Capitolo ventitré: Nuove verità

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Quando conobbi Helene era soltanto una ragazzina di sedici anni sola al mondo, provava a sorridere malgrado la vita fin dalla più tenera età era stata crudele con lei, eppure ha sempre sorriso, anche quando desiderava piangere e intorno a lei regnava il caos. Guardavo quella ragazzina e ammiravo la sua forza d'animo. Ogni giorno che trascorrevamo insieme imparavo ad amare una piccola parte di lei e, senza neanche rendermene conto, ho finito con l'amare profondamente ogni suo dettaglio anche il più impercettibile. L'osservo mentre il suo corpo continua a cercare una posizione comoda fra le mie braccia e non posso fare a meno di sorridere dimenticando il mondo fuori la mia camera, il medesimo che brama vederci annientati. "Se continuerai a muoverti non riuscirai mai a trovare un posizione comoda"; le dico soffermandomi a guardare le sue labbra increspate verso il basso. "Sono nervosa"; afferma sospirando, sdraiandosi al mio fianco con il viso difronte al mio. "Questo l'avevo intuito". Sorrido sfiorandole il naso con la punta del mio indice. "Tu non lo trovi orribile? Non potersi ribellare, essere intrappola nel proprio corpo"; mormora mentre la sua mano sfiora il mio viso dolcemente. "É orribile, però sono sicuro che troveremo una soluzione"; la rassicuro provando per una volta a fidarmi della speranza, poiché ormai non mi rimane nient'altro che essa. "C'è una cosa che devo rivelarti"; bisbiglia spostando le sue mani sui bottoni della mia camicia. "Vuoi farmi tuo? Perché per me va bene"; la interrompo sogghignando, rubandole un fugace sorriso dal suo viso malinconico. "Sono seria"; mi ammonisce fissandomi intensamente. "Ho provato del sollievo"; afferma con voce insicura e poco chiara. "Quando Lilith ti ha soggiogata?"; Le domando dal momento che lei è costretta al silenzio. Helene annuisce debolmente lasciando andar via una lacrima liberatoria. "Tu mi avevi abbandonata ed io mi sono sentita così sola e persa che per un breve attimo ho pensato che fosse un bene dovermi sposare con Luke"; mi confessa colma di sensi di colpa, che in verità non dovrebbe affatto avere poiché non è sua la colpa di tutto ciò. Siamo caduti nella trappola che Lilith ha architettato in ogni minimo dettaglio, probabilmente ci avrà seguiti a lungo, in modo da comprendere come agire. "Pulce non pensare una cosa del genere"; l'ammonisco fissando i suoi occhi addolorati. "Anche Luke è stato soggiogato?"; Le domando serio, stringendo le mie braccia intorno al suo corpo caldo. "No, i suoi sentimenti sono reali"; mi spiega strofinando la sua guancia contro il mio collo, abbandonandosi alle mie carezze. "Guarda il lato positivo"; le suggerisco sogghignando. "Perché esiste?"; Chiede perplessa, accarezzando il mio viso. "Certo!"; Esclamo provando a cercare il lato positivo, perché adesso non ci rimane che aggrapparci ad ogni fugace istante di felicità. "Hai già un amante irresistibile al tuo fianco". La mia immatura affermazione del tutto fuori luogo riesce a farla ridere. "Sai è fuori moda non avere un amante"; aggiungo godendomi il suono della sua risata. "Davvero?"; Domanda fingendosi sorpresa, reggendo il mio gioco. "Sì assolutamente"; le confermo poco serio ammirando sfacciatamente le sue labbra carnose. "Quindi tu sarai il mio amante?"; Chiede avvicinandosi al mio viso spostando i suoi occhi in direzione della mia bocca che istintivamente si dischiude rilasciando un sospiro leggero. "Certo che lo sarò, ovviamente sarò l'unico"; preciso avvicinandomi alle sue labbra che bramo baciare intensamente. "Sarai sempre l'unico per me"; bisbiglia ad un centimetro dalle mie labbra che attendono di unirsi alle sue. Le sue mani accarezzano entrambe le mie guance mentre i nostri nasi si sfiorano così come le nostre labbra stanche di dover resistersi. Ci baciamo divorati dalla nostalgia. La mia lingua sfiora la sua con decisione ed una travolgente passione a cui mi abbandonerei anche adesso, tuttavia non posso perdere di vista il lume della ragione, Liltih è libera e potrebbe fare del male a qualcuno di noi e al momento ho bisogno di scoprire qual è il suo piano contorto, e per quale assurda ragione ha trascinato Helene fra le braccia di un uomo che non amerà mai. "Vorrei con tutto me stesso spogliarti ed assaporare la tua pelle. Però adesso dobbiamo combattere questa battaglia altrimenti sarà quel demone a vincere la guerra". Lei saggiamente annuisce baciando fugacemente le mie labbra prima di lasciare questo letto per tornare alla vita reale. Questa notte nessuno di noi ha dormito molto. Ho sentito Alaric aggirarsi per la biblioteca in cerca di libri che riguardavano le leggende dei cacciatori, successivamente ha parlato con Patrick ma quest'ultimo non era molto preparato sull'argomento, ma sostiene che esistono leggende e profezie che riguardano la sua stirpe di cacciatori. Siamo quasi tutti riuniti in soggiorno, tranne Rick che è corso a lasciare a scuola Josie e Lizzie. "Sappiamo che vuole fuori dai giochi Damon, ed a tutti costi ha imposto ad Helene di sposarsi". Pensa a voce alta mio fratello, camminando davanti a me con un'espressione dubbiosa. "Ci sfugge qualcosa"; mormora grattandosi il mento. "Sei un vero prodigio"; esordisco con sarcasmo. "Potresti scrivere un libro intitolato 'le cose che sappiamo già'. Sarebbe un successone"; aggiungo facendogli notare bruscamente che dobbiamo trovare delle risposte. Sono stanco di ruotare intorno alle medesime domande. "Allora formula tu un'ipotesi"; mi esorta Stefan chiaramente infastidito dal mio atteggiamento presuntuoso. "Non lo so, ma almeno io non continuo a pormi mille volte la stessa domanda"; replico infastidito. Sono stremato, sull'orlo di una crisi di nervi e ciliegina sulla torta sto morendo ed ho terribilmente paura di lasciare tutti loro in balia di quell'essere. "Caroline"; Helene con esitazione chiama la sua amica che si precipita da lei per parlarle in privato vicino l'ingresso della casa. "Oggi ho la prova dell'abito"; la sento bisbigliare all'orecchio di mia cognata che annuisce senza un filo d'entusiasmo. "Ti accompagno io tranquilla"; la rassicura la biondina generando il mio assoluto malcontento. "Lo farò io"; esordisco cogliendo entrambe di sorpresa. "Non è il caso"; interviene la mia pulce scuotendo energicamente il suo capo. "Insisto. Sono il tuo testimone di nozze"; ribatto non accettando un no come risposta. "Da quando?"; Chiede incrociando le braccia al petto fulminandomi con lo sguardo. "Da adesso. Su andiamo, altrimenti litigherò con quell'imbecille di Stefan oggi"; affermo a voce alta strappandole un lieve sorriso. "Ti ho sentito"; urla adirato il mio fratellino dal soggiorno. "Era ciò che desideravo"; ribatto trascinando fuori di casa la mia pulce, bramoso di trascorrere del tempo con lei, anche se l'idea di vederla indossare un abito da sposa non mi entusiasma particolarmente dato che sarà il dottorino a sposarla. Con pazienza aspetto che provi il primo abito da sposa ed istintivamente inizio ad immaginare come si sarebbe evoluta la relazione fra di noi se Lilith non si fosse intromessa. Forse adesso saremmo sdraiati su di un letto e lei sarebbe fra le mie braccia e giocherebbe con le mie dita mentre continuo a ricordarle quanto sono fantastico fra le lenzuola e lei riderebbe e con quella sua risata travolgerebbe inevitabilmente tutti i miei sensi. Ad un tratto la sua voce mi riporta alla realtà e si mostra a me con il primo abito. Nonostante stia provando a trattenere la voglia che ho di scoppiare a ridere la mia espressione poco seria mi tradisce. "Sembri..."; cerco di non essere brusco, ma lei guardandosi allo specchio scoppia a ridere a crepapelle. "Una meringa ecco cosa sembro"; continua lei al mio posto. Rido insieme a lei ed all'improvviso realizzo che quest'immagine di lei che prova un abito da sposa l'ho sempre immaginata in questo modo. Perché in fondo non ho mai creduto in un possibile futuro insieme a lei, anche se ci ho sperato con tutto me stesso, ma lei è la mia migliore amica è sempre stato così, sebbene io sia follemente innamorato di lei, e lei di me. "Questo è decisamente un no"; afferma sorridendo, mentre la commessa del negozio le consegna un altro abito. Pazientemente l'aspetto tamburellando le dita sul muro dove tengo poggiato metà del mio corpo. "Eccomi"; esclama scostando le tende del camerino. Il mio viso cambia totalmente espressione e rimango a scrutarla minuziosamente per diversi secondi. "Allora vampiro ti piace?"; Chiede camminando come se fosse ad una sfilata di moda. "Sei bellissima"; affermo dannatamente serio e perso in lei. Quest'abito è perfetto per il suo corpo, delinea le sue forme e illumina il suo viso e soprattutto è semplice come lo è lei. "É l'abito perfetto"; commenta guadando con malinconia il suo riflesso allo specchio. "Certo non avevo mai immaginato di sposarmi così...". Le lacrime le impediscono di parlare e di colpo ricoprono il suo viso. Con il volto corrugato e l'anima in preda ad un'immensa ira mi avvicino a lei. "A me non importa del soggiogamento chiaro? Non sarà questo ad impedirmi di amarti. Non sarà né Lilith, né il destino e neppure Luke ad impedirmi di amarti per il resto della mia vita. Con o senza anello al dito io ti prometto di amarti e onorati per il resto della mia vita Helene Morgan". La mia piccola pulce mi fissa con il viso distorto e afflitto. "Così non ci riesco Damon, fa troppo male"; dice singhiozzando. "Riportami a casa per favore"; mi supplica mentre con la punta del pollice asciugo i suoi occhi rossi. "D'accordo"; rispondo sommessamente, baciando la sua fronte. Senza aver comprato il suo abito da sposa, ritorniamo a casa. Seduto nella poltrona della biblioteca c'è Rick che legge una strana pergamena gialla. "Trovato qualcosa?"; Domando alle sue spalle, avvicinandomi a lui. "Forse, però non posso esserne del tutto certo"; precisa ripiegando la pergamena su sé stessa. "Helene dov'è?"; Mi domanda guardando alle mie spalle; "Insieme a Stefan, stanno parlando"; rispondo leggermente pensieroso. "Capisco"; replica scostante il mio amico. "Perché non vuoi parlare di Elise? Cosa è successo?"; Gli chiedo ad un tratto, stanco del suo silenzio. È abbastanza evidente che fra loro due è accaduto qualcosa. "Ho chiuso la mia relazione con lei, fine della storia"; ribatte con aria nervosa. "Perché? Sembrava che lei ti piacesse davvero". Qui l'unico che sta per morire sono io, ragion per cui non accetto che coloro che mi circondano vivano la loro vita a metà. "Ho paura"; ammette a voce alta e arrabbiata. "Non voglio innamorarmi perdutamente Damon...Per poi perderla come è successo con Isobel, Jenna e Jo"; aggiunge attenuando il tono della sua voce. Il mio amico adirato cammina verso la soglia della biblioteca, tuttavia devo impedirgli assolutamente di condannarsi ad una vita senza amore. "Sai qual è il pensiero che ha spaventato anche a me quando ho compreso di essermi innamorato di nuovo?"; Gli domando spingendolo a voltarsi verso di me e tornare indietro. "E se lei mi facesse del male? Se un giorno mi lasciasse o peggio morisse? Io sarai finito e completamente distrutto"; affermo con il cuore in fiamme e mille rimpianti. "Così ho chiuso la mia storia con la mia migliore amica prima che potesse distruggermi. Almeno così credevo". Rick mi osserva con consapevolezza, lui mi conosce e sa cosa ho provato e cosa provo anche adesso. "E sai una cosa?"; Chiedo guardandolo dritto negli occhi, mentre i miei ardono intensamente e sono vivi più che mai. "É stato l'errore più grande che io abbia mai commesso"; ammetto non solo difronte al mio migliore amico ma anche a me stesso, poiché non ho fatto altro che nascondermi finora. Dietro alle bugie, i sotterfugi e le emozioni represse con la forza. "Tu adesso stai per compiere lo stesso errore, ed io non posso lasciartelo fare amico. Devi correre il rischio dell'amore! Rischia! Io non l'ho fatto e guardami". Indico il mio petto con il volto corrucciato e l'espressione distorta da una smorfia di dolore. "Adesso sono soltanto il fantasma d'uomo solo e con il vuoto nell'anima". Rick mi osserva in silenzio con lo sguardo guizzante e consapevole. "Da quando sei diventato così saggio?"; Chiede un po' schernitore, provando a sdrammatizzare questa pesante e attanagliante atmosfera. "Credo sia colpa della mia imminente dipartita"; rispondo con il suo medesimo tono scherzoso, dandogli una pacca amichevole sulla spalla. "Pensa alle mie parole...Adesso devo andare da Stefan"; dico prima di lasciarlo meditare un po' da solo e con sé stesso. Sento la voce di mio fratello, è al piano di sopra e sta parlando ancora con Helene. Muovendomi silenziosamente mi avvicino alle scale, rimanendo fermo ad ascoltare le parole di mio fratello. "Prova a non fuggire, avete un dono così raro e potente. Non avere paura, lo ami talmente tanto che l'hai perdonato tante volte, e forse anche questo ti spaventa. Il mio consiglio è quello di combattere, perché posso assicurarti che nessuno ti amerà ma come ti ama il tuo migliore amico". Debolmente alle parole del mio fratellino sorriso. Trovo molto bello ciò che pensa di me ed Helene. "So cosa provi per lui. Perché anche io ho provato le tue medesime emozioni e la tua paura, tanti anni fa. Però adesso guardami...Sono felice insieme alla mia migliore amica". Con un leggero colpo di tosse l'interrompo, poiché ho bisogno di parlare con mio fratello. "Forse Rick ha scoperto qualcosa"; dico ad entrambi che annuiscono fissandosi a vicenda come se stessero covando un segreto. "Allora scendiamo"; dichiara Helene dirigendosi per prima al piano di sotto. "Tutto bene?"; Chiedo a Stefan che continua ad evitare il mio sguardo; "sì, tutto bene"; risponde scrollando le spalle, senza convincermi. "Se non fossi felicemente sposato penserei che tu e lei potreste essere amanti"; commento con aria sospetta, tentando con un allusione di far comprendere a mio fratello che sospetto che sia lui che la mia migliore amica mi tengono all'oscuro di qualcosa. "Non fare il melodrammatico. Abbiamo soltanto parlato"; chiarisce roteando gli occhi verso il soffitto. "Sì ma di cosa?"; Chiedo con lo sguardo sottecchi. "Di te e lei, voleva un consiglio, fine della storia". La sua poca chiarezza continua ad insospettirmi, però adesso abbiamo altro a cui pensare, torchierò a modo mio Stefan quando le cose qui saranno meno tempestose. "Damon dice che forse hai trovato nuove notizie su la famiglia di Helene"; dice Stefan ad Alaric che annuendo conferma il tutto. "Premessa che Patrick mi è stato di grande aiuto sulle ricerche"; precisa il mio amico prima di fornirci le notizie che ha trovato. "La stirpe di questi cacciatori di demoni risale al cinquecento. Non esistevano neanche i Mikaelson, loro sono subentrati molto dopo e ovviamente i cacciatori si sono sentiti minacciati da loro. Conoscete già la leggenda del pugnale"; ci introduce Rick brevemente, facendoci intuire che questi cacciatori non sono nati per uccidere i vampiri bensì per cacciare i demoni. "Tornando nell'anno cinquecento, leggendo le pergamene ho letto varie volte il nome di Lilith, ma ciò che ha destato la curiosità è che vi è narrata una storia analoga alla situazione che sta vivendo Helene"; ci spiega iniziando a spaventarmi. "Nell'anno 535 una giovane donna, figlia del primo cacciatore di demoni della storia, fu costretta a sposarsi con un uomo soltanto per dare la possibilità al padre di avere un erede. La giovane donna si rifiutò di sposarsi senza amore, all'epoca aveva soltanto quattordici anni e fu allora che il padre invocò Liltih, stringendo un patto con lei, la figlia si sposò e continuo la stirpe". Sposto il mio sguardo in direzione di Helene colmo di perplessità. "Helene ha due fratelli..."; Schiarendo la sua voce la mia pulce mi corregge; "avevo due fratelli". Annuisco e continuo a parlare; "Per quale ragione deve essere Helene a continuare la stirpe?"; Domando a Rick che scrollando le sue spalle mi fa intuire che non ha la risposta alla mia domanda. "Perché la nostra discendenza non è patriarcale, ma matriarcale"; esordisce Partrick entrando in biblioteca, ponendo fine ai nostri dubbi. "I maschi diventano cacciatori e le bambine dovranno partorirne altri. Mia madre non riuscì ad avere una bambina che potesse dare a mio padre l'erede perfetto". Sono ancora molto confuso, non riesco a comprendere il meccanismo contorto di questa comunità di cacciatori. "L'erede perfetto?"; Chiede mio fratello con lo sguardo sottecchi. "I figli nati sotto la discendenza per mano di Lilith hanno un potere strabiliante, ma dopo millenni questa discendenza è scomparsa, e si dia il caso che dopo più di trecento anni è rinata una donna che potrebbe riportare alla luce tale dinastia"; ci rivela indicando Helene. "Mio padre forse lo sapeva meglio di tutti noi, per questo ha sempre tenuto lontana Helene dal mondo dei cacciatori". La mia migliore amica sconvolta da questa notizia corre via dalla biblioteca, dirigendosi verso la veranda esterna della villa. "Vado da lei"; dico a tutti raggiungendo la mia pulce. "Sono un esperimento"; esclama non appena sono vicino a lei. "Tu sei Helene Morgan"; replico in tono giocoso, dandole una pacca con la spalla. "Avrò un figlio che non desidero e per di più sarà uno spietato cacciatore come suo nonno"; afferma completamente adirata e frustrata. "Il tuo bambino sarà adorabile, proprio come la sua mamma. Sarà leale, generoso e coraggioso. Avrà un cuore nobile proprio come il tuo". Provo a tranquillizzarla e in parte credo di esserci riuscito poiché sulle sue labbra è appena apparso un piccolo sorriso. "Le profezie sono uno schifo"; afferma incrociando le braccia al petto. "Concordo con te sono un vero strazio". Entrambi ridiamo e, senza neanche rendercene conto, ci ritroviamo l'uno fra le braccia dell'altro. "Scusa se oggi sono fuggita via dall'atelier"; sussurra al mio orecchio mentre la stringo a me avidamente. "Non scusarti, avere paura è normale"; la rassicuro con premura, strofinando le mie dita sulla nuca. "Helene"; la mia voce diviene roca ad un tratto e le mie mani si spostano sul suo viso, tenendolo fermo davanti al mio. Il mio cuore batte freneticamente mentre l'aria intorno a noi è pura come le parole che sto per pronunciare. Tra tre mesi potrei morire, ma lei questo non lo sa e bramo ardentemente che lei viva con me questi mesi come se difronte a noi esistesse soltanto l'eternità. "Non posso persuaderti ad amarmi, né posso spezzare il soggiogamento però posso mostrarti chi sono quando amo"; le dico sentendo palpitare il mio cuore ad una velocità quasi mortale. "Posso mostrarti quanto sono fragile sotto la maschera di risate e storie pazzesche. Posso dimostrarti quando posso essere vulnerabile, non importa quanto forte io cerchi di apparire". Mi manca il fiato a causa del bagliore dei suoi occhi verdi e completamente asserviti a me. "Posso guidarti attraverso la mia vita ed il mio passato, raccontarti ogni mio segreto e condividere con te tutto ciò che ho imparato lungo la strada che ho percorso, e posso mostrarti come sono diventato adesso anche grazie a te". Helene chiude i suoi occhi per un attimo a quando li apre essi brillano di una luce accecante. Improvvisamente, travolto dall'intensità del suo sguardo magnetico, l'afferro per un braccio e l'attiro verso di me. Il suo petto è schiacciato al mio e, delicatamente sposto una mano dietro la sua schiena sinuosa, premendola contro di me. Al mio contatto rabbrividisce. "Forse non potremmo stare insieme come desideriamo, ma sarò tuo amico e con me parlerai di tutto quello che affligge la tua vita. Io sarò sempre al tuo fianco, e sarò il tuo migliore amico quando penserai che nessuno è in grado di capirti. Posso anche prometterti una passione folle e irrefrenabile, e ti prometto che colmerò quel vuoto che ti consuma quando la notte ti sentirai sola e affianco di un uomo che non ami". Lei continua a guardarmi profondamente lasciandosi cullare dal suono della mia voce. "Sarà difficile e posso assicurarti che ci saranno giorni impossibili d'affrontare senza crollare, ma ti prometto che lotterò, anche per entrambi se sarà necessario". I nostri visi sono vicini e ad ogni mia parola lo sono sempre di più. Sfioro le sue labbra, percependo il profumo che emana la sua pelle. Assaporo con determinazione le sue labbra, consapevole che saranno mie per sempre. Le bacio con foga e ardore, percependo scorrere dentro di me una fiamma che brucia ogni centimetro della mia pelle che al suo tocco diviene rovente. Le nostre bocche si scontrano in un vortice di passione, la medesima che abbiamo represso a lungo. Quando lei interrompe il contatto fra noi, i nostri respiri sono frammentari ed io mi rendo conto che desideravo con tutto me stesso approfondire questo momento nella mia camera da letto. "Io invece posso descrivere ciò che amo di te. Come passi le dita tra i capelli, quando tenti di concentrarti, su come arricci le sopracciglia quando pensi qualcosa, o la tua voce dolce quando parli della tua famiglia. Posso dirti quanto ti amo quando sei furioso e quando sei così vulnerabile"; sussurra mordendo il suo labbro inferiore, sembrando combattuta con sé stessa. "Ho imparato a conoscerti ed al contempo anche ad amarti Damon. Quindi sì lottiamo"; afferma con determinazione illuminando i suoi occhi di orgoglio. "Adesso riconosco la mia Helene"; le dico fiero di lei e della sua innata forza interiore. "Non vorrei interrompervi...". Stefan si avvicina verso di noi tentennante, sicuramente c'è qualcosa che non va. "C'è Luke, e vuole vedere Helene"; ci informa cupo, consapevole che sia io che la mia pulce desideravamo trascorrere un po' del nostro tempo insieme, purtroppo per un istante abbiamo dimenticato entrambi che lei è promessa sposa al dottorino. "Va' da lui"; le consiglio senza entusiasmo. Se Bonnie dovesse riuscirmi a salvare sarà realmente complicato dover essere in perenne competizione con quel dottorino. È complicato dividere la donna che ami con qualcuno, e questo lo so bene purtroppo. Ho già vissuto sulla mia pelle due triangoli amorosi e nessuno dei due è mai finito nel migliore dei modi, Katherine amava in realtà Stefan, ed Elena si è sacrificata per lasciare in vita tutti noi dopo aver compreso di amare me. Facendo la somma dei miei fallimenti posso dedurre di non essere l'uomo più fortunato della terra. "Come stai?". Mi domanda Caroline richiamando la mia attenzione. "Come uno che sta attraversando l'ennesimo periodo orribile"; rispondo lievemente freddo e distaccato. "Sai cosa mi ha detto Elena prima di lasciarci?"; Mi chiede provando a sorridere, ma inevitabilmente nei suoi occhi traspare della malinconia. "No, cosa ti ha detto?". Caroline si avvicina a me avvolgendo un braccio intorno al mio busto. "Di prendermi cura anche di te"; mi rivela mentre ride con nostalgia. "Io le dissi che non ne sarei stata capace, perché non andavamo affatto d'accordo, ma lei aggiunse che tu avevi più bisogno di un amica di quanto lasciavi credere". Stringo la biondina fra le mie braccia. "Con te c'era sempre Bonnie, quindi non riuscivo a capire la richiesta di Elena. Fino a quando non sei tornato qui"; precisa spostando i suoi occhi verso di me. "Tu sei il fratello che non ho mai avuto, e desidero aiutarti e starti vicino, onorando anche la promessa fatta alla mia migliore amica". Abbraccio Caroline, depositando sulla sua fronte un tenero bacio. "Tu hai sempre onorato quella promessa, mi sei stata vicina più di quanto tu possa immaginare, e l'hai fatto prendendoti cura di mio fratello in mia assenza". Esistono legami, come quello fra me e Caroline che sono iniziati nel peggiore dei modi, tuttavia con lo scorrere del tempo, disavventura dopo disavventura, sono divenuti indissolubili e insostituibili. "Come osate abbracciarvi senza considerare noi due"; esordisce alle nostre spalle Bon Bon al fianco di Stefan. Sorriso loro, la mia famiglia, l'unica cosa che mi spinge a lottare per la mia vita, anche se molte volte ho pensato di arrendermi e di lasciarla scivolare via perché essa sa essere dolorosa, ma adesso ho capito. Adesso che tutti coloro a cui voglio bene sono qui davanti a me e stanno lottando per me. Ho capito che la vita è preziosa e devo vivere anche per coloro che non sono più qui insieme a noi. Devo vivere per Elena, perché lei ha sacrificato tutta la sua vita per me. "Siamo ancora qui. Dopo tutti questi anni siamo di nuovo tutti insieme"; Commenta Caroline con gli occhi lucidi. "Vorrà significare qualcosa"; interviene mio fratello avvolgendo le sua mani intorno ai fianchi di sua moglie. "Penso che sia opera di Elena"; dice Bonnie commossa rivolgendo i suoi occhi verso il cielo. "Lo penso anche io"; sussurro, con un flebile sorriso appena accennato. "Il tempo sembra essersi fermato, e lei sembra non essere mai andata via"; aggiunge Bon Bon con amara nostalgia. L'assenza di Elena la percepisco ancora, malgrado abbia imparato ad amare di nuovo ed un'altra donna. Sento la sua mancanza soprattutto in momenti come questo, in cui siamo tutti insieme e manca soltanto lei, con la sua risata travolgente, i suoi occhi da cerbiatta che illuminavano ogni cosa e la sua dirompente forza d'animo. Elena è una di quelle persone che quando lasciano la tua vita, inevitabilmente ti provocheranno un vuoto interiore non indifferente e, per quanto la vita possa andare avanti ed essere serena, ne sentirai la mancanza sempre. Dimenticarmi di lei sarebbe ingiusto, è stata l'amore della mia vita, ciò non significa che non amerò nel medesimo modo Helene, soltanto che entrambe mi hanno regalato amori differenti. Elena è stata per me quell'amore impossibile e sbagliato che non sarebbe dovuto mai nascere, era la ragazza di mio fratello e dovevo lottare per reprimere i miei sentimenti, ma alla fine sono stati essi a dettare le regole del gioco ed io e lei abbiamo trascorso dei giorni meravigliosi ed indimenticabili e non smetterò mai di ringraziarla per avermi amato. Invece Helene...Lei è...Neanche riesco a descrivere cos'è lei per me, per il semplice motivo che è centinaia, se non migliaia, di cose tutte mescolate fra loro. Lei è sempre stata la mia migliore amica, la ragazza con cui parlavo alle tre di notte, con cui ridevo delle cose più stupide e banali. La ragazza alla quale ho raccontato segreti inconfessabili, a cui ho mostrato più e più volte la mia parte oscura senza che ne avesse mai paura. L'unica ragazza al mondo che non ha mai avuto paura di urlarmi contro, di sfidarmi quando divenivo insopportabile. È la ragazza che con un suo sorriso illumina le mie giornate, che dice sempre la parola giusta quando ce n'è bisogno, ma sa anche essere tremendamente inopportuna e fastidiosa. Helene Morgan è la mia ragazza, perché è riuscita a farmi dimenticare il dolore quando esso era straziante, perché giorno dopo giorno ci siamo presi cura l'uno delle ferite dell'altro e per anni abbiamo vissuto senza sapere che se stavamo insieme era soltanto perché ci amavamo. Solo adesso, a distanza di quattro anni, mi rendo conto che la mia anima gemella è sempre stata al mio fianco. Perché l'anima gemella non dev'essere a tutti costi la persona che scegliamo al nostro fianco, può essere anche un amico, una sorella o un fratello, nel mio caso è quella amica improvvisa conosciuta in una notte così per volere del caso, ma rimasta nella mia vita per scelta, perché ho compreso fin da subito che non avrei potuto farne a meno. "Damon, hai pensato alla mia proposta?"; Mi domanda Bonnie ad un tratto, rammentandomi del rito degli antenati. "Sì, e dobbiamo provarci"; Rispondo determinato a continuare a vivere, perché non è adesso e non è così che deve finire la mia vita. "Sono fiero di te"; afferma mio fratello poggiando una mano sulla mia spalla. "Grazie Stefan"; replico stringendo la mano poggiata sulla mia spalla. "Allora devo correre al cimitero, contattare le mie streghe antenate...Non sarà semplice, soprattutto perché sono ancora adirate con me"; ci spiega Bonnie preoccupata. "Potrebbero non accettare la tua richiesta"; dichiaro corrugando la mia fronte. "Forse, però tu mi hai salvato la vita diverse volte, e quindi potrei chiedere a mia nonna un piccolo favore"; mi rassicura convinta di ciò che sostiene. Spero che Bonnie non fallisca, la mia vita è nelle sua mani. "Adesso vado, ti chiamo se dovessi avere delle novità importanti"; dice depositando sulla mia guancia un fugace bacio. "Scusate ma a cosa vi riferivate?"; Chiede Caroline disorientata. "Damon come al solito è uno stolto, ma risolveremo tutto. Ma sarà meglio se contuerai a non sapere nulla di questa storia"; gli spiega pacatamente Stefan, convincendo la moglie parzialmente, certamente ora la mia biondina condurrà delle indagini fin quando non avrà le risposte che desidera. "Dobbiamo organizzare la festa di fidanzamento". Le mie povere orecchie ascoltano la conversazione fra Helene e Luke, e nonostante sia consapevole che lei non lo ama, percepisco ugualmente un fastidio alla bocca allo stomaco. Mi avvicino ad entrambi notando che lo sguardo di Luke su di me è poco amichevole ed il suo naso è fasciato e gonfio. "Potreste organizzare qui la cena del fidanzamento"; propongo ad entrambi mentre Helene mi lancia adirata un'occhiataccia. "Sarebbe una buona idea"; commenta Luke guardandosi attorno, ammirando la mia dimora. "I miei genitori rimarrebbero stupiti di questa villa"; afferma entusiasta il dottorino. "Invece io non credo che sia una buona idea"; interviene Helene assolutamente contraria alla mia idea. "Dai amore, pensaci risparmieremo i soldi per la luna di miele"; precisa Luke completamente ignaro di giocare con la mia pazienza. "Dove hai intenzione di andare con lei in luna di miele?"; Domando fingendomi curioso e amichevole, quando in realtà sto ribollendo di gelosia. "In Europa"; risponde sorridendo quel mortale. Avevo promesso io ad Helene che un giorno saremmo andati in Europa, così le avrei mostrato tutti i posti in cui sono stato in epoche differenti. "Diamine quanto sei originale"; commento sarcastico tentando di sminuirlo anche questa volta difronte la sua fidanzata che per la cronaca ama me. "Penserò anche l'addio al nubilato"; aggiungo fissando la mia pulce con un ghigno sulle labbra; "In realtà dovresti partecipare all'addio al celibato con noi uomini"; mi corregge Luke inconsapevole che la mia idea di addio al nubilato consiste nell'andare a letto con la sposa. "Giusto, ma dal momento che sono il migliore amico di Helene ho pensato a qualcosa di diverso, soltanto io e lei come i vecchi tempi". Gli occhi di Helene all'improvviso riprendono a brillare. "Ho in mente qualcosa di speciale"; aggiungo guardando pieno d'amore la mia pulce. "Penserò anche all'addio al celibato tranquillo"; rassicuro il dottorino sogghignando divertito. "Sei molto gentile Damon. Vorrei chiarire con te ciò che accaduto la scorsa notte"; annuisco debolmente mutando espressione. "Sono stato io a colpire te. Quindi è tutto risolto, anzi scusami". Helene difronte le mie scuse rivolte al suo fidanzato spalanca i suoi occhi incredula e stupita. Non immagina che ho chiesto scusa al dottorino soltanto perché un po' mi dispiace per lui, mentre era steso a terra con il naso sanguinante la sua fidanzata stava spogliando me. "Scuse accettate, spero che andremo d'accordo"; dice stringendo la mia mano con cordialità. "Lo spero anche io"; replico senza pensarlo realmente, tuttavia Luke in questa contorta vicenda è una vittima quanto me ed Helene, e per di più è totalmente ignaro di ogni cosa, ciò ovviamente non significa che lo detesti di meno, però cercherò di sforzarmi ad essere quantomeno gentile. "Amore io adesso vado, ci vediamo domani"; la saluta baciandola con passione, tanta da farmi stringere con fervida rabbia i miei pugni. "Ciao Damon e grazie ancora"; saluta me successivamente, mentre io gli sorrido forzatamente, provando a non ucciderlo. "Lo odio"; ringhio frustrato non appena il dottorino lascia la mia casa. "Per quale motivo hai voluto organizzare il ricevimento di fidanzamento qui? Lo sai che ci saranno i genitori di Luke?"; Mi chiede in tono di rimprovero. "Perché così posso controllare ogni cosa. Perché in tal modo posso stare vicino a te costantemente senza inventare inutili e banali scuse"; affermo avvicinandomi a lei sensualmente, mordendo il mio labbro inferiore. "Che stai facendo vampiro?"; Domanda guardandomi dritto negli occhi mentre la mia mano accarezza il suo viso. "Ti sto per mostrare come devi essere baciata"; rispondo ghignando pieno di me. Lei sorride con un pizzico di malizia negli occhi; "E come dovrei essere baciata?". Evitando altri convenevoli con veemenza la stringo a me, facendo aderire i nostri corpi, eliminando così ogni distanza fra noi. Assalgo le sue labbra con una passione selvaggia e quasi disperata. Senza smettere di giocare con la sua lingua attorno la mia, passo le braccia attorno alla sua vita così da poter premere maggiormente il mio corpo contro il suo. Infila le sue mani sotto la mia camicia, e percepisco il suo calore delle sua pelle che invade anche me. Non voglio lasciarla andare. Lei mi restituisce il bacio, divorandomi le labbra. Mi sembra di respirare di nuovo. Il mio corpo si rilassa, tutte le paure svaniscono. Sento solamente la morbidezza delle sue labbra, il calore della sua pelle e il suo respiro che mi accarezza il viso. "Promettimi che non lo bacerai mai come baci me"; la supplico fissando con estrema disperazione i suoi occhi. Respiro a fatica, mentre le mie mani tremolanti cercano di tener fermo il suo viso che si rabbuia di colpo. "Te lo prometto"; afferma decisa, sprofondando fra le mie braccia. Chiudo i miei occhi stringendo Helene sul mio petto. "Ho paura...Perché sono scura che ti amerò per sempre"; sussurra stringendo le sue mani intorno alla mia camicia. Dai suoi occhi scivola una lacrima che, con il cuore a pezzi, asciugo. "La mia paura invece è che tu non lo faccia. Che prima o poi il tuo amore per Luke possa diventare reale"; replico senza poter fare a meno di scrutare il vuoto. "Ma non sarà mai profondo o intenso come quello che provo per te"; ribatte sospirando debolmente. Tengo Helene fra le mie braccia a lungo con l'incessante pensiero che se Bonnie non sarà in grado di riportare la mia anima dentro al mio corpo la promessa di Helene potrebbe divenire vana poiché, che io lo desideri o meno, lei costruirà la sua vita insieme a Luke, diverrà il padre dei suoi bambini e probabilmente inizierà ad amarlo. "Helene"; La richiama timoroso suo fratello. Patrick mi osserva afflitto mentre io tento in tutti modi di apparire normale. "Devo dirvi una cosa importante". Scruto il cacciatore con aria preoccupata temendo la sua dichiarazione. "Avanti parla"; lo esorto con poca pazienza. Sono stanco di ricevere pessime notizie. "Pochi minuti fa ho ricordato una conversazione avvenuta qualche anno fa fra mio padre e Fred"; ci rivela tentennante. "Entrambi parlavano di Helene, non ho sentito molto ma ho sentito che dicevano che la sua vita era importante per questo la tenevano in quell'appartamento a New York, parlavano di un figlio e di un erede importante. Mio padre progettava questa follia da quando mia sorella è nata probabilmente". Rimango completamente annichilito difronte la confessione di Patrick, non posso credere che Helene sia nata soltanto per le folli idee di suo padre. "Lui voleva il discendente di Lilith a tutti costi"; puntualizza facendomi rabbrividire. "Perché?"; Chiede Helene guardando suo fratello con un'espressione affranta e addolorata. "Perché così lui potrà reincarnarsi nel tuo primogenito maschio"; Dichiara Alaric varcando la soglia della porta tenendo fra le mani una delle pergamene che sta studiando. Ho sentito molte cose sconvolgenti nel corso della mia lunga vita da vampiro, ma questa è decisamente l'idea più malsana e folle che le mie orecchie abbiano mai ascoltato. "Ho tradotto l'ultima parte delle pergamene sacre ai cacciatori"; spiega con il fiato sospeso. "Non è il primo cacciatore che si reincarna. A quanto c'è scritto nelle pergamene essi avranno molto più potere". Helene scuote il capo terrorizzata ed inorridita. "Ovviamente il bambino dev'essere partorito da una donna con il sangue di cacciatrice. Per questo ha scelto Helene nostro padre"; sottolinea Patrick facendo guizzare i suoi occhi verso di me. "Non fissarmi come fossi io il potenziale padre del suo bambino. Ti ricordo che non posso avere figli"; preciso con sarcasmo. "Ma certo"; Esordisce Rick sembrando aver avuto un'illuminazione. "Senza saperlo hai risposto al perché Lilith ti voleva fuori dai giochi". Dischiudo le mia labbra facendo una smorfia di consapevolezza. "Perché volevo diventare un vampiro, e rimanere al suo fianco"; esclama Helene scuotendo il suo capo sconvolta. "Non poteva fallire, ragion per cui ha allontanato Damon"; ragiona la mia pulce con aria corrucciata. "Perché non ti trasformi adesso?"; Propone Rick con noncuranza, pensando che sia una buona idea. Completamente contrario alla sua proposta intervengo. "No. Lei al momento non è in grado di pensare lucidamente, è soggiogata". Helene si avvicina a me prendendo la mia mano. "Potrei restare insieme a te per sempre"; dichiara con lieve entusiasmo mentre il suo sguardo colmo di speranza si abbatte su di me. "Non può farlo"; sentenzio allontanandomi da tutti loro, sentendo sulle mie spalle un peso insostenibile. Poggio entrambe le mie mani sui bordi della finestra della mia stanza. Se permettessi ad Helene di diventare un vampiro, promettendole amore eterno, segnerei la sua vita infliggendole una terribile punizione, poiché so perfettamente che potrei morire e lei potrebbe vivere una vita lastricata dal dolore e, a causa della mia assenza, potrebbe decidere di spegnere i suoi sentimenti. Non voglio che Helene diventi un mostro senza emozioni, non posso permetterle di rovinarsi la vita per me. "Damon...Potresti salvarle la vita". La voce che mi esorta a ragionare è quella del mio migliore amico. "Rick io probabilmente morirò e il dolore che la mi morte le arrecherà sarà così intenso e forte una volta divenuta vampiro che non sarà in grado di gestirlo o sopportarlo, e al quel punto spegnerà le sue emozioni". Sospiro voltandomi verso il mio amico, mostrandogli quanto sia complicato questo momento per me. Potrei riavere Helene, porre fine al suo matrimonio e alla condanna del soggiogamento, tuttavia il prezzo da pagare è troppo alto e questa volta potrebbe essere lei a pagarne le conseguenza. "Lei è forte"; afferma Rick. "Nessuno è mai abbastanza forte difronte la morte della persona che si ama"; dichiaro passando una mano sul mio viso con frustrazione. "La verità è che sono terrorizzato Rick. Ho eluso la morte per tanto tempo, ed ora che voglio vivere davvero, che desidero rimanere in vita per prendermi cura di Helene, essa mi perseguita e ciò mi fa sentire impotente". Ammetto con franchezza, senza preoccuparmi del giudizio del mio migliore amico. Non sono stato in grado di prendermi cura di lei, le avevo promesso che avrei fatto qualsiasi cosa per proteggerla dalla sua famiglia ma ho fallito miseramente. Tutto questo mi sta distruggendo e non riesco a sopportarlo. "Non è colpa tua se suo padre era un pazzo dissennato"; mi riprende il mio amico severamente. "No, ma è colpa mia se adesso è soggiogata e sta per sposare un altro. É colpa mia se la sua unica via di fuga è la morte"; urlo infuriato digrignando i denti. Respiro a tratti e con fatica, improvvisamente sento di aver perso tutto così velocemente da non essermene reso conto. Vorrei svegliarmi e scoprire che questa assurda e malsana vicenda è stata tutta un orribile incubo. Bramo riaprire i miei occhi soltanto per ritrovarmi nel nostro appartamento a New York. Se potessi rimettere indietro le lancette dell'orologio, riporterei il tempo esattamente nell'attimo in cui per la prima volta posai il mio sguardo su di lei, giurando a me stesso di godermi ogni singolo istante insieme a lei. Senza errori. Senza fantasmi del passato. Soltanto io e lei. "Posso entrare?"; Chiede titubante Helene bussando alla mia porta. Alaric annuisce debolmente, facendomi intuire che la nostra conversazione continuerà dopo. "Pulce"; la chiamo osservandola con estrema dolcezza. "Volevo capire come stavi...Sei fuggito"Costata perplessa, giocando con una ciocca dei suoi lunghi capelli mossi. "Scusami, però l'idea di vederti morire mi agita"; dichiaro falsamente, perché qualche settimana fa desideravo con tutto me stesso che lei prendesse la decisione di diventare un vampiro. Adesso però è cambiato tutto e non posso permetterle di rovinare la sua vita per un salto nel vuoto. "Hai la camicia sporca di bourbon"; mi fa notare indicando una piccola macchia sul colletto. "Ammettilo, è soltanto una valida scusa per vedermi a torso nudo"; la schernisco con aria da gradasso. Lei inarca le sopracciglia verso l'alto, provando a trattenere una grossa risata che minaccia di scoppiare dalle sue labbra carnose. "L'ho visto. Tu stai ridendo di nascosto"; l'ammonisco ridacchiando, afferrandola per i suoi fianchi. "Non è assolutamente vero"; si difende ma inutilmente. "Invece è così"; affermo indicando le sue labbra che sono serrate mentre i suoi occhi l'ingannano. "Ti detesto vampiro!"; Esclama ridendo fragorosamente, spingendomi via. "Sei bellissima quando sorridi"; le dico all'improvviso lasciando vagare il mio sguardo verso la curva più bella di tutto il suo corpo. Lei arrossisce e delicatamente l'avvolgo fra le mie braccia. "Desidero per te una vita piena di sorrisi come questo"; le dico fissando le iridi dei suoi occhi con tutto l'amore che provo per lei. Il suo sorriso si espande ancor di più e con aria innocente, quasi da bambina inclina il suo viso avvicinandolo al mio, depositando sulle mie labbra un tenero bacio. Le mie dita sfiorano la sua pelle scoperta e cerco di imprimere questo attimo nella mia mente, poiché saranno il suo sorriso, i suoi baci e la morbidezza della sua pelle che bramo percepire e sentire quando la vita lentamente abbandonerà il mio corpo. Ma adesso nulla di tutto questo importa perché sono ancora vivo e la mia pelle riesce a sentire la sua. Finché continuerò a respirare, ogni soffio di vento lo dedicherò a lei. Potrò dire che ho vissuto intensamente ogni istante insieme a lei, e che la mia vita è stata migliore di quella che meritavo perché ho incontrato la mia migliore amica, che mi ha amato come non ero mai stato amato. Che sia solo un anno, un mese o un fugace istante, desidero trascorrerlo insieme a lei, perché sarà prezioso, anche se breve, il tempo che le dededicherò.

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