Capitolo 17

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La festa è a casa di un ragazzo della squadra di rugby. E che casa!! Appena entra nel nostro campo visivo, il mio mento e quello di Alexis toccano terra. È una casa gialla enorme con intorno un grande giardino curato e una piscina a forma di infinito-  che per alcuni può essere un otto. Quasi chiedo a mio padre di ritornare indietro intimorita dalla sua imponenza, ma quando guardo Alexis fissare desiderosa quell'enorme abitazione decido che non potrei mai farle questo. Il vialetto-che potrebbe essere considerato un'autostrada- è pieno di almeno una ventina di auto parcheggiate una dietro l'altra. Dalle grandi finestre del piano terra si intravedono un buon numero di persone ballare mentre all'esterno ci sono alcuni ragazzi sparsi per il prato con in mano un drink e una sigaretta accesa. Alexis apre la portiera catapuldandosi fuori come spinta da una molla invisibile. Traballa un po sui tacchi vertiginosi ma si sostiene alla portiera.

"Ci mancherebbe una caduta"

Ironizzo. Mi lancia un'occhiataccia per il mio commento, a quanto pare, poco gradito.

"State attente Eli"

Raccomanda mio padre per la centesima volta.

"Ciao Papà "

Chiudo la portiera dopo essere scesa e con Alexis attaccata al mio braccio ci dirigiamo verso la grandissima porta di legno che funge da ingresso.

"Ancora non credo di essere qui"

Sussurra al mio orecchio premendo il campanello.

La porta si spalanca per farci entrare e già dopo il primo passo veniamo avvolte dal fumo e dall'odore pungente dell'alcol. Il salone è enorme con un tavole che potrebbe ospitare dodici persone a tavola poggiato contro una parete laterale e sopra vi sono un gran numero di bottiglie di alcolici, colorati in varie sfumature, e alcuni stuzzichini. Il resto dello spazio è occupato da persone che si dimenano quindi la "pista da ballo" - se possiamo definirla così - e in un angolo è posizionato un Dj con tanto di cuffie e casse enormi vicino. Continuo a guardarmi intorno cercando qualche viso familiare per sentirmi più sicura. Alexis mi scuote improvvisamente il braccio. Le rivolgo uno sguardo interrogativo, la musica è troppo alta per poter parlare. Mi trascina verso il tavolo e riempie due bicchieri di un liquido rosso. Vodka alla fragola suppongo. Dopo avermi porto il bicchiere si dirige in pista e inizia a ballare. La fisso con un sopracciglio alzato ma lei non mi guarda quindi mi sforzo di muovermi guardando in giro e imitando i movimenti di chi mi sta intorno. Sento afferrare i miei fianchi da due mani grandi e spaventata cerco di liberarmi. Le sue dita mi stringono più forte e una voce calda mi sussurra alitandomi in un orecchio:

" Non imitare i movimenti degli altri. Esprimi ciò che ti strasmette la musica"

Le sue mani spariscono e mi giro scossa per guardare chi sia. Ma niente... pufff... Sparito. Mi concentro sulla musica e faccio come diceva lo sconosciuto. Chiudo gli occhi e assaporo la musica infatti i movimenti prima esitanti diventano fluidi. Il mio corpo va da solo. Aprendo gli occhi noto Alexis che mi fa un occhiolino. Le sorrido di rimando e prendo un sorso dal bicchiere che ho in mano godendo della vodka che mi brucia la gola. Il pensieri dello sconosciuto mi perseguita per altre tre canzoni fin quando finalmente Alexis si stanca e mi propome di fare una passeggiata in giardino. Usciami da una parete occupata interamente da una porta-finestra e ci troviamo davanti la piscina dove stanno nuotando alcuni ragazzi mentre le ragazze li incitano sul bordo. Un ragazzo in particolare attira la mia attenzione, ma riesco solo a intravedere la sua schiena scolpita entrare ed uscire dall'acqua. Ci uniamo alla piccola folla che chiama un certo David. Il ragazzo che mi ha colpita arriva primo e viene acconto da una ragazza con un vestitino/maglietta che le copre a malapena il sedere e un paio di trampoli ai piedi. Il ragazzo le stampa un bacio a cui lei si aggrappa con braccia e gambe e con tanto di lingua. Sorrido fra me e me di quel povero disgraziato. I miei occhi percorrono il suo corpo. Un bel sedere fasciato da un paio di boxer neri Calvin Klein e delle gambe muscolose e forti, sulle braccia ha alcuni tatuaggi che cerco di identificare in vano a causa della lontananza. Intravedo delle piume sul braccio che alza per stringere a sé la ragazza e tutto mi è ancora più chiaro quando si gira sorridente verso il gruppo di persone che lo aspettava poco distante. Nicholas Grey.

Un brivido freddo mi attraversa quando mi rendo conto che mi sta fissando.

Toglie il braccio bruscamente dalla vita della sua ragazza- che lo guarda stizzita- e attraversa la piccola folla che lo aspettava venendo verso di me. Oh cazzo. La prima cosa che mi viene in mente è: correre.

Tutto iniziò cosìDove le storie prendono vita. Scoprilo ora