreso un'altra cosa"; afferma abbastanza austero. Helene viene richiamata appena in tempo da Alaric che probabilmente ha intuito che fra me e Stefan vi sono dei piccoli artriti. "Cosa avresti compreso fratello?"; Domando con un atteggiamento arrogante e presuntuoso. "Tu non hai raccontato ad Helene di aver amato Elena"; risponde amareggiato. Distolgo il mio sguardo altrove, poiché sono colpevole ed in alcun modo posso negarlo o tornare indietro e rimediare a questa bugia. "Non potevo, e non posso adesso"; ribatto con la fervida paura di ferire Helene. "Perché Damon?". Perché sono un vigliacco, perché fuggo sempre e sono bravo solamente in questo. Non riesco a prendere in mano le redini della mia vita, mi crogiolo su un passato che in vano cerco di celare e fingo di vivere in un presente pieno di felicità. "Cosa avrei dovuto dirle? Ero in nuova città lontano dal passato. Lontano da tutto ciò che mi rammentava Elena...Mentre Helene era seduta lì sul quel bancone del bar. Così piccola e già così sola. Io non dovevo essere più io". Confusamente e marginalmente spiego a Stefan la mia verità, e lui per fortuna sembra capirmi. "Non hai pensato che qui potrebbe scoprire la verità?"; Domanda coscienziosamente. "Non voglio che anche lei convivi con i miei rimpianti. Se dovesse scoprire di Elena le diremo che era la tua ex, in fondo è la verità". Mio fratello, anche se con riluttanza, annuisce. Le bugie iniziano ad infittirsi e si intrecciano fra loro, Stefan deve coprire l'esistenza di Elena nella mia vita, Helene deve fingere di essere la mia ragazza e purtroppo sono consapevole che potrebbe crollare tutto da un momento all'altro, ed in tal modo potrei perdere la mia migliore amica. "Alaric mi ha detto che domani organizzerà una festa qui"; esordisce la mia pulce gettandosi fra le mie braccia con entusiasmo. "Davvero?"; Le domando sorridendole; "sì, ovviamente dovrò comprare un vestito nuovo". La scosto intuendo che il suo affetto è solo un modo per convincermi ad accompagnarla a fare shopping. "Sei subdola"; affermo scrutandola sottecchi; "e tu sei in debito vampiro"; mi ricorda con un'espressione diabolica e ghignante. "Giusto amore mio"; affermo afferrandole un polso attirandola verso di me. "Alaric ci guarda"; le sussurro ad un centimetro dalle sue labbra; "Ci hai preso gusto tesoro?"; Chiede alzando un sopracciglio, fissandomi alquanto provocatoria. "A te sembra non dispiacerti"; la provoco io, stringendola a me, sotto gli occhi di Alaric che ci fissa divertito. Delicatamente e senza più tanti convenevoli, premo le mie labbra sulle sue, assaporandole nuovamente. Forse ha ragione lei, inizia a piacermi baciarla, in fondo non c'è niente di male se di tanto in tanto bacio la mia migliore amica. "Damon è emozionante vederti di nuovo felice"; esordisce con la sua voce squillante Caroline, facendo sussultare all'indietro Helene. "Scusate non volevo interrompere le vostre effusioni"; si scusa in imbarazzo. "Sono solo felice per te...Per voi"; balbetta continuando a sorridere. Helene mi osserva scuotendo il capo, starà pensando che questa è la casa dei matti. Non posso darle torto dal momento che qui abitano tre vampiri, un cacciatore e due gemelle nate da un vampiro dopo che la loro madre naturale è morta il giorno delle proprie nozze. "Adesso preparati. Voglio mostrarti Mystic Falls"; propongo ad Helene facendole l'occhiolino. Ho bisogno di rimanere un po' da solo insieme a lei, senza orecchie che ci ascoltano, senza essere costretti a recitare una parte. Ho la viva necessità di stuzzicarla, di prendermi beffa di lei e di sapere come sta davvero, perché lei finora ha finto che tutto andasse bene ma è un'intera mattina che la osservo rendendomi conto che il suo sguardo è privo della sua innata luce.

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