Capitolo VIIICome se non fosse amore
Milano 2/2/2017
Ignazio arriva stravolto verso sera, è buio fuori e sono seduta di spalle alla porta quando arriva, sto leggendo un libro per passare un po' il tempo. Non mi volto quando lo sento entrare, resto ferma sul mio libro, sullo stesso rigo, che rileggo dieci volte senza capire.
Lui mi viene alle spalle e mi abbraccia.
"Scusa, la prova degli abiti è durata un po' troppo."
Mi dice lasciandomi un bacio sulla guancia.
"Odio queste trasferte, mi sento la tua prostituta personale."
Gli dico chiudendo il libro e alzandomi.
"Perché?"
Mi chiede con la sua voce vispa e altisonante.
"Perché entro di soppiatto come amica di Piero, e sono costretta a stare chiusa qui ad aspettarti, per restare chiusi in camera."
Gli dico posandomi sul letto.
"Vuoi non venire più?"
Mi chiede fissandomi con l'aria addolorata.
"No, voglio vederti ma mi sta stretta questa situazione, non mi fa sentire a posto con me stessa.
Gli dico fissandolo negli occhi.
"Daphne, non capisco dove tu voglia arrivare. Vuoi uscire?"
Mi chiede.
"Da sola non esco e tu non puoi. Preferisco quando vieni a Firenze, almeno non sono prigioniera."
Gli dico facendo musino e rintanandomi sul letto.
Lui viene sul letto e mi accarezza le gambe coperte solo dalle calze velate, fumo di Londra.
"Ti senti davvero prigioniera? Io non voglio farti sentire così."
Mi dice fissandomi.
"Mi sa che non vengo più nelle tue trasferte."
Gli dico tirandomi su.
Lui annuisce piano e mi fissa, mi avvicino piano a lui e gli bacio piano le labbra.
"Ho voglia di fare un bagno caldo."
Dico sollevandomi piano.
"Il tuo bagno include me? O vuoi che resto qui a girarmi i pollici?"
Mi chiede.
"Vieni. Però ascoltiamo la mia musica."
Gli dico sorridendo, lui la odia quella musica vintage che ascolto. Molto diversa dal vintage che canta lui.
Mi fa cenno di si.
Fa freddino, riempio la vasca e butto dentro i sali che ci hanno rifornito dalla reception.
Attacco la mia playlist e una volta nuda mi immergo nella vesca che si sta riempiendo.
Ignazio entra dopo di me e una volta sedutosi, mi fa sedere tra le sue gambe. Una volta che l'acqua è arrivata ad un certo livello, chiudiamo il rubinetto.
Restiamo in silenzio con le mani intrecciate sul mio ventre ad ascoltare la musica, mentre lui mi bacia ogni tanto una spalla o la testa.
D'improvviso sento una melodia, una delle mie canzoni preferite, di una delle mie voci preferite.
Inizio a cantare dietro di lei.
"Ti ricordi il primo giorno, che ci siamo conosciuti, eri strano emozionato, quanto tempo è già passato. Mi piaceva il tuo coraggio, la pazienza del tuo amore. . ."
Ignazio mi stringe, mentre continuo a canticchiare.
"E la voglia di sognare è difficile a passare, anche dopo tanto tempo io ti vedo come allora, un po' allegro un ' scontento, un po' tenero e violento. Di parole mica tante, ma io non me ne lamento."
Continuo voltandomi appena sulla destra, accoccolandomi.
"Un minuto dopo l'altro, perduti ma insieme. . ."
Dico baciandogli piano la spalla mentre la melodia si profonde dalle casse.
Evito la parte successiva, un po' esplicita sui sentimenti.
"Se non puoi dimenticare, quell'età del nostro amore, quando per portarmi un fiore, ti scordavi di mangiare, e la voglia di sognare, e la voglia di sognare, e la voglia di sognare."
Dico concludendo con Ornella Vanoni e accoccolandomi a lui.
Dopo un po' ho un piccolo languorino.
"Che ne dici se ordiniamo da mangiare?"
Chiedo a Ignazio.
"Si gioia. Aspetta, esco io e prendo gli accappatoi, così non prendi freddo."
Mi dice sollevandosi, e quando mi da le spalle gli mordo la chiappa per smorzare la tensione che la canzone ha creato.
"Ahi, sei sempre la solita!"
Mi dice ridendo toccandosi il punto del morso.
"Ho fame Boschetto."
Dico mentre mi prende l'accappatoio.
"Quindi mangi me?"
Mi chiede.
"Si prosciutto di Marsala."
Dico ridendo mentre mi infila l'accappatoio e lui mi palpa un po'.
Mi volto piano e lo lascio allacciarmi il laccio.
Gli lascio un bacio, non riesco a staccarmi. Lo spingo sul muretto accanto al lavandino, dove sono posati i vari campioncini di bagnoschiuma, sempre attaccata alle sue labbra, lo costringo ad appoggiarsi li, mentre con la mano mi avventuro tra le sue gambe, lui stacca piano le labbra gemendo.
"Hai le mani ghiacciate."
Mi dice in un gemito, gli poso l'altra mano sulla pancia facendolo sobbalzare.
Mi fissa e io rido.
L'aiuto a prepararsi per me, e appena lo sento scosto l'accappatoio e gli salgo sopra.
Guido questo atto violento e inaspettato. Sento i capezzoli che tra poco mi esplodono.
Glieli struscio sulla pelle, per fargli capire che ho bisogno, ma lui è concentrato solo sui piani bassi, mi avvicino al suo orecchio.
"A modo mio avrei bisogno di carezze anche io."
Lo sussurro piano mentre mi muovo con la schiena contorta.
"Come?"
Mi dice lui.
Lo fisso, è il solito maschio, aspetta solo di venire.
Faccio finta di nulla.
Continuo a muovermi su di lui.
Viene urlando come non lo avevo mai sentito, urla il mio nome.
Continuo a muovermi abbracciandolo, mentre lui si muove a scatti epilettici.
Quando ormai lo sento scivolare via mi scosto.
Mi alzo e metto l'accappatoio per bene, sistemandomi davanti allo specchio.
"Io ho voglia di milanese, insalata e patatine fritte."
Gli dico voltandomi verso lui, prima di uscire dal bagno, mentre lui è ancora posato sul murettino.Scusate l'attesa!
Spero vi piaccia.
Cosa pensate succederà tra questi due??Bacini 😘
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Se a mani vuote di te non so più fare |Ignazio Boschetto| COMPLETA
FanfictionIl triangolo no, o meglio si, l'avevo considerato, ma forse Ignazio no, non aveva mai pensato ad un triangolo. L'insoddisfazione che giorno dopo giorno gli regala Clara lo porta ad abbassarsi a comportamenti poco etici, che lo faranno rialzare poi...