Capitolo 6
Se a mani vuote di te non so più fare.
Matera 3/1/2017
Aspetto a letto che Clara torni dalla sua serata fuori con le amiche. Dice che deve vederle da un po' e sono a casa sua coi suoi nell'altra stanza ad aspettarla.
Non posso chiamare Daphne, mi sentirebbero.
Le scrivo, è diventata molto spinta e si lascia desiderare spesso, ma non stasera. Mi risponde subito.
Parliamo un po', ma mi lascia subito anche lei, deve uscire, non mi dice mai con chi esce e spesso vedo sue foto con altri ragazzi, frequenta tutte le serate universitarie possibili e sparisce per giorni. Ma non riesco più a fare a meno di lei. La pelle di Clara non profuma come la sua e non è morbida allo stesso modo, anzi è spesso fredda e senza odore, i suoi capelli mi pungono la pelle e dormire con lei sta diventando una tortura, per non parlare di sua madre che mi sta stressando per sapere una data per il matrimonio. Ho detto a Barbara di non dire nulla dei nostri impegni, e dico alla madre di Clara ogni volta che appena ci daranno un calendario le farò sapere più o meno una data.
Con Daphne ho provato a parlarne, avrei gradito un suo consiglio, ha saputo solo dirmi che lei è li per scopare e non per farmi da psicologa. Quando ho insistito si è rivestita ed è andata via.
Ora per le vacanze di Natale è tornata due giorni a casa sua, e subito è ritornata nella sua amata Fireze, non la lascerebbe mai se potesse.
Sento la porta aprirsi, blocco il telefono e guardo Clara entrare. Qualsiasi uomo la desidera, è bella, ma conoscendola diviene pesante e questo la rende brutta.
"Ciao Ignà, ancora sveglio?"
Mi chiede nella sua voce raschiata.
"Si, ti aspettavo."
Le dico atono, a dire il vero avrei evitato di vederla molto volentieri.
"Pensavo dormissi."
Si avvicina al letto e si abbassa per baciarmi,si è spruzzata troppo profumo.
Le lascio baciarmi le labbra e resto a letto seduto.
"Mi sono divertita tanto..."
Inizia a raccontarmi la sua serata con le amiche, quello che hanno fatto.
"Ho detto che ci sposiamo."
Mi dice sfiorando l'anello.
Le sorrido, non penso di sposarmi a breve, lei ha una fretta assurda di fare questo passo.
Si spoglia lentamente e col suo pigiamino viene a letto, buttandomi addosso quell'ammasso di aghi che ha per capelli.Firenze 10/1/2017
Prima di arrivare a Bologna mi fermo a Firenze, passare a casa di Daphne è una sosta obbligata per me, oggi non ha lezioni, sono sicuro di trovarla in casa.
Parcheggio nella parallela di casa sua e vado fino al portone, come al solito coperto.
Mi apre la sua coinquilina, ormai le ho conosciute, lei mi ha detto che se voglio stare con lei devo accettare tutta la sua vita.
Arrivo su e saluto Milena che mi ricambia imbarazzata.
"Ciao."
La saluto.
"Ciao, Daph è in camera, ma forse è meglio se l'aspetti. . ."
Mi dice.
Le sorrido, le farà piacere vedermi.
"Preferisco vederla subito."
Dico sorridendo andando verso la stanza.
Apro la porta senza bussare e di colpo le mie orecchie si liberano e riesco a sentire dei mugolii, alzo gli occhi e Daphne è piegata sul letto, si tiene al ferro con le mani mentre un ragazzo le sta su e si spinge in lei.
La porta cigola e lei si volta.
"Ignazio."
Dice mentre quello continua, finché non si accorge che sono li davanti a guardarli.
Si sfila piano e guarda Daphne come a chiedergli spiegazioni, lei ha un altro tatuaggio sul fianco, una scritta in aramaico, pare, che parte da sotto il seno e arriva al fianco.
"Che ci fai qua?"
Mi chiede lei affannata mentre si alza dalla sua posizione e prende il kimono blu, legandoselo in vita, lasciando il seno quasi scoperto.
Mi viene davanti.
"Che ci fai qui?"
Mi chiede lei di nuovo.
"Ero passato a salutarti, ma hai altro da fare, vedo."
Le dico amareggiato, allora è vero che vede altri, non era una minaccia da bambina.
"Si, hai disturbato."
Mi dice lei.
Mi viene voglia di urlare per come mi tratta.
"Non potevi avvisare?"
Mi chiede fissandomi.
"Volevo farti una sorpresa, ma tu l'hai fatta a me. Almeno potevi chiudere a chiave e risparmiarmi questa scena."
Sento la mia voce farsi più acuta.
"Nessuno ti ha mai chiesto delle sorprese."
Mi dice lei con la faccia da stronza.
"Io non sapevo che tu fossi di così facili costumi."
Dico indicandola un po' schifato.
Mi arriva uno schiaffo in pieno viso.
"Non permetterti mai più di parlarmi così, tu non sei nessuno."
Mi dice alzando la voce e il tipo in camera sua schizza via vedendo la lite.
"Che c'è? Ti brucia la verità? A quanti altri apri le gambe?"
Le chiedo, mentre lei mi fulmina, non mi alza più le mani.
"Le apro a chi voglio, sono libera e posso fare quello che mi va, tra noi due quello nel torto sei tu, che cornifichi la tua promessa con una facile che apre le gambe facilmente."
Mi dice alzando la voce.
Sento una porta chiudersi, anche Milena si è chiusa in camera.
"Fai vergognare anche le tue amiche."
Le dico.
"É colpa tua, nessuno ti ha chiesto di venire. Se ti avessi chiesto di venire non ti saresti trovato in questa situazione. Io non vengo a chiederti chi ti scopi, quando e perché!"
Mi dice lei un po' ammorbidita.
"Io scopo solo con te, neanche con Clara ci riesco più."
Le dico.
Lei mi fissa.
"Nessuno te lo chiede e nessuno lo vuole sapere."
Mi risponde fissandomi.
"Potevi trattenerlo qua con te quello, ti allietava la serata."
Le dico andando verso la porta.
"Ora dove vai?"
Mi chiede lei stranita.
"Me ne vado a Bologna."
Le dico chiudendo la porta e scendendo velocemente.
Sento aprirsi la porta, non urla il mio nome, sa che ci tengo alla privacy, potrebbero uscire foto strane.
Corre scalza e arriva vicino a me.
"Ora vai via davvero?"
Mi chiede con gli occhietti piccoli tenendomi la mano.
"Certo, che ci resto a fare qui?"
Le chiedo, è mezza nuda per le scale, coi piedi scalzi.
"Sali."
Mi dice prendendomi per mano, e la seguo fino al portone, una volta chiuso si avvicina al mio viso.
"No!"
Le dico scostandola.
"Non l'ho baciato."
Mi dice lei suadente sulle labbra, mi attira e mi bacia, spingendomi in bagno.
"Aspetta qui."
Mi dice facendomi sedere sul cesso, lei prende la chiave e la porta con lei in doccia.
Sento l'acqua sul suo corpo, scroscia piano e il profumo del suo sapone si diffonde per il bagno.
Esce dopo poco, entra nel suo accappatoio più grande di tre taglie.
Apre la porta del bagno ed entriamo in camera sua. Stavolta si premura di chiudere a chiave.
"Vado meglio ora?"
Mi chiede.
"No Daphne, non vai meglio. Eri piegata sotto un coglione che ti scopava. Perché mi hai fatto risalire?"
Le chiedo.
"Perché possiamo stare insieme.
Mi dice lei sedendosi sul letto.
"No Daphne, no. Non funziona che tu comandi e io eseguo. Io torno a Bologna."
Le dico duro.
Lei mi prende per mano e appena mi volto mi salta al bacino e si aggrappa al collo stringendomi.
"Non andare, ti prego."
Mi sussurra nell'orecchio.
Si struscia piano e mi accarezza il collo e il petto.
Mi bacia piano e sento il calore impossessarsi di me.
Le sciolgo l'accappatoio e la vedo nella sua bellezza, annuso la pelle del suo petto, profumo di Daphne.
Dopo un mese non mi tratta a pesci in faccia a letto. Mi lascia toccarla senza darmi ordini.
"Devi ripartire subito?"
Mi chiede risalendo sul mio petto dopo uno dei suoi discorsi col mio affare.
"Se vuoi posso restare."
Le dico lasciandola succhiare la pelle del mio petto.
"Prenotiamo un sushi qui?"
Mi dice salendomi su.
"Si, bell'idea."
Le dico sorridendo mentre prende a stuzzicarmi, e si struscia piano per poi lasciarmi entrare dentro lei.
Guida questa corsa e viene sorridente, sospirando nel mio collo.
Dopo il sushi decidiamo di digerire a modo nostro,si addormenta tra le mie braccia, profumata e delicata, mentre la stringo a me lei mugugna e mi chiede scusa, prima di stringermi a sua volta.Quanto è stato difficile questo capitolo!
Non potete capire che difficoltà ho avuto ad elaborarlo!
Però alla fine grazie a MissRossonera e a Lucio Battisti ci sono riuscita. La bellissima "fiori rosa, fuori di pesco" mi ha dato il carburante per andare!!!P.s. Per le lettrici di Pen, torniamo presto anche li, appena torna il freddo riprendiamo i soliti ritmi!
Grazie per chi legge ♥️ fatemi sapere cosa vi aspettate da Daphne e Ignazio!
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Se a mani vuote di te non so più fare |Ignazio Boschetto| COMPLETA
FanfictionIl triangolo no, o meglio si, l'avevo considerato, ma forse Ignazio no, non aveva mai pensato ad un triangolo. L'insoddisfazione che giorno dopo giorno gli regala Clara lo porta ad abbassarsi a comportamenti poco etici, che lo faranno rialzare poi...